Interventi in Aula dell'On. Alessandro Pagano sul ddl Omofobia-Transfobia del 19 Settembre 2013

 

 

 

 

 

Intervento in aula del 19-09-2013


 

Parte I

ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, ritengo doveroso questo intervento anche per chiarire la mia posizione, visto che c’è stata una chiara difformità nel primo voto, ed il sottoscritto – non penso solo io – ha avuto modo di votare in maniera diversa. Chiarire ritengo che sia indispensabile, e partirei esattamente da quello che ha dichiarato il capogruppo del PD, l'onorevole Speranza quando ha detto, cito testualmente: «chi picchia un uomo di colore è condannato, chi invece picchia un omosessuale no».

Mi pare di poter dire che la   fattispecie su cui stiamo discutendo è esattamente diversa, opposta direi. Per noi è incostituzionale questa legge, oltre che profondamente ingiusta, perché lede il reato di opinione e, nel solco della legge Mancino, riteniamo che non ci possano essere – almeno parlo per quanto mi riguarda – elementi di mediazione, perché l'Italia non ha bisogno di un'altra legge che limiti quella forma essenziale dell'esistenza civile che è la libertà. Se passasse questa legge, infatti, passerebbe un assurdo reato di opinione che conferirebbe immediatamente un enorme potere poliziesco di discriminare a discrezione.

Al tribunale  rivoluzionario della Francia giacobina bastava la delazione anonima di uno solo per poter arrestare il malcapitato di turno, praticamente sempre poi inviandolo alla ghigliottina: non era un abuso, era cosa perfettamente legale. Rispondeva alla logica rivoluzionaria. Il cittadino incarnava la vox populi che poi oracolava secondo la vox Dei e quindi, per definizione, non poteva sbagliare. Non poteva fallire ! E, oggi, chi sono gli agenti della rivoluzione ? Ritengo che, essendo questa una legge liberticida, bisogna spiegare bene questo passaggio. L'omofobia che cos’è ? Certamente un reato turpissimo. Non abbiamo più bisogno di ripeterlo perché siamo tutti d'accordo. Però da oggi rischia di coincidere, solo secondo il parere di una lobby, sì, di una lobby, la lobby gay. Perché, chi è l'unico che può andare a denunciare un altro rispetto a qualsiasi forma che viene ritenuta di discriminazione ? Solo un omosessuale. Non tutti gli omosessuali. Non certamente l'omosessuale tranquillo, sereno, di cui siamo onorati di averlo come amico personale. No ! Chi denunzierà sarà l'omosessuale ideologizzato. Costui è nelle condizioni su questa materia delicata di poter dire chi è che lo ha discriminato rispetto a chi, invece, non lo ha fatto. E quindi qualsiasi sua denuncia basterebbe e avanzerebbe e non avrebbe bisogno di nessun'altra cosa per andare a sentenza e a condanna. Mi si dirà: ma c’è un giudice che potrebbe stabilire tutto questo. Ebbene, ma io provo a farvi immaginare: mettetevi nei panni di chi è stato accusato di una qualsiasi forma di questo reato di opinione e poi deve andare davanti ad un giudice a sostenere spese e stress che dureranno anni per essere giudicato solo ed esclusivamente per un reato di opinione. Ritengo che da questo punto di vista non ci debbano essere dubbi sul fatto che la libera espressione è fondamentale; e secondo «I giuristi per la Vita». Con questa legge potrebbe essere condannato chi predica la morale sessuale cristiana nei luoghi religiosi; chi insegnasse la morale sessuale naturale nelle scuole; chi facesse propaganda contro il gay pride; chi organizzasse raccolta firme contro l'omosessualismo militante; chi escludesse l'adozione di bambini da parte delle coppie omosessuali; chi sollecitasse le autorità e i parlamentari ad approvare norme contro le devianze sessuali.

Ditemi voi se è normale che si rischi questo ! Ditemi voi se   questa è una legge che merita di essere approvata ! Ditemi voi se abbiamo oggi il coraggio di dire che questa non è una legge contro il reato di opinione. Non ci sono dubbi, non ci possono essere bavagli di sorta, a maggior ragione per il nostro partito che ha un'antica tradizione, confermata ieri nel discorso pronunciato dal nostro leader. Il PdL-FI ha un'antica tradizione che va esattamente nella direzione opposta. La libertà per noi non è un optional.

