Mozione 1-01039 concernente le sezioni specializzate sui migranti nei tribunali. Seduta n. 512 del 28.10. 2015.

 

 

 

 

 

 

 

La Camera,


 

premesso che:

i drammatici fatti di cronaca negli ultimi mesi hanno evidenziato come l'eccezionale migrazione di cittadini provenienti dai Paesi extraeuropei sia divenuta ormai un fenomeno strutturale che costituirà una delle più complesse questioni che l'Italia e l'Unione europea saranno chiamate ad affrontare nei prossimi anni;

il livello dei richiedenti asilo in Italia nel 2015 è risultato piuttosto elevato: nel primo semestre del 2015 le richieste sono state 30.150 (dati Eurostat, 18 settembre 2015). Nel 2014 le domande presentate sono state 64.886 a fronte delle 26.620 del 2013 (fonte Consiglio italiano per i rifugiati). Il forte incremento è collegato alla notevole ripresa dei flussi migratori;

il nostro Paese ha predisposto misure adeguate sia sul piano emergenziale che sul piano strettamente amministrativo che hanno consentito, per questo ultimo aspetto, di migliorare l'efficacia e l'efficienza dell'apparato amministrativo. Infatti, con l'adozione del decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 142, che ha dato attuazione alle direttive europee n. 32 (cosiddetta direttiva procedure) e n. 33 del 2013 (cosiddetta direttiva accoglienza) e con l'emanazione del relativo regolamento di attuazione, il nostro Paese ha regolamentato in modo più semplice e più snello il procedimento amministrativo per quanto concerne il riconoscimento e la revoca dello status di protezione internazionale;

in particolare, il citato decreto legislativo ridisegna il sistema di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale sulla base, (per quanto riguarda le strutture) del Piano nazionale per fronteggiare il flusso straordinario di migranti, adulti, famiglie e minori non accompagnati, definito d'intesa tra Stato, regioni ed enti locali il 10 luglio 2014, inserendo la previsione di strutture temporanee appositamente destinate ad accoglienza straordinaria in caso di saturazione delle strutture ordinarie a seguito di flussi ravvicinati e numerosi;

per fare fronte all'eccezionale afflusso di rifugiati nel nostro Paese sono state aumentate le risorse destinate ai servizi di asilo con l'adozione di diversi provvedimenti, anche a carattere di urgenza, tra cui il decreto-legge n. 119 del 2014, che ha raddoppiato il numero delle commissioni per l'esame delle domande di protezione internazionale. Tali misure hanno sicuramente reso più sostenibile il sistema; infatti, dall'inizio del 2015 le istanze definite dalle commissioni territoriali sono state 46.490, con un aumento di circa il 70 per cento rispetto al 2014;

l'articolo 18-ter del decreto-legge n. 83 del 2015, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2015, n. 132, ha previsto, peraltro, un piano straordinario di applicazioni extra-distrettuali idoneo a fronteggiare l'incremento del numero dei procedimenti giurisdizionali connessi con le richieste di accesso al regime di protezione internazionale e umanitaria da parte dei migranti presenti sul territorio nazionale e di altri procedimenti connessi al fenomeno dell'immigrazione;

tuttavia, nonostante gli interventi del Governo precedentemente citati, sono necessarie maggiori risorse in termini di personale qualificato idoneo per ridurre i tempi delle richieste di asilo in modo da riconoscere l'effettivo diritto di protezione internazionale a quanti effettivamente ne hanno diritto ed effettuando i rimpatri volontari ed assistiti o i respingimenti, ove tali condizioni non sussistano;

occorre, in ogni caso, procedere anche ad iniziative di natura organizzativa destinate a garantire un'adeguata gestione dei flussi migratori. Sarebbe utile al proposito valutare la possibilità di semplificare ancora di più la materia e procedere a soluzioni digitalizzate che consentano di creare modelli più moderni e più efficaci di gestione dei flussi,

impegna il Governo:

a valutare l'opportunità di introdurre misure idonee, oltre a quelle già previste, atte a velocizzare ancora di più le procedure concernenti il riconoscimento dello status e l'accoglienza dei rifugiati;

a valutare la possibilità di istituire presso i tribunali sezioni specializzate per i procedimenti di protezione internazionale;

a valutare l'opportunità di assumere iniziative dirette alla formazione specifica sia del personale delle commissioni territoriali che dei magistrati ordinari;

a valutare l'opportunità di intervenire attraverso semplificazioni di carattere procedurale atte a rendere più efficiente ed efficace il procedimento giurisdizionale sulle materie di cui in premessa;

a valutare, qualora ve ne fosse bisogno, il ricorso alla mobilità del personale degli enti territoriali nel frattempo sciolti da inserire nelle sezioni specializzate per i procedimenti di protezione internazionale.

(1-01039) «Marotta, Pagano, Dorina Bianchi».

@alepaganotwit