Misure a sostegno della ricostruzione dei territori del Belice. L'On. Alessandro Pagano interroga il Ministro delle infrastrutture.

 

 

Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

- Per sapere - premesso che: le procedure di ricostruzione delle aree del Belice colpite dal terribile sisma del 1968 sono regolate da leggi diverse che si sono accavallate nel tempo senza un piano organico ed unitario;


la prima legge organica che sancisce il diritto di ricostruire il patrimonio distrutto risale al 1987, 19 anni dopo il terremoto;

il Parlamento ha avviato più volte indagini conoscitive sullo stato della ricostruzione e il documento conclusivo della Commissione bicamerale sul Belice, votato all'unanimità dai gruppi parlamentari il 14 marzo 1996, evidenzia «la certezza che le popolazioni interessate dal sisma del 1968 sono state vittima di insipienza e di malgoverno» e conclude sostenendo che «l'intero Paese ha, nei confronti del Belice, un debito morale che deve essere colmato al più presto»;

la citata Commissione, nell'espletamento della sua attività, aveva anche acquisito uno studio redatto dalla Ragioneria generale dello Stato secondo il quale alle zone terremotate del Belice sono stati destinati 12 mila miliardi di lire (in 30 anni), mentre per le zone del Friuli colpite dal sisma del 1976 e che avevano riportato danni equivalenti, sono stati stanziati 29 mila miliardi di lire (in 8 anni);

la Ragioneria generale dello Stato ha, inoltre, evidenziato come il 30 per cento degli stanziamenti previsti per il territorio del Belice sia andato perduto causa dei ritardi accumulati nell'erogazione delle somme ai comuni;

la VIII commissione della Camera nella seduta del 4 ottobre 2006 raccomandava al Governo di reperire le risorse da destinare al completamento della ricostruzione «tenendo presente che il coordinamento dei sindaci della Valle del Belice ha evidenziato un fabbisogno, per i progetti presentati dai soggetti privati, pari a 446 milioni di euro, e per il completamento degli interventi di edilizia pubblica di circa 133 milioni di euro»; pertanto il fabbisogno accertato dai sindaci veniva ufficializzato nelle aule parlamentari e condiviso;

l'articolo 1, comma 1010 della legge n. 296 del 2006 prevedeva finanziamenti per euro 20 milioni per l'anno 2007, 30 milioni per l'anno 2008 e 50 milioni per l'anno 2009; tali somme - come già previsto dalla legge n. 350 del 2003 - potevano essere destinate anche ad opere pubbliche;

le osservazioni della VIII Commissione della Camera raccomandano al Governo e al coordinamento dei sindaci «di provvedere alla realizzazione e al completamento delle opere di urbanizzazione e delle altre opere pubbliche nelle aree nelle quali siano posti in essere interventi di edilizia privata finanziati con risorse pubbliche provenienti da questa e da altre leggi» e ciò «al fine di garantire una corretta programmazione degli interventi urbanistici, che scongiuri la realizzazione di edilizia privata priva di servizi adeguati e delle necessarie urbanizzazioni»;

il decreto-legge n. 112 del 2008 ha tagliato circa 70 milioni di euro già destinati alla ricostruzione del Belice con l'effetto paradossale dell'instaurarsi di contenziosi tra i cittadini aventi diritto ai finanziamenti e ai comuni conclusisi con la condanna degli enti locali a pagare con propri fondi;

ad oggi, dopo 44 anni, la ricostruzione non è ancora stata completata e, ad avviso dell'interrogante, non è possibile che esistano ancora aree del nostro Paese in cui mancano opere di urbanizzazione primaria come le strade, le fognature o l'illuminazione pubblica -:

quali siano gli orientamenti del Ministro interrogato in merito alla situazione illustrata in premessa e quali iniziative intenda adottare al fine di disporre quanto meno i finanziamenti necessari al completamento delle urbanizzazioni e dei cantieri bloccati da anni, oltre a quelli necessari per i progetti di edilizia privata presentati dagli aventi diritto entro la data del 31 gennaio 2007.

Interrogazione a risposta scritta n. 4-19040