Resoconto stenografico dell'Assemblea seduta n. 487. Martedì 22 settembre 2015

  

 

 

 

 

Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale per il rafforzamento delle garanzie difensive e la durata ragionevole dei processi nonché all'ordinamento penitenziario per l'effettività rieducativa della pena


 

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'Onorevole Pagano. Ne ha facoltà.

1^ parte

ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, nel breve tempo a mia disposizione tutto avrei potuto immaginare tranne che si creassero le condizioni per cui io prendessi le difese dell'onorevole Verini; il quale non ha bisogno sicuramente di essere difeso dal sottoscritto, però ha detto una serie di cose assolutamente condivisibili e che non appartengono ad un partito, o comunque ad un'alleanza o ad un componente del Parlamento: appartengono al buonsenso. Quel buonsenso che era sta stato smarrito per anni a seguito di personalismi dei quali la politica si è imbevuta, oggi è stato ritrovato.

Il ragionamento su cui noi oggi dobbiamo assolutamente porre l'attenzione è quello che esiste tra un certo tipo di giornalismo squalificato, che dobbiamo assolutamente condannare.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ALESSANDRO PAGANO. Un giornalismo che si nutre di gossip, che si alimenta di giustizialismo e che tende solo a distruggere l'immagine delle persone (sfido chiunque a dire che è normale pubblicare «giornalate» intere pur di distruggere l'immagine di persone), e un giornalismo di inchiesta. Giornalismo come quello, per

esempio, che abbiamo visto in questi giorni con la trasmissione Le Iene che ha consentito lo smascheramento di un diffuso sistema di potere, che vedeva assieme fette di magistratura, certamente deviate, e che ha consentito, nell'ambito dei processi sui beni confiscati alla mafia, di farne un uso proprio. Questo è giornalismo di inchiesta, queste sono situazioni che vanno difese.

2^ parte

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO. Presidente, solo per mostrare un compiacimento. Poco fa ho fatto un piccolo intervento; eravamo nell'ambito del minuto che mi era concesso. Adesso, invece, abbiamo qualche minuto in più e desidero fare qualche considerazione, soprattutto per sgombrare il campo rispetto alle politiche riguardanti questa materia così come è stata spiegata oggi dal MoVimento 5 Stelle. Francamente, ci hanno lasciato sbigottiti. Infatti, al di là di un refrain di argomentazioni continue, anche condite da fatti personali, ritengo che essi non siano riusciti a dare un contributo serio e concreto al dibattito odierno. Lo dico anche con il massimo rispetto. Io penso invece che in quest'Aula oggi abbiamo assistito a un salto qualitativo rispetto al passato. È successo qualcosa di innovativo, autenticamente innovativo. Probabilmente ciò era dovuto al fatto che in passato c'erano delle politiche sulla giustizia improntate sul personalismo, sul fatto che, quando venivano affrontati certi argomenti venivano subito identificati in nome e per conto di qualcuno. Forse sarà stato per questo, o forse perché c’è stata una maturazione complessiva del Paese, forse anche una indignazione collettiva, forse perché ci sono stati qualcosa come 24 mila casi che sono stati conclamati in termini di «ingiustizia» ai danni di persone innocenti, forse perché ci sono state centinaia di milioni di euro di risarcimento alle stesse, fatto sta che abbiamo osservato un cambiamento di regime, un cambiamento di impostazione culturale. Il nostro partito – e da questo punto di vista non posso che essere compiaciuto – è stato protagonista all'interno di questa nuova stagione. Quindi, bene ha fatto il Parlamento nella sua interezza, ad eccezione, appunto, del gruppo del MoVimento 5 Stelle, a operare in quella che è una logica di assoluto buonsenso e nel rispetto della Costituzione. Dire questo sembra un'ovvietà, ma bisogna ripetere questo fino alla nausea. Chesterton diceva, all'inizio del secolo scorso, che arriveranno momenti in cui, per dire le ovvietà bisognerà sguainare le spade o comunque immaginare tenzoni.

È esattamente quello che sta accadendo in questa Aula. Noi abbiamo detto cose ovvie, abbiamo citato la Costituzione che prevede e garantisce il diritto alla privacy. Ma il buonsenso lo dice, e non bisogna scomodare nulla e nessuno; eppure qui abbiamo assistito al festival del «bastian contrario». Cosa diciamo con questo emendamento ? Si punisce chi reca un danno alla reputazione e all'immagine del cittadino – quel cittadino tante volte evocato a sproposito dal gruppo appena citato – quando non ci sono fatti penalmente rilevanti. Quando, invece, ci sono (ed anche questo è un fatto assolutamente scontato) indagini, oppure quando c’è il diritto di cronaca, è evidente che in questo caso finisce la sfera della tutela del cittadino e subentra la sfera della tutela della collettività.

