IL COMITATO “SI ALLA FAMIGLIA” PROPONE IL TESTO UNICO SULLE “UNIONI CIVILI”.

 

 

 

 

 

"PILLOLE" 5/2015


 

 IL COMITATO “SI ALLA FAMIGLIA” PROPONE IL TESTO UNICO SULLE “UNIONI CIVILI”.

Al Senato, il 1' firmatario è il Sen. Maurizio Sacconi.

Alla Camera, il 1' firmatario è l'On. Alessandro Pagano

Mentre il Sindaco di Roma Marino, ha dato il via libera all’istituzione del registro delle unioni civili, a livello nazionale prosegue il lavoro in Commissione Giustizia del Senato sul ddl Cirinnà in materia. Secondo le associazioni cattoliche il testo equipara le unioni civili al matrimonio aprendo la strada alle adozioni gay. In questo contesto il comitato “Sì alla famiglialancia un testo unico che non introduce nuove norme, ma offre un elenco di diritti che già spettano ai conviventi, ma di cui spesso si ignora l’esistenza. Lo spiega Massimo Introvigne presidente del comitato “Si alla famiglia”:

R. – In questo momento in Parlamento ci sono due alternative, per rispondere anche alle sollecitazioni della Corte Costituzionale su questa tematica. Ci sono proposte che vogliono introdurre qualcosa che si chiama ‘matrimonio omosessuale’, con pieno accesso alle adozioni e c’è il disegno di legge Cirinnà, che vuole introdurre qualcosa che si chiama ‘unioni civili’, con una porta aperta alle adozioni.

Ma come dice l’Onorevole Scalfarotto, il sottosegretario del PD  che è anche uno dei padri di questa proposta di legge in una intervista a Repubblica, "non si tratta di una cosa diversa dal matrimonio ma è la stessa cosa sotto un altro nome".

D. – E voi come “Sì alla famiglia” che cosa proponete?

R. – “Sì alla famiglia” ha pensato, con un lavoro in cui sono stati coinvolti giuristi, magistrati e anche tanti amici parlamentari fra cui, Maurizio Sacconi che è il primo firmatario al Senato

(A.S. 1745) e Alessandro Pagano che è il primo firmatario alla Camera (A.C. 2829), che hanno  presentato un testo base che ha trovato consensi in parlamento ampi e trasversali. Questo lavoro non è una proposta di legge nuova ma un “Testo Unico”.

Per definizione il 'Testo Unico' è una ricognizione, una collazione dei diritti che i conviventi tutti - sia dello stesso sesso, sia anche un uomo e una donna che convivono - già hanno nel diritto in vigore. Forse molti non conoscono questi diritti che ci sono già e che per la precisione sono ben 33 (trentatre)!  Sono un elenco abbastanza impressionante, e sono i diritti che per esempio riguardano la visita in ospedale, la decisione su operazioni che mettono a rischio la vita, l’accesso alle cartelle cliniche, la visita in carcere, il risarcimento del danno. Perfino le misure e i risarcimenti in materia di usura, di mafia e di terrorismo, già nella legge in vigore si estendono alla protezione e al risarcimento del convivente, anche dello stesso sesso.

D. – Eppure chi chiede una legge  ad hoc in materia sostiene che ciò che lei ha appena elencato manca per le unioni civili?

R. – Assolutamente sì e anche naturalmente nei confronti di una certa parte dell’opinione pubblica, specie cattolica, si dice che ci sono due proposte: c’è il matrimonio omosessuale e ci sono le unioni civili. Qualcuno maliziosamente dice: “pigliatevi le unioni civili, che almeno non sono il matrimonio”. Ecco, da adesso le proposte sono tre: c’è il ‘matrimonio omosessuale’, ci sono le ‘unioni civili’ o come dice l’onorevole Scalfarotto "il matrimonio sotto altro nome", e poi c’è un “Testo Unico” sulle “Unioni Civili” che, senza nulla innovare, quindi senza in nessun modo favorire, organizzare, promuovere le convivenze, è un testo che elenca, mette in ordine, fa chiarezza – come dice la Corte Costituzionale – su tutti quei complessi diritti  - ripeto, ben 33 – elencati dal testo, che il nostro ordinamento già riconosce alle persone che vivono una convivenza.

D. – Poi c’è la questione della reversibilità della pensione: chi chiede un riconoscimento delle unioni civili sostiene che questo è un punto mancante nell’attuale quadro legislativo …

R. – E’ qualcosa che è tipico del matrimonio, quindi è un primo segnale nei confronti di una totale equiparazione delle convivenze anche omosessuali, anzi solo omosessuali, nel progetto Cirinnà, al matrimonio. Ma a parte questo aspetto simbolico, molte voci ci hanno ricordato che ci sono anche problemi pratici. Già oggi lo Stato non ce la fa a pagare tutte le pensioni, se si aggiungessero anche queste, il sistema pensionistico crollerebbe.

D. – Parlando di altre forme di matrimoni o unioni civili, spesso si dimentica che ai diritti devono corrispondere i  bvdoveri. Così accade nel matrimonio, riconosciuto dalla Costituzione …

R. – Senza dubbio. Oggi abbiamo una cultura dei diritti - lo ripete spesso Papa Francesco - e non abbiamo una cultura dei doveri. Nella nostra idea di raccogliere le norme esistenti in un testo unico, noi facciamo vedere che queste norme mostrano come da ogni convivenza derivino diritti e doveri. Di questi doveri nei testi legislativi non è che ci sia tanta traccia.

 @alepaganotwit