Bambini in alto mare - Dalla Siria all’Italia: bambini migranti in fuga dalla guerra - Le nuove sfide della cooperazione in Siria e l’appello di Ai.Bi. per una accoglienza family to family in Italia

 

 

 

 


 

Cari amici,

 

Un imprevisto questa mattina mi rende impossibile partecipare fisicamente alla conferenza stampa “Bambini in alto mare - Dalla Siria all’Italia: bambini migranti in fuga dalla guerra - Le nuove sfide della cooperazione in Siria e l’appello di Ai.Bi. per una accoglienza family to family in Italia

Ma la distanza fisica nel mondo contemporaneo non è più un problema in quanto i mezzi tecnologici aiutano la buona volontà e mi consentono comunque di partecipare all’incontro.

Colgo l’occasione per un saluto ad AiBi, al suo presidente Marco Griffini  e a tutti i presenti poiché con questa iniziativa contribuiamo a rende una giornata di commemorazione anche una giornata di riflessione per azioni concrete in favore dei più deboli, fragili e indifesi: i bambini e le loro famiglie, persone che sono vittime di guerrra o che si allontanano del loro paese per necessità economica. Volti, storie, umanità 

Quando AiBi per la prima volta mi parlò dell’approccio Family to family tre anni fa, durante l’avvio del progetto Bambini in Alto Mare in Italia e in Siria, mi sembrava una bella visione – una missione però impossibile.

Oggi, invece, a distanza di tre anni credo che non solo sia una missione possibile, bensì doverosa.

Da dati Istat

Al 31 dicembre 2015 risiedono in Italia 60.665.551 persone, di cui più di 5 milioni di cittadinanza straniera (8,3% dei residenti a livello nazionale, 10,6% al Centro-nord).

Dal portale http://www.integrazionemigranti.gov.it/Servizi/MinoriStranieri/Pagine/Dati-sulla-presenza-di-monori-.aspx a cura del ministero del lavoro e politiche sociali, ministero dell’interno e ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. i DATI SULLA PRESENZA DEI MINORI STRANIERI NON COMUNITARI dicono che

​Al 1° gennaio 2015, i minori non comunitari in Italia ammontano a 943.735. La popolazione non comunitaria appare nettamente più giovane della popolazione italiana. Spicca in particolare la quota di minori che rappresentano il 24% dei regolarmente soggiornanti a fronte del 16,2% degli italiani residenti. Rispetto all'anno precedente il loro numero è cresciuto di 18.166 unità (+2%).

La quota di minori di origine straniera nati in Italia è in costante aumento, sia in termini assoluti, che per la sua incidenza sul complesso dei minori non comunitari. Il numero dei nati in Italia da genitori non comunitari è passato dai quasi 31 mila nati nel 2002 ai circa 60 mila nel 2013.

Dai dati UNHCR registrano che dal 1 gennaio 2016 ad oggi  il 15% di tutti i migranti arrivati in Italia è rappresentato da bambini e ragazzi che viaggiano soli.

Dal recente rapporto “grandi speranze alla deriva” di Oxfam leggiamo

“In Italia, ormai quasi esclusivo punto d’arrivo dei flussi migratori diretti verso l’Europa, dopo la chiusura della rotta balcanica e l’accordo tra Unione Europea e Turchia, al 31 luglio 2016 erano sbarcati 13.705 minori soli5, con un incremento di più del doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente6 (basti pensare che, in tutto il corso del 2015, ne erano arrivati 12.3607).

Secondo il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, circa il 40% dei minori non accompagnati (quasi 4.800) si trova attualmente in Sicilia. L’attuale normativa infatti prevede che i minori soli siano automaticamente in carico ai servizi sociali dei cosiddetti “comuni di rintraccio”, cioè i Comuni in cui di fatto approdano”

Il fenomeno degli arrivi in italia sappiamo essere sensibilmente aumentato negli ultimi anni, con l’aggravante della sparizione di molti migliaia di stranieri non accompagnati ampiamente denunciata negli ultimi mesi dal mondo dell’associazionismo tutto. Sempre Oxfam denuncia sono 28 al giorno sono 28 al giorno i bambini e ragazzi che si allontanano dai centri in cui sono ospitati e scompaiono.