In questi ultimi venti-venticinque anni abbiamo assistito ad un’escalation incredibile; intere paginate di vergogna sono state messe tutte assieme senza nemmeno un minimo di ritegno sui giornali. Abbiamo letto sui giornali di tutto e di più: discussioni familiari, discussioni fra amici, tutto inserito dentro un articolo forse solo con lo scopo di buttare discredito su qualcuno. Ma un popolo che smarrisce il senso del dovere nei confronti dei più deboli – in questo caso il cittadino è la parte debole – è un popolo che ha smarrito la civiltà. Noi oggi siamo in controtendenza e ci arroghiamo – per quanto non sia ancora una norma compiuta nel suo divenire – il diritto di dire che finalmente qualcosa è cambiato. Faccio riferimento alle derive che da un lato erano giudiziarie – dico e confermo che se vengono pubblicate certe cose ciò vuol dire che c’è stato qualcuno che gli incartamenti li passava – e dall'altro di tipo giornalistico, con pubblicazioni di gossip e pettegolezzi che hanno abbeverato l'opinione pubblica e l'hanno avvelenata.

 Ecco perché riteniamo che, da questo punto di vista, il salto qualitativo sia avvenuto. In Italia in questo momento la condanna non arriva dal giudice ma dalla gogna mediatica, e questa è una cosa che deve finire; questo è un elemento distonico rispetto alla civiltà di un popolo. Per questo motivo siamo orgogliosi di questo emendamento che abbiamo innescato noi, e che poi abbiamo accettato nella riformulazione del Partito Democratico. Per noi va bene così perché è evidente e chiaro qual è l'obiettivo: riportare l'Italia nella civiltà giuridica (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC).

(pag.47)

Intervento On. Farina Daniele

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Daniele Farina. Ne ha facoltà.

DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. Noto che ciò che per il collega Ferraresi è negativo, spesso invece per noi è positivo, ad esempio le depenalizzazioni. Noi abbiamo espresso la totale contrarietà a delegare il Governo su una materia che ha questa straordinaria delicatezza e ricordavo come il Parlamento in più legislature – capitò anche a me molti anni fa – ha provato ad elaborare un testo che tenesse insieme e riequilibrasse i vari e contrastanti interessi. Qui siamo in presenza di un altro dei regali di questo provvedimento che è apparso fin dall'inizio come un carrello della spesa in cui, lungo la corsia, una mano buttava dentro un prodotto.

Lo abbiamo visto con la superpenalizzazione di alcuni reati predatori, lo abbiamo visto sul voto di scambio. Infine oggi ci troviamo con abbondanza di deleghe un'informe serie di prodotti – altro che provvedimento sistemico – dentro questo medesimo carrello. Qui siamo in uno di questi regali che non c'erano nel testo originario ma sono apparsi. Il famoso emendamento Pagano per essere meglio compreso va visto nella sua formulazione originaria e la sua formulazione originaria ben racconta lo spirito della legge ed è questo sì un intervento che ha un carattere intimidatorio e punitivo; questo sì può configurare una forma di bavaglio con principi di delega molto più stringenti delle chiacchiere che abbiamo fatto fino ad oggi. Ecco perché ci asterremo sull'emendamento in questione Verini 29.152 perché riteniamo che sia difficile migliorare ciò che ha questo livello di negatività. Invece voteremo a favore di tutti quegli emendamenti che vogliono eliminare questa lettera b) dall'articolato di delega.

 (pag.48) Intervento On. Mara Mucci 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mucci, a titolo personale. Ne ha facoltà.

MARA MUCCI. Signora Presidente, una precisazione, perché qui non stiamo parlando di intercettazioni o registrazioni – e lo dico al collega Ferraresi – tese semplicemente a divulgare per diritto di cronaca, ma si tratta di registrazioni fatte al solo fine di recare danno alla reputazione o all'immagine altrui, per il quale si richiede la reclusione fino a quattro anni, di riprese audiovisive o conversazioni effettuate in modo fraudolento, quindi, che minano la moralità di un soggetto e che sono, appunto, fatte in maniera fraudolenta e anche organizzata preventivamente. E non è diritto di cronaca, per questo noi riteniamo giusto questo emendamento che va a mitigare notevolmente la versione originaria dell'emendamento Pagano che ha fatto giungere al testo, così come noi lo troviamo oggi, alla discussione di quest'Aula. Si va a toccare coloro che in modo fraudolento ed in modo da minare la reputazione altrui utilizzano le registrazioni anche con «taglia e cuci» tesi a minare la moralità delle persone.

@alepaganotwit