Intervista @alepaganotwit su #ddlcirinnà e difesa #famiglia rilasciata al periodico della Diocesi di Caltanissetta "L'Aurora".

 

 

 

 

 

Edizione Anno IX, Giugno 2015.


 

Ddl  Cirinnà,  matrimonio e adozioni gay

Salvare la famiglia per costruire un mondo migliore

La famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna e aperta alla vita, in Italia, sta subendo un attacco fatale principalmente attraverso vie giuridiche ispirate all’ideologia gender, che più volte Papa Francesco ha chiaramente condannato. Le teorie gender ci vogliono convincere che il maschile e il femminile nell’umano sono semplicemente delle costrizioni che ci provengono dalla cultura e dalla società. Per liberarsene occorre che ognuno scelga liberamente che identità di genere avere, indipendentemente dal proprio sesso. Il noto social network facebook dà, ad esempio, la possibilità di scegliere tra cinquantotto generi diversi. Si invera così l’abolizione dell’umano che vede la sua straordinaria bellezza nella complementarità e nella reciprocità tra l’uomo e la donna, il cui luogo principe è la famiglia. Per questo occorre destrutturarla!

Concretamente in Parlamento si sta discutendo la proposta di legge Cirinnà che vuole introdurre nella sostanza il matrimonio omosessuale con la possibilità di adottare il figlio del partner. Non si tratta, infatti, di dare alcuni diritti alle persone omosessuali – che tra l’altro le nostre leggi già prevedono – ma di equiparare le convivenze tra persone dello stesso sesso alla famiglia naturale. A dirlo è proprio il sottosegretario Ivan Scalfarotto che intervistato da “Repubblica” il 16 ottobre 2014, definiva ciò che con tale ddl si vuol fare: «non un matrimonio più basso, ma la stessa cosa. Con un altro nome per una questione di realpolitik». Insomma, il giochetto è bell’è fatto! Si chiama unione civile, ma nei fatti è un vero e proprio matrimonio omosessuale. Il disegno di legge, infatti, introduce un vero e proprio “rito” simile al matrimonio per l’avvio di una unione civile e richiama per questa le norme del codice civile che valgono per il matrimonio. Un qualsiasi tipo di legge sulle unioni civili tra l’altro attirerebbe subito l’intervento dell’Europa che imporrebbe l’adozione dei bambini per le coppie dello stesso sesso. Dalla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, infatti, si ricava che nessun Paese è obbligato a introdurre nel suo ordinamento le unioni civili fra persone omosessuali. Se però lo fa, non può poi discriminare in materia di adozioni le coppie omosessuali “civilunite” rispetto a quelle formate da un uomo e una donna. Dunque, introdurre qualche cosa che si chiami “unioni civili” ed escludere le adozioni è giuridicamente impossibile. Quanto alla parola “matrimonio” le esperienze francese, inglese, irlandese mostrano come, una volta che la società si è abituata a unioni civili sostanzialmente uguali al matrimonio, diventi poi molto difficile spiegare agli elettori perché non si dovrebbero chiamare matrimonio.

Dal punto di vista sociologico, sappiamo che i sondaggi sono ormai a loro volta armi improprie di lotta politica, ma il dato che sembra comunque emergere è che gli italiani sono in maggioranza favorevoli a una regolamentazione dei diritti e doveri che derivano dalle convivenze, anche omosessuali, perplessi sul “matrimonio” fra persone dello stesso sesso, contrari alle adozioni e contrarissimi all’utero in affitto. In quest’ottica, non occorre una legge sulle unioni civili, fatta col chiaro intento di scardinare la famiglia, centro e motore della società e della storia, ma si possono riconoscere alle persone omosessuali tutti i diritti relativi alle visite in ospedale, in carcere, ai contratti di locazione e altri senza istituire quella che Scalfarotto chiama «la stessa cosa» del matrimonio. Questi diritti sono elencati dalla proposta di legge presentata al Senato dal Sen. Sacconi e alla Camera dall'On. Pagano, su cui molti parlamentari stanno convergendo, che propone un testo unico dei diritti dei conviventi e non usa l’espressione “unioni civili”. Chi vuole che alle persone omosessuali siano riconosciuti tali diritti ma non vuole il “matrimonio” e le adozioni può e deve partire da questa proposta. Chi invece sostiene le unioni civili – nella versione Cirinnà o in altre – dovrebbe avere il coraggio di ammettere che sta aprendo la strada alle adozioni e al “matrimonio” omosessuale.

Certo i politici, e principalmente i politici cattolici, devono essere in prima linea per ostacolare questo assalto mortale all’istituto familiare, ma anche la società civile, i gruppi e i movimenti ecclesiali e civili e dulcis in fundo la Chiesa, devono far sentire la loro voce. Lungi dal giudicare le persone in quanto persone, abbiamo il dovere di contrastare mentalità e leggi che distruggendo la famiglia, distruggerebbero la società.

Occorre dunque moltiplicare lo sforzo di sensibilizzazione, riflessione e azione in ogni ambito per dire sì alla famiglia, per difendere il diritto dei bambini ad avere un papà e una mamma e per salvaguardare la libertà di espressione di tutti coloro che pensano che la famiglia sia quella tra un uomo e una donna. Il futuro dei nostri figli dipende dalla generosità e dall’impegno che oggi noi mettiamo nel costruire un mondo migliore di quello che ci è stato consegnato.

Alessandro Pagano

 @alepaganotwit