Resoconto stenografico dell'Assemblea. Intervento dell’On. Pagano sulla mozione n. 1-00506, seduta n. 249 di giovedì 19 giugno 2014

 

 

 

 

ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, la mozione che stiamo affrontando è un tema che ormai possiamo definire di carattere strutturale.


 

 Non può più appartenere, questo tipo di argomento, ad una congiuntura occasionale e a un momento particolare di difficoltà: ormai i dati statistici, oltre che le cose che si osservano tutti i giorni dai mass media, ci fanno dire che questo tema va affrontato in maniera determinata e con uno spirito e programmazione molto forte. Si pensi soltanto che questo fenomeno, che dieci anni fa era pressoché sconosciuto, poi pian piano è cominciato a crescere sempre più nelle dimensioni, e soltanto negli ultimi tre anni abbiamo avuto 5.800 minori non accompagnati giunti in Italia nel 2012, oltre 7.000 nel 2013, e soltanto nei primi mesi del 2014 siamo a 6.700 minori.

Quindi, è evidente che siamo in presenza di un fenomeno vero, che produce dei potenziali rischi. I rischi infatti di questa società industrializzata ed estremamente complessa, come ormai viene definito il nostro tipo di società, creano la condizione perché, se va bene, questi ragazzi e questi bambini, se non vengono adeguatamente seguiti, rischiano di finire nelle mafie dello sfruttamento minorile, dell'accattonaggio e dello sfruttamento sessuale. Quindi, è un fenomeno che, al di là del buonsenso, non può essere taciuto, non può essere più tenuto ai margini del dibattito politico, ma deve trovare una centralità.

Già nella passata legislatura, la Commissione speciale per l'infanzia e l'adolescenza di cui ho fatto parte si occupò concretamente di questo tipo di problemi e i risultati sono stati quelli che ovviamente in parte stiamo anche citando in questa relazione.

Ebbene, l'Italia – che in termini di altruismo e di una solidarietà non pelosa è in prima linea da sempre – deve per forza di cose intervenire, anche perché questi bambini e questi ragazzi arrivano non perché abbiamo l’hobby dei viaggi, ma perché temono per la loro vita, oppure perché sanno che le loro condizioni sono di autentico sfruttamento, o comunque marginali rispetto alla qualità di una vita auspicabile. Non escludiamo anche che ci sia – anzi ne siamo certi – l'istigazione da parte di taluni a far sì che ragazzi border line possano venire da noi.

Quest'ultimo aspetto ovviamente va rimarcato perché i dati statistici ci dicono che il 37 per cento degli arrivi sono ragazzi a mala pena al di sotto dei 18 anni, cioè questi che ovviamente vengono senza documenti dichiarano nel 37 per cento dei casi – quindi un dato imponente – uno su tre, che sono vicini ai 17, 18 anni, il che fa pensare che siano a conoscenza di come noi abbiamo una legislazione soft e che non possono essere espulsi e, quindi, come tali, si dichiarano minori.

Da questo punto di vista, il problema lo sto sollevando perché tra gli impegni che chiediamo al Governo c’è anche questo. C’è anche un altro 20 per cento che dichiara di essere intorno ai sedici anni e la cifra a quel punto diventa importante perché 37 più 20 fa oltre il 57 per cento: oltre la metà sono in quella fascia di popolazione minorile che ovviamente, non essendo controllata da nessun documento, può far pensare a non veridicità.

Però il dato certo è che l'altro 40 per cento è assolutamente minore, nel senso che si tratta proprio di bambini, di adolescenti e quindi la nostra attenzione deve essere totale, soprattutto in funzione delle nostre prerogative principali, che ricordo perfettamente appartenere a due ordini di fattori. In primo luogo, le convenzioni internazionali, di cui l'Italia non è soltanto una firmataria tout court ma un'autentica ispiratrice perché su queste cose certamente da sempre non siamo gli ultimi, anzi il contrario. Poi, c’è l'autentica solidarietà che ci deve caratterizzare, per cui siamo convinti che, a parte i bari che ovviamente devono essere bene identificati, cioè coloro che dichiarano di essere minori senza esserlo, per tutti gli altri ovviamente noi dobbiamo garantire il massimo in termini di istruzione e di salute, non fosse altro anche perché abbiamo una crisi demografica che potrebbe anche creare le condizioni perché questi adolescenti e questi bambini, opportunamente inseriti in contesti familiari positivi, possano dare il loro contributo alla nostra nazione e al nostro Paese anche in termini di esperienze umane, che ovviamente sono sempre una forma di arricchimento.

