Jean-Pier Delaume-Myard, portavoce di Homovox, è intervenuto alla Manif Pour Tous Italia a difesa della famiglia naturale

 

 

 

 

Io, omosessuale, credo che ogni bambino abbia diritto a un padre e a una madre"


 

ROMA, 13 Gennaio 2014 (Zenit.org) - È omosessuale dichiarato ma le lobby gay lo considerano un traditore. La sua colpa: considera il matrimonio come prerogativa esclusiva di un uomo e di una donna ma soprattutto si batte per il diritto dei bambini di essere cresciuti da un padre e da una madre.

Jean-Pier Delaume-Myard è stato il protagonista dell’intervento più interessante della Manif Pour Tous Italia, che sabato scorso ha portato circa 4000 persone, in prevalenza giovani e famiglie, a piazza Santi Apostoli a Roma, ad esprimere la propria contrarietà al progetto di legge Scalfarotto contro l’omofobia, che rischia di introdurre il reato di opinione per chi si dicesse contrario al matrimonio e all’adozione da parte di omosessuali e, più in generale, alla cultura del gender.

Dopo l’entrata in vigore della legge Taubira in Francia, Delaume-Myard, che è portavoce dell’associazione Homovox (rappresentativa degli omosessuali ‘fuori dal coro’), è stato vittima di minacce di morte sul web e il suo libro, intitolato OMOSESSUALE contro il matrimonio per “tutti”, è stato censurato dai media sotto la pressione dei gruppi LGBT. “Chi è più omofobo, la Manif Pour Tous o loro?”, ha detto con amara ironia alla folla radunata in piazza Santi Apostoli.

Jean-Pier è omosessuale ma non è affatto orgoglioso di questa sua inclinazione, anzi, un po’ se ne vergogna. È credente e cattolico ma la sua è una battaglia laica, civile ed aconfessionale, secondo lo spirito della Manif Pour Tous italiana e dell’omologa iniziativa transalpina da cui ha preso il nome.

Quando alla fine del 2012 il governo Hollande annunciò il varo della legge Taubira per la legalizzazione del matrimonio e delle adozioni omosessuali, i media francesi si schierarono pressoché unanimemente a favore ma “in realtà mi stavano rubando la mia voce, stavano rubando la nostra voce, di noi omosessuali che non avevamo chiesto niente di tutto ciò”, ha dichiarato il portavoce di Homovox.

Delaume-Myard decise così di scrivere al Nouvelle Observateur, sul cui sito la lettera intitolata Sono omosessuale, non gay: cessate questa confusione!, fece il giro del web, con più di 110.000 visite.

L’attivista di Homovox accusa sostanzialmente le lobby gay di ghettizzare ancor più le persone omosessuali, di pregiudicare ulteriormente la loro accettazione sociale. “I gay si richiamano ad una cultura – ha detto Delaum-Myard - ad uno stile di vita. Hanno bisogno che il loro macellaio, il loro panettiere, il loro venditore di giornali sia gay. Vogliono vivere con altri gay… Io, in quanto omosessuale e come individuo di una nazione, ho sempre fatto la scelta di alloggiare e di agire senza preoccuparmi dell’orientamento sessuale dei miei vicini o dei miei colleghi di lavoro”.

E ha posto una nuova domanda scomoda: “Perché vogliono una legge a favore del matrimonio fra persone dello stesso sesso? Per le persone omosessuali o per le centinaia di gay che vivono nelle zone chic di Parigi?”.

La concessione del diritto d’adozione alle coppie omosessuali è “l’albero”, ovvero la ‘foglia di fico’, dietro al quale si nasconde “la foresta della maternità surrogata e della procreazione medicalmente assistita”, il cui progetto di legge verrà discusso dal parlamento francese il prossimo marzo.

“Combatto in coscienza e con tutte le mie forze affinché ogni bambino abbia un padre e una madre – ha proseguito Delaum-Mynard. Se io fossi eterosessuale, avrei perseguito lo stesso scopo, vale a dire quello della razionalità!”.

“Il mio impegno – ha sottolineato - non ha niente a che vedere con il mio orientamento sessuale. Mi sono impegnato perché se uno ha un minimo di compassione per gli esseri umani, certamente non si può accettare che un bambino rimanga senza punti di riferimento sociali”.

Un bambino, asserisce Delaum-Mynard, non può essere privato dell’affetto materno, né costretto a chiedere un giorno chi fosse sua madre. Un bambino, ha affermato, “non è né merce di scambio, né carne da macello, è un essere umano che ha diritto a conoscere l’origine culturale, geografica, sociale e religiosa dei suoi genitori”.

Per leggi come la legge Taubira o la legge Scalfarotto (che di fatto rappresenterebbe l’anticamera alla legalizzazione del matrimonio gay anche in Italia), “pagheranno il prezzo gli omosessuali stessi, perché sono queste leggi stesse che stanno creando omofobia, non chi scende in piazza”. I governi che approvano tali cambiamenti normativi, di fatto non hanno “altro scopo che uccidere la famiglia”.

Prima di congedare i manifestanti, dando loro appuntamento ad una possibile “grande manifestazione europea”, il fondatore di Homovox ha avanzato la propria proposta per le prossime elezioni europee: che i candidati firmino una carta “dichiarando di proteggere la famiglia e di rispettare le persone”, poiché la famiglia, oltre ad essere “il posto migliore per crescere ed essere educati”, è “la cellula base della società” e “assicura il futuro e il progresso del paese”.

Di Luca Marcolivio