 

Intervento in Aula del 19-09-2013

Parte II

ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, ritengo che stia per accadere una vera e propria sperequazione delle posizioni: questa proposta di legge, infatti, crea le condizioni per una vera e propria differenza. Avremo un dato paradossale, cioè rispetto ad una parità, che in questo

momento esiste, tra le due posizioni, la posizione eterosessuale e quella omosessuale, nel momento stesso in cui passerà questa legge, ci  ritroveremo ad essere assolutamente squilibrati: da una parte, infatti, si potrà continuare a fare pubblica propaganda e attività in favore delle proprie idee e dei propri progetti, persino nelle scuole; dall’altra parte, quella degli eterosessuali, associazioni in difesa della morale naturale non potranno più fare nessuna propaganda o attività pubblica in difesa della normalità sessuale, pena l’essere condannati per odio sessuale o per

discriminazione sessuofoba.

Insigni giuristi ci stanno spiegando – bisognerebbe leggerle, queste cose – che di fatto questo è uno « psicoreato » e l’ha spiegato anche poco fa bene l’onorevole Sisto, presidente della Commissione affari costituzionali: di fatto è un vero e proprio « movente intimo », quello che si viene a  realizzare. Da qui, l’inquirente che dovrebbe scandagliare il « movente

intimo » del presunto colpevole, per capire se realmente si è in presenza di un reato o meno. Una vera e propria psicopolizia o psicomagistrato che rievocherebbe Orwell: se ricordate bene – è un libro che abbiamo letto tutti – in 1984 si parlava di « campi di rieducazione per coloro che erano sessualmente meno uguali degli altri ».

E allora, se non è questa la libertà di opinione e di espressione, se non è questa ad essere minacciata, di che cosa stiamo parlando ? Il nostro ordinamento giuridico punisce già, senza distinzioni, ogni aggressione

all’integrità e alla dignità della persona e in più prevede le aggravanti per i

motivi abbietti. L’omosessuale è garantito oggi in quanto persona, senza distinzioni e privilegi, e quindi non ha bisogno di una discriminazione giuridica.

In concreto, questa proposta di legge è fatta ad hoc per qualcuno, per delle lobby, a favore di influenti lobby, che promuovono la rivoluzione sessuale allo scopo di dare una giustificazione giuridica alla loro attività, ed è uno strumento per reprimere coloro che vi si oppongono pacificamente e democraticamente.

In Aula il PD, SEL, 5 Stelle stanno a tranquillizzare e a dire: ma no ! Ma cosa state dicendo ? Questi sono casi teorici, ma cosa state immaginando, in trent’anni non è mai accaduta un’applicazione della legge Mancino  perché dovrebbe cominciare adesso ? Ma io vi rispondo: e allora perché

non avete accettato gli emendamenti proposti dall’onorevole Sisto ? L’onorevole Sisto di fatto poneva le condizioni, attraverso dei paletti chiari, per far sì che il reato di istigazione venisse ad essere delimitato:

non è stata la sua proposta, signor Presidente, è stata la proposta di un’intera Commissione la Commissione Affari costituzionali e quella Commissione era composta da SEL, era composta dal Partito Democratico, era composta dal MoVimento 5 Stelle, era composta dalla

Lega, era composta dal PdL, e all’unanimità hanno detto quello che è logico, quello che appartiene alla logica delle cose e cioé che la proposta di legge andava cambiata pena la incostituzionalità della stessa. Eppure, siete qui a contraddire voi stessi ! Con ipocrisia rinnegate voi stessi.

E allora, ditemi: perché dobbiamo dire che questa è una legge che sta partendo bene ? Mi rivolgo soprattutto al mio gruppo, per prendere piena coscienza: questa è una legge geneticamente nata male e che sta nascendo in maniera liberticida ! Non ci sono le condizioni minime per il rispetto dell’uomo e della persona ! Da qui la necessità di mettere dei paletti chiari, dei paletti che servono a dire, non tanto oggi, ma all’opinione pubblica, come stanno le cose; perché che sia chiaro: la foglia di fico del PdL non c’è ! Questa legge liberticida non avrà mai il nostro avallo ! Nel nostro DNA è scritto questo ed è chiaro che la responsabilità di quello che state facendo ve la assumerete voi: questa legge, nei termini in cui si sta  realizzando, ve la assumerete solo voi.

