Iraq/ Decapitazione reporter, Sbai: "Ecco con chi si cerca il dialogo"

 

 

 

 

“Una risposta drammaticamente chiara a chi parla, senza cognizione di causa, di dialogo con il jihadismo terrorista dell’ISIS.


Un reporter decapitato e uno che rischia di esserlo nelle prossime ore sono il risultato dei tentennamenti e delle giustificazioni della politica mondiale, relativista e debole, verso un’organizzazione terroristica che compie massacri, stupri e sequestri ogni giorno. Che fino a ieri additava alla Siria il rapimento di Foley, quando oggi, purtroppo, si è capito chi lo aveva sequestrato. È il nuovo Afghanistan”.

Così Souad Sbai, giornalista e scrittrice italo-marocchina, commenta il video della decapitazione da parte dell’ISIS del reporter James Foley, diffuso sul web.

“La verità? Che questa morte non servirà a smuovere la sporca coscienza di chi da dieci anni cerca un dialogo con chi taglia teste e massacra minoranze. Con la primavera araba si è addirittura tentato di porre questi criminali al potere in Nordafrica, e il popolo li ha rigettati come sangue infetto. Sono ovunque, non solo nel mondo arabo ma anche in Europa, dietro la nostra porta, e l’adesione delle frange più estreme a questo movimento terroristico è più ampia di quanto non si pensi. E si nutre del pressappochismo e della ignorante dietrologia di politici e intellettuali, che credono di poter dialogare con terroristi spietati e senza pietà umana. Mi chiedo cosa scriveranno oggi i geni della politica nostrana, che anche la decapitazione di reporter stranieri è l’unica arma in mano a chi si ribella?”