#Salvini: ci chiameremo solo #Lega. Al #Sud voglio i miei nei collegi

 

 

 

 

Alleati sì, ma diritti ciascuno per la propria strada. Quella di Matteo Salvini punta decisa a sud: «Presenteremo nostri candidati anche in alcuni collegi maggioritari».


 

La nuova legge elettorale consente alle coalizioni di essere impalpabili, senza un candidato premier. Nel centrodestra, i partiti intendono sfruttare l’opportunità fino in fondo. In modo tra loro competitivo. Il segretario leghista sembra poco impensierito da Grande Nord, gruppo di ex leghisti che vogliono occupare lo spazio politico lasciato libero dalla sua svolta nazionale. Quel che invece non vuole più sentir dire è che la Lega è poco presente al centro sud e dunque inadatta a esprimere il premier: «I sondaggi dicono che siamo al 5% anche nelle Regioni per noi non tradizionali».

Ma Salvini non ha intenzione di farsi rinchiudere nell’idea di candidati leghisti solo al nord: «Certamente — ripete — presenteremo più di un candidato anche nei collegi maggioritari al sud».

Non c’è niente da inventare

A metà dicembre arriverà il simbolo elettorale: «Come ci chiameremo? Lega. Punto e basta. Non c’è niente da inventare, è un nome conosciuto da tutti che si accompagna a un buon governo riconosciuto». Prima del marchio, partirà un tour assai concentrato al sud: 25 e 26 novembre a Cagliari, il 30 novembre a Castel Volturno (a oggi gli amministratori locali salviniani in Campania sono 44), poi Foggia e Bari «in uno spazio da 1.500 persone. In Puglia abbiamo 2 parlamentari, una decina di consiglieri comunali e un consigliere regionale». Forse già prima di Natale, visita in Calabria che è considerata nuova frontiera: i tesserati di Noi con Salvini sarebbero già 700. L’auspicio è quello di aprire una sede a Reggio che si aggiunga a quelle di Lamezia, Catanzaro, Tortora, Rossano e Vibo Valentia.

Cancellare la riforma Fornero

Per il resto, i rapporti con gli alleati continuano ad essere segnati dalle schermaglie. Silvio Berlusconi parla della possibilità di elezioni in maggio anziché in marzo? Per Salvini «non è neanche lontanamente immaginabile. E poi, a che servirebbero i mesi in più? Ad approvare lo ius soli o altre nefandezze?». Proprio su questo, Giorgia Meloni ha lanciato un appello agli alleati perché si uniscano alla manifestazione di Fratelli d’Italia del 26 novembre. Ma Salvini è secco: «Abbiamo già organizzato una raccolta di firme in 1.000 piazze italiane per il 2 e 3 dicembre». Forse irritato dal fatto che Meloni abbia sottolineato che il suo partito è «l’unico di tutto l’arco costituzionale che non si è mai seduto a trattare con Renzi». Salvini prima dice di non voler fare polemiche. Poi, però, non si morde la lingua: «Tutti sanno che la prima cosa che faremo sarà cancellare la riforma Fornero. Purtroppo, qualcuno in parlamento l’ha votata. Non la Lega ma qualche alleato».

Sull’Europa noi idee diverse da Tajani

In Forza Italia appariva beneaugurante il fatto che il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, fosse stato invitato questo pomeriggio alla scuola di formazione politica della Lega organizzata da Armando Siri. Tajani, indicato da Berlusconi come possibile candidato premier, è l’esponente più europeista di Forza Italia. Ma lui e Salvini neanche s’incroceranno. E il considerare l’invito una svolta è chiave di lettura non autorizzata: «Noi — osserva Salvini — abbiamo idee diversissime sull’Europa da quelle di Tajani. Alla scuola abbiamo sempre invitato tutti, per il valore del confronto. Ma abbiamo idee assai diverse».

di Marco Cremonesi