Ed è una responsabilità non solo politica, non solo umana e sociale, ma anche giuridica. Essa è palesemente incostituzionale e vi ritornerà indietro, inesorabile come non mai.

 

Intervento in Aula del 19-09-2013

Parte III

ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, io desideravo fare una puntualizzazione, è inutile riprendere l’argomento del mio emendamento perché larghe parti di esso sono state già riprese nel ragionamento

di poco fa fatto da Costa, però io devo rilevare un aspetto politico che secondo me è interessante, e finora nessuno lo ha fatto.

L’onorevole Scalfarotto, nel suo appassionato intervento di poc’anzi in discussione dell’emendamento 1.61 parlava di « mesi di lavoro e di ascolto ». Mi si consentirà di dire che tutto avete fatto tranne che ascoltare e vorrei spiegare un attimo che cos’è accaduto durante l’iter parlamentare. Primo: nel corso della seduta

notturna in Commissione non è stata data la possibilità di dibattere per ben due volte gli emendamenti presentati, la seconda volta addirittura è stata presentata una proposta di contingentamento che ha

strozzato il dibattito. Secondo: anche per la discussione in seduta notturna in Aula c’è stata un’ennesima anomalia; c’era bisogno di farlo di notte il 5 agosto ? Terzo: non sono state recuperate le osservazioni

della Commissione affari costituzionali, di cui abbiamo parlato in lungo e in largo, fatto gravissimo che inficerà questa legge.

Quarto: anche questo dibattito in Aula, con un contingentamento ridottissimo (novanta minuti soltanto per tutto il gruppo del PdL e in proporzione a tutti gli altri) sta dimostrando che un argomento così importante è stato asciugato per approvarlo  il prima possibile. Eppure l’argomento avrebbe meritato un dibattito ampio per le sensibilità diverse avvertite; il confronto avrebbe prodotto una crescita.

Tutto questo all’interno di una logica che tutto si può definire tranne che di « ascolto ».

C’è stata la volontà pervicace di un gruppo forte, l’avete dimostrato da un punto di vista politico, una lobby che vi sta dietro, forte al punto che qui, quando si citano alcuni personaggi, c’è silenzio in Aula per sentire cosa dicono. Questo è stato l’andazzo dei lavori.

Io penso invece, onorevole Scalfarotto, che sia stato molto più pregnante la sua affermazione del 26 agosto sul sito dell’Espresso (e l’ho ammirata per la chiarezza del suo intervento). In esso – qui mi rivolgo agli amici di Scelta Civica e anche al nostro partito – lei è stato di una chiarezza esemplare, perché ha detto  sostanzialmente due cose: la prima è che, stante la difficoltà di questa legge (la romanzo un po’ per sintetizzare un po’ l’intervento) era indispensabile la partecipazione di tutti perché è una legge complessa

– io aggiungo, lo dico io, incostituzionale e illiberale. Ecco perché si è cercato a tutti i costi l’accordo, costi quel che costi, con i moderati. Noi del PdL non siamo caduti nel tranello, Scelta Civica evidentemente sì.

Il secondo aspetto è ancora più interessante: quando Scalfarotto risponde espressamente, a fronte di una domanda ben precisa « questa è una legge insoddisfacente », dice di « no » e lo spiega bene, con onestà intellettuale. Ha detto esattamente il contrario e cioé, dopo questa legge arriveranno leggi su genitore 1 e

genitore 2, nozze gay, adozioni gay e via di questo passo.

Questo è il percorso che tutti coloro che in questo momento ci stanno ascoltando, non soltanto in quest’Aula ma anche nel Paese intero, più di quelli che noi possiamo immaginare, devono capire al

fine poi, nella seconda puntata, nel secondo tempo di questa partita virtuale di calcio, di poter fare qualcosa di utile per ristabilire la verità e per far capire realmente quali sono gli obiettivi concreti di

questo progetto ideologico: il progetto rivoluzionario gender.