Occorre sempre di più un approccio intgerato di sistema

Il piano innfanzia recentemente approvato prevede tra gli obiettivi quello di Favorire l’inclusione dei minorenni non accompagnati (MNA), attraverso diverse azioni, tra cui

“La Definizione, attraverso accordi interistituzionali, di procedure univoche sul territorio nazionale che prevedano anche la partecipazione di rappresentanti di ONG accreditate e dei rappresentanti e coordinamenti di 2° e 3° livello del Terzo settore per:

• l’accoglienza locale dei minorenni;

• l’identificazione tempestiva per offrire una più efficace tutela dei loro diritti;

• la valorizzazione di modalità di ascolto dei ragazzi e la loro partecipazione alla definizione e gestione del progetto di accoglienza;

• la diffusione di attività di indagine familiare che favoriscano il diritto del minorenne all’unità familiare laddove risponda al suo superiore interesse.

La Realizzazione di progetti specifici per accompagnare all’autonomia i MNA in vista del raggiungimento della maggiore età a partire dalla prima accoglienza anche attraverso percorsi integrati che coniughino l’educazione e la formazione professionale. “

Lo stesso 8° rapporto CRC di monitoraggio dell’applicazione della convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza raccomanda, tra le altre cose, “Al Ministero dell’Interno di emanare chiare indicazioni per l’immediata attuazione di quanto previsto nell’Intesa Stato-Regioni n. 77/CV del 10 luglio 2014 “Piano nazionale per fronteggiare il flusso straordinario dei cittadini extracomunitari, adulti, famiglie e minori stranieri non accompagnati”, specialmente per quanto previsto alla voce “Accoglienza Minori stranieri non accompagnati”; in particolare: a) di indicare i criteri di accreditamento degli enti gestori di centri di accoglienza e di definire un chiaro sistema di monitoraggio delle attività e degli  esiti dell’accoglienza; b) di rendere il più breve possibile il tempo di permanenza dei minori e delle loro famiglie nei luoghi di prima accoglienza e di garantire la continuità assistenziale nei luoghi di seconda accoglienza, in cui la competenza culturale si avvalga anche di qualificati Servizi di mediazione inter-culturale;” 

Far crescere il nostro Paese significa oggi avere la responsabilità di una crescita che sia anche culturale e di consapevoleza.

Quello che definiamo fenomeno migratorio sono persone portatrici di esperienze.

Con questo non sto dicendo che l’accoglienza debba essere indiscriminata e rivolta a tutti. Occorrono regole ben precise e queste regole vanno rispettate

Dico che per avere una migrazione regolare e sicura, occorre anche rendere più sicuri i territori dove sono accolti i migranti aventi diritto.

Penso perciò al sistema dello sprar e in generale al sistema di accoglienza dei bambini e delle bambine e dei ragazzi che non hanno ancora raggiunto il diciottesimo anno di età.

E penso  a come nel tempo sarà importante lavorare proprio con un approccio family to famiy. Valorizzando, cioè, le famiglie e le associazioni familiari sui territori affinché le strutture dove i minori vengono accolti possano avvalersi delle risorse sul territorio, per svolgere attività inclusive, sia per quanto riguarda la gestione dle tempo libero che per la formazione e il supporto. Attività che non siano solo di assistenza ma che mettano in condizione il bambino di crescere in modo armonioso e il ragazzo di diventare un adulto responsabile, risorsa per la società. 

Penso pertanto alla necessità dell’implementazione dell’affido temporaneo, alla necessità di valorizzare le famiglie disponibili a formarsi per questo tipo di accoglienza (e AiBi già tre anni fa aveva raccolto oltre duemila disponibilita’.

Occorre altrettanto lavorare sui territori di origine per cui ritengo determinante ed essenziale il lavoro che AiBi sta svolgendo in Siria dove si sta consumando un olocausto silenzioso e dove il mio auspicio è che oltre ogni ragione politica possa prevalere la ragione del rispetto umano.

Concludo, inoltre osservando che è bello che in questo percorso di crescita della consapevolezza e del rispetto proposto da AiBi sia coinvolta anche l’arte. Il mio corregionale Nino Frassica con la sua Canzone “a mare si gioca”, scritta dall’altro corregionale Tony Canto, c’è di insegnamento per ricordare e fare tutto il possibile affinché il mare non sia un luogo di morte o di viaggi impossibili.

 @alepaganotwit