Ben venga una #Adozioneinternazionale improntata alla trasparenza e legalità : solo così la si potrà rilanciare.

 

 

 

Alcune considerazioni in vista del #FAMILYACT  e del recente intervento in materia del sottosegretario Del Rio.


In una lettera inviata agli organizzatori del convegno odierno “Ripartire dai figli: il futuro possibile delle adozioni internazionali”il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio dichiara l'impegno del Governo  sul profilo del sostegno economico alle famiglie che intraprendono il percorso adottivo e soprattutto nel perseguire e garantire, in un campo così delicato, la massima trasparenza e la massima legalità.

Il sostegno economico è quanto mai necessario vista la caduta libera delle adozioni internazionali: spero solo che alle promesse seguano i fatti al momento del tutto inconsistenti aldilà delle dichiarazioni pubbliche di principio. E spero anche che si voglia finalmente chiarire la visione politica di questo governo rispetto al proprio coinvolgimento in un settore così importante per le famiglie italiane.

Al riguardo ricordo che le coppie sterili in Italia sono più di 5 milioni e in progressivo aumento e, senza un impegno diretto del governo teso a salvare l'adozione internazionale, saranno costrette a rifugiarsi nell’eterologa e in pratiche illegali, come l' utero in affitto.

Infatti non mi risulta che il Presidente Renzi abbia speso parole decise sull'argomento adozione internazionale mentre è assolutamente necessario chiarire dei punti chiave di questo settore di importanza e di rilievo di politica estera, oltre che misura del senso di giustizia del nostro Paese.

Mi riferisco alle modalità operative della Commissione Adozioni Internazionali (CAI), al reale andamento delle Adozioni, al modus operandi degli Enti, alla trasparenza dei rapporti che la CAI intrattiene con tutti o con alcuni Enti Autorizzati.

Al riguardo è davvero ancora oggi l’Italia un modello, un sistema a cui ispirarsi? Oltre 60 enti che operano in maniera diversa con livelli e servizi diversificati sono un modello da valorizzare o invece bisognerebbe ricominciare da zero facendo proprio della legalità e trasparenza i principi ispiratori fondamentali?

Una Commissione gestita da una sola persona con la funzione di Presidente e vicepresidente è in grado di garantire un’adeguata democraticità e imparzialità di giudizio? E’ legittimo che una stessa persona ricopra due ruoli considerato che il Presidente ha un ruolo di controllo sull’operato del Vicepresidente?

E’ legittima la nomina di Della Monica visto che non è dato conoscere quali siano le sue specifiche competenze nel campo della giustizia minorile? Tutto ciò non mina il principio della legalità?

Se davvero si intende lavorare per un sistema di assoluta trasparenza, allora occorre intervenire immediatamente sulla grande  "piaga" della adozione internazionale denunciata da moltissime coppie e alcune associazioni,  sul quale non si comprende perché la CAI non intervenga.

Coppie costrette a portare all’estero migliaia di euro in contanti e in nero: procedura del tutto illegale, che sfugge ad ogni controllo, e capace di alimentare il traffico dei minori e la corruzione.

Al riguardo i “criteri per l’autorizzazione all’attività degli enti”, emanati dalla stessa CAI, stabiliscono, infatti, che l’intero importo della procedura adottiva deve essere versato direttamente in Italia all’ente, tramite conti correnti bancari o postali, sia per i servizi resi in Italia che per quelli resi all’estero.

Le linee guida sono molto chiare: nessun euro deve sfuggire dal sistema della tracciabilità bancaria.

Coppie che si chiedono “la destinazione finale dei soldi portati in contanti all’estero (cifre doppie rispetto a quelle pattuite)”; altre che “confessano” di essere state costrette a utilizzare servizi proposti dagli enti (sedicenti autisti e appartamenti) che costano molto di più della media.

Per questo, visto che  trasparenza e legalità sembrano essere le linee guida  ispiratrici della CAI, sarebbe utile e necessario verificare TUTTI gli Enti autorizzati sul mantenimento dei requisiti che come previsto dal regolamento dovrebbe essere avvenire ogni due anni.

Un sistema trasparente e legale presuppone, inoltre, che si instauri un clima di collaborazione fra la stessa CAI e gli enti autorizzati: organizzando tavoli di confronto permanenti e rilasciando tempestivamente attestazioni richieste dai Paesi stranieri per poter continuare ad operare.

Come membro della Commissione Giustizia in questa legislatura, con esperienza di Commissario della Commissione Parlamentare Infanzia nella legislatura precedente, intendo presentare un’interpellanza urgente su questi aspetti.

L'adozione internazionale è troppo importante per i tanti bambini abbandonati e per questo in attesa di una famiglia che li accolga. E per  le tante coppie italiane che non desiderano altro che amare e crescere un figlio.  Per questo bisogna fare tutto il possibile per mantenere vivo questo grande sentimento di accoglienza che il nostro Paese ha sempre espresso: non a caso l’Italia è sempre stato il secondo Paese al mondo per accoglienza. E deve continuare ad esserlo.

 @alepaganotwit