L'intervento dell'On. Alessandro Pagano alla presentazione del Global Financial Centres Index. Milano 27 Marzo.

 

 

 

 

 

 

Milano Capitale Europea della Finanza presenta  il Global Financial Centres index.


 

 

 

 On. Alessandro Pagano, sintesi dell' intervento sul tema "Un primo bilancio sul rientro dei cervelli in Italia"

 

 • Cervelli: prima uscivano, oggi arrivano e non sono solo Italiani.

• Contributo al PIL già Eur 500 mln.

• L’attrazione dei cervelli non deve essere una misura temporanea soggetta a vincoli di finanziamento, ma una misura strutturale.

• Riportare il capitale umano al centro dell’economia della conoscenza.

• Il Decreto Pagano è la risposta politica alla richiesta di accoglienza e inclusione. 

• Economia deve essere deflattiva dei conflitti sociali. Questa è l’economia della pace.

 

L'intelligencija di cui parlava il filosofo polacco Karol Libelt già nel 1844 in L'amor di patria è stata la grande perdita dell'Italia fino al 23 giugno 2016, giorno del referendum sulla Brexit. Tale data segna un giorno nuovo nella storia delle migrazioni e marca un'inversione di tendenza: da allora, i cervelli rientrati in Italia sono già oltre 36.000.

Secondo i dati del Forum della Meritocrazia 
l'operazione “controesodo” ha già prodotto un contributo al Pil di 500 milioni di euro. Ecco perché era opportuno spingere affinché la legge sul rientro dei cervelli e quella sui ricercatori e docenti non fossero solo un esperimento finanziabile, o meno, a seconda del momento storico, ma divenissero provvedimento stabile. 
Proprio la Legge di Stabilità 2017 ha finalmente reso strutturale la norma in materia di rientro dei cervelli, il D.lgs. 147/2015, rendendola permanente con riferimento alla data di rientro, e ampliando il tempo di fruizione del beneficio.
Contemporaneamente, il Decreto Milleproroghe 2017, fa slittare al 30 aprile 2017 l'opzione di scelta dei benefici fiscali previsti dalla l. 238/2010, cioè la riduzione al 30% dell'imponibile fiscale per gli impatriati. 

Tuttavia, la condizione affinché il Paese sia attrattivo per questo capitale umano è che garantisca loro il tenore di vita che avevano all'estero. Proprio per permettere ciò, la normativa indica una misura che consente di abbattere per un determinato periodo di tempo la base imponibile ai fini Irpef e Irap delle retribuzioni se dipendenti, o dei guadagni di costoro se autonomi.


Le statistiche presentano un quadro incoraggiante. Quasi il 60%  dei rimpatriati ha più di 37 anni, qualifiche elevate ed alto livello comprovato di professionalità. Ma la cosa più importante è che con la Legge di Stabilità 2017, i cervelli che possono entrare e beneficiare nel nostro paese dei vantaggi fiscali previsti, non devono essere esclusivamente di nazionalità italiana, oppure appartenenti ad un paese Ue, ma possono essere di qualsiasi nazionalità. È sufficiente e necessario che siano in possesso di un titolo di laurea, abbiano svolto continuativamente un’attività di lavoro dipendente, di lavoro autonomo o di impresa fuori dall’Italia negli ultimi ventiquattro mesi, ovvero che abbiano svolto continuativamente un’attività di studio fuori dall’Italia, sempre negli ultimi ventiquattro mesi o più, conseguendo un titolo di laurea o una specializzazione post lauream, e che trasferiscano la loro residenza fiscale in Italia per almeno due anni.


Il fondamento della norma è quello di consentire che un espatriato, italiano o straniero, che entri in Italia dopo un'esperienza acquisita all'estero sia una risorsa strategica e per la grande azienda, e per  le piccole e medie imprese che, partendo dal mercato italiano, investono nei mercati internazionali alla ricerca di crescita. Gli espatriati portano un contributo di competenza e reti di relazioni, che sviluppano best practices in linea con gli standard internazionali, leadership, logiche sociali legate a diverse culture aziendali e processi manageriali. Il tal modo le realtà aziendali domestiche accrescono la propria competitività.

Inoltre la promozione della diversity favorisce l'integrazione delle culture e rende attrattivo il paese per gli investimenti, perché informa la propria cultura alla logica dell'accoglienza e dell'inclusione, che altro non sono che i principi dell'economia della pace. Secondo questa angolazione, un'economia che si basa su meccanismi deflattivi dei conflitti e promotrice di zone protette per il dialogo e lo sviluppo delle competenze, permette la crescita dalla conoscenza collettiva.

Con il Decreto Pagano, Milano si prepara ad essere la prima polis di incontro, quale modello di business per concorrere a risolvere la crisi globale creando un'opportunità per nuovi posti di lavoro nella smart economy. La sfida è cambiare il sistema, coinvolgendo le imprese e lavorando con i governi, e la società civile organizzata per garantire solidità e supporto al meccanismo europeo di scambi in modo tale da concorrere alla stabilizzazione globale.


@alepaganotwit