#furtidibestiame: sinergia tra allevatori delle province siciliane

 

 

San Cataldo. Riunione con delegazioni di varie province.


Contro gli abigeati sinergia tra allevatori

Dal Nisseno e dalle Madonie, dalle province di Enna e di Agrigento, ma la "rete" è destinata ad allargarsi ulteriormente. Si tratta degli allevatori e produttori agricoli che intendono unire le proprie forze per fare fronte comune e reagire in maniera decisa contro quella che è stata definita una «filiera criminale di tipo mafioso». Nello specifico, si tratta dell'abigeato, un tipo di furto che consiste nella sottrazione di bestiame, tipicamente quello di allevamento. Per fronteggiare tale problema, ieri mattina, decine di allevatori ed agricoltori si sono riuniti a Portella Bifuto per la predisposizione dello statuto di una nuova associazione: "Ala" - Associazione libera allevatori.

Tra i promotori dell'appuntamento, il deputato nazionale del Nuovo Centrodestra on. Alessandro Pagano, il quale ha recentemente presentato un'interrogazione parlamentare «sui furti di bestiame» al ministro dell'Interno e al Ministro della Giustizia. Negli scorsi mesi, il deputato ha incontrato un gruppo di allevatori che hanno esposto la delicata problematica, tra cui Michele Amico, Italo Corsino, Salvatore La Cagnina, Salvatore Di Vita, Salvatore La Tona, Salvatore Nicosia, Giuseppe Palmeri, Fabio Rizzo e Dario Scarantino.

Ieri, l'on. Pagano, a proposito della nascita dell'associazione, ha rimarcato: «Tutto nasce dai numerosi furti di bestiame, prevalentemente ovini e bovini, registratisi in questi anni. Tutti, anche forze dell'ordine, stampa e magistratura, hanno ritenuto di trovarsi dinanzi a casi isolati. Gli allevatori, però, avevano capito che non era così. Come spiegato nell'interrogazione che ho presentato, sottoscritta anche da deputati di altri partiti, vi sono casi in cui è una vera e propria filiera criminale ad entrare in azione, con basisti che studiano la situazione degli allevatori e che fanno sì che gli animali possano essere portati via nottetempo, caricandoli sui camion. Per fare queste cose non basta una persona sola, non è tutto frutto della casualità. E' un fenomeno che non si può sottovalutare e che incide anche sul Pil (Prodotto interno lordo): gli imprenditori colpiti da abigeato si scoraggiano e la qualità della vita si abbassa. Da qui, la necessità di fare qualcosa: nessuno ascoltava gli allevatori che hanno sollevato un grido d'allarme. Mi hanno interpellato e, dopo la mia interrogazione, hanno capito di non essere soli e che le istituzioni sono al loro fianco. Sono partiti i primi incontri e le prime denunce. Ecco che nasce l'Associazione libera allevatori, per fare "rete": circa un centinaio sono i produttori che partecipano dalle province di Caltanissetta, Palermo, Enna e qualcuno anche da Agrigento, ma in tanti ci aspettano per partecipare anche da altre realtà. Gli allevatori associati avranno un legale e, cosa fondamentale, si costituiranno parte civile nei casi di furto di bestiame. Inoltre, abbiamo già chiesto la convocazione di un Comitato di sicurezza in Prefettura, trovando la disponibilità del viceprefetto dott. ssa Di Raimondo. Nell'ambito della predisposizione dello statuto, che sarà utile anche per iniziative comuni, vi è stata consulenza dell'Associazione regionale veterinari e del legale, avv. Graziella Sferrazza».

Tra gli allevatori e rappresentanti delle aziende riunitisi per l'occasione, diversi giovani e produttori che non hanno mancato di manifestare la propria rabbia, segnalando recenti casi di abigeato registratisi nel Catanese. Tra i promotori della nascita dell'associazione, anche il dott. Stefano Di Maria, proveniente da Piazza Armerina: «Fare "rete" rappresenta un'arma fondamentale, che prima era sconosciuta agli allevatori. La cosa scioccante è che siamo tutti qui accomunati dalla disgrazia del furto, ma è al tempo stesso meraviglioso che ora siamo tutti uniti nella volontà di avviare un'opera di sinergia e controllo».

Così, il sancataldese Salvatore Di Vita: «La collaborazione fra noi crea lavoro, cooperazione a livello sociale. C'è la voglia di contrastare questi fenomeni che colpiscono le aziende ed i produttori, sensibilizzando su questo grosso problema anche le forze dell'ordine».

La Sicilia, 8 Dicembre 2014 di Claudio Costanzo

http://giornaleonline.lasicilia.it/GiornaleOnLine/stampa_articolo.php?id_articolo=2726805&pagina=18

08/12/2014

@alepaganotwit