Per cui l'invito concreto con questa mozione è quello di uscire dall'emergenza, è quello di programmare, è quello di far un ragionamento che non è affidato alla precarietà e al caso, ma attraverso una serie di elementi di discussione, arrivare anche a una vision delle soluzioni anche concrete, quali sono quelle che noi abbiamo identificato con il nostro documento.

E qui sostanzialmente mi avvio alla conclusione, perché è ovvio che tutto il resto apparterrebbe alla sterile retorica e non è sicuramente questo il momento e questo l'argomento per fare questo tipo di ragionamenti. In primo luogo, riteniamo che bisogna portare avanti – lo dico al Governo – una seria politica di identificazione, perché i minori che sono tali vanno accolti, vanno aiutati, vanno istruiti, vanno portati nelle migliori condizioni. Vedremo ora negli altri punti che stiamo suggerendo, ma certamente coloro che hanno più di diciotto anni, che sono borderline, è evidente che si dichiarano minori, perché hanno interesse ad utilizzare le nostre leggi, forse fin troppo tolleranti da questo punto di vista. Allora il primo aspetto è l'identificazione.

La seconda cosa sono le adozioni facili. Noi sappiamo che siamo il regno della burocrazia: l'Italia ha la capacità di complicare tutto a tutti, in qualunque ambito, e lo sappiamo e non c’è bisogno di snocciolare le varie dinamiche sociali dove la burocrazia crea problemi spaventosi. Uno di questi aspetti è anche legato alle adozioni. Sappiamo bene che le adozioni, in questo caso adozioni internazionali, vengono frenate spesso da una insufficienza o una inadeguatezza da parte di taluni che, in termini di consulenza, devono dare supporto ai magistrati e che, invece, da questo punto di vista, sembra che abbiano quasi la vocazione a creare problemi e ad allungare i tempi. Per cui noi riteniamo che le adozioni debbano essere facilitate. Il Governo deve intervenire concretamente perché nell'ambito delle adozioni internazionali, a cui sicuramente attiene questo profilo di cui oggi stiamo parlando, intervenga una legislazione più snella, più agile, capace di venire incontro alle esigenze, in questo caso non soltanto del minore, non soltanto dell'adolescente, ma anche di una famiglia che vuole accogliere quel bambino, che lo vuole amare, che vuole creare le condizioni per un inserimento e un'integrazione totale e assoluta.

Ovviamente non può mancare un terzo aspetto, che è quello dell'affido familiare, che è una fattispecie diversa, come è noto, e non mi dilungherò assolutamente, ma che è largamente presente come una delle soluzioni ottimali per processi virtuosi di crescita culturale, umana e sociale del bambino stesso. Anche qui forse è necessaria una fattispecie ben precisa, un orientamento legislativo ben preciso, che vada ad identificare percorsi agili per la soluzione di questo problema.

C’è anche l'aspetto statistico che noi vogliamo sollevare con questa mozione, perché è chiaro che qui abbiamo una domanda e un'offerta, ovvero famiglie e bambini, che ovviamente devono trovare una giusta conclusione, nel senso di buon e lieto fine. Ma noi non sappiamo questa quant’è e allora noi chiediamo espressamente che ci sia anche una sorta di statistica finale che ovviamente crei le condizioni per dare dei risultati certi, così come anche la maggiore collaborazione con i Paesi europei. Questa è una cosa che diciamo a tutti livelli. E infine ci consenta anche un aiuto all'associazionismo che si occupa delle adozioni, che sono una grande risorsa di questo Paese, che dimostra di essere lasciato troppo solo.

Mozione 1-00506

Presentata da: Dorina Bianchi, Pagano Alessandro, Calabrò Raffaele.