Discussione su introduzione dell’educazione di genere nelle attività didattiche delle scuole del sistema nazionale di istruzione.

 

 

 

 

 

 

 

Seduta del 22 novembre 2017-  Commissione VII - (Cultura, scienza, istruzione)


Nell'indifferenza generale, si sta instaurando nel nostro paese una dittatura. Forse a qualcuno, anche fra i presenti, parlare di “dittatura” sembra eccessivo, specialmente se si pensa ai totalitarismi del secolo scorso. Ebbene la prima cosa da ricordare è che mai nella storia certi cambiamenti avvengono improvvisamente; piuttosto ci sono decine e decine di segnali premonitori pronti ad essere colti da chi li sa interpretare.

Ed allora parliamo di questi segnali. Oggi ci troviamo qui perché́ sono tanti i pericoli che incombono sul nostro paese: ne elenchiamo tre, la legge sulle FAKE NEWS, le DAT, il GENDER a scuola.

Ma forse prima di tutto è utile che spieghiamo perché́ ci troviamo in questa piazza, forse una delle più̀ nascoste e senza passaggio della nostra città. Come sapete avevamo chiesto piazza Vittoria o in alternativa piazza Duomo ma non più̀ tardi di 2 giorni fa, con il solito preciso e calcolato ritardo, la questura ci ha contattato comunicandoci la decisione di spostarci in questa piazza.

Oggi chiediamo con l’emendamento 2.2 Borghesi e Pagano l’abrogazione dell’art. 2 dell’introduzione di genere nelle attività didattiche delle scuole del sistema nazionale di istruzione A.C. 1230 e abb.

Ritorniamo ai segnali di dittatura di cui si parlava poco fa: cosa lega la decisione della questura di oggi, la legge sulle fake news, il gender a scuola e le dat? Cosa c'entra la dittatura con questi temi?

C'entra perché́ in tutte queste situazioni viene meno la responsabilità̀ dei singoli, sembra che non ci sia mai nessuno a decidere qualcosa. Eichmann, il gerarca nazista, disse al suo processo che l'uccisione dei non produttivi nei campi di concentramento non era una questione politica ma medica.

In effetti non c'era un politico a decidere chi dovesse essere inviato nei campi di concentramento, perché́ almeno all'inizio questa sorte toccava solo ai malati, ai cosiddetti improduttivi. C'era una valutazione medica fatta da un funzionario che a sua volta si rifaceva ad un regolamento.

Quindi nessuno poteva sentirsi responsabile. Un po' come ci succede oggi: noi ci troviamo qui per la decisione di qualcuno che ai piani alti ha deciso che chiunque puoì manifestare in qualunque piazza bresciana, perfino piazza Loggia, tranne che le Sentinelle in Piedi. E tramite un pezzo di carta chiamato prescrizione, qualche funzionario ha eseguito l'ordine di qualche superiore che in virtù̀ di qualche regolamento ha deciso di mandarci qui. E tutto sembra regolare solo perché́ è legale. Si dice che la burocrazia è l'arma del Potere: è vero.

Perché́ dietro a regolamenti e leggi si nasconde il Potere che prende delle decisioni che vanno in una direzione o nell'altra: nel caso delle Sentinelle in Piedi qualcuno ha deciso di non farci manifestare pubblicamente, che la voce del nostro silenzio non deve essere udita, che le nostre idee non si devono diffondere e per rispettare la legge ci ha mandato in questa piazza nascosta e chiusa al passaggio. La burocrazia si conferma arma del Potere perché  formalmente noi oggi possiamo manifestare pubblicamente le nostre idee, nella pratica basta guardarsi intorno per capire che questo non è vero. La legge è stata rispettata, la polizia ha eseguito gli ordini e quindi nessuno si sente responsabile.

Lo stesso accadrebbe se passassero le varie leggi sulle fake news attualmente presentate in parlamento: sapete a chi spetterebbe il compito di giudicare se una notizia è vera o falsa? Non ad un giudice che possa valutare in un regolare processo la corrispondenza ai fatti di quanto raccontato nella notizia, non alla magistratura bensì ad un'autorità di controllo.

Tradotto in italiano significa che in qualche ufficio ci saranno dei funzionari nominati da chissà chi che decideranno quali notizie considerare vere e quali false. Chi non ha letto 1984 di Orwell lo faccia perché́ questo ricorda molto il “ministero della verità̀”. Ed anche qui la burocrazia diventa la perfetta arma del Potere perché́ sarà̀ impossibile contestare la decisione dell'anonimo funzionario che avrà̀ obbedito agli ordini di chissà quale potente di turno togliendo la notizia sgradita.

E nessuno si sentirà̀ responsabile: il funzionario avrà̀ seguito un regolamento ed obbedito al superiore.

Tutti si sentiranno a posto con la coscienza. Ma noi saremo, attraverso questa legge, privati del diritto costituzionale a dire la nostra opinione (se faremo "ricorso" avremo abbastanza soldi per fare valere i nostri diritti contro il potente di turno? o, ridotti sul lastrico, dovremo ritirare la nostra opinione?) Un po' come il gender a scuola che ormai è stato ufficialmente introdotto con le linee guida del ministro Fedeli. Anche qui la burocrazia si conferma un'arma più̀ letale di qualsiasi esercito perché́ è tramite un regolamento che viene introdotto ufficialmente e formalmente il gender a scuola.

E così chi collaborerà̀ senza obiettare si sentirà̀ a posto perché́ avrà̀ seguito la legge… si dirà̀ “non poteva fare altrimenti, avrebbe perso il posto di lavoro” …

Ma noi oggi vogliamo assumerci tutta la responsabilità̀ di cui siamo capaci davanti al mondo intero e dire che non abbiamo paura di niente, che non c'è niente che ci possano fare i potenti di turno che ci faccia paura. Oggi hanno deciso di spostare la nostra veglia in questa piazza, un domani non troppo lontano saranno magari quegli stessi agenti, che oggi sono qui e che si sentono la coscienza pulita perché́ hanno obbedito a degli ordini, a venire a prenderci nelle case a causa delle nostre idee. Ma non c'è niente che ci possano fare che ci faccia paura.

Solo una cosa temiamo: Hannah Arendt diceva che “il suddito ideale del regime totalitario non è il nazista convinto o il comunista convinto, ma l'individuo per il quale la distinzione fra realtà̀ e finzione, fra vero e falso non esiste più̀”. Noi temiamo l'indifferenza e la combattiamo.

E soprattutto oggi rinnoviamo la promessa che ci ha spinti a scendere in piazza fin dalla prima veglia: difendere ed affermare la verità̀ ad ogni costo. Non sarà̀ la politica a salvarci, non sarà̀ la ricerca del compromesso, del male minore o del maggior bene possibile a salvare la situazione, non sarà̀ un partito a cambiare le sorti del nostro paese. Noi oggi ci assumiamo la responsabilità̀ davanti al mondo e davanti a noi stessi di difendere la verità̀ tutta intera sempre e comunque. L'uomo è fatto per la verità̀, non per il compromesso.

E siamo ottimisti sul futuro perché́ sappiamo come ricorda sempre Hannah Arendt che “il dominio totalitario, al pari della tirannide, racchiude in sé i germi della propria distruzione”.

@alepaganotwit