Manifesti rimossi, Pro Vita e Generazione Famiglia: "Raggi ha obbedito agli ordini di Cirinnà e lobby Lgbt"

 

 

 

 

 

 

“Cara Virginia Raggi , dopo aver trascritto in modo illegale gli atti di nascita di bambini con genitori dello stesso sesso, hai obbedito agli ordini della Cirinnà via twitter - che ti ha dettato di richiamare il codice etico di #RomaCapitale - e alle lobby Lgbt".


È dura la risposta delle associazioni promotrici del Family Day, Pro Vita e Generazione Famiglia, alla censura della loro campagna contro l’utero in affitto da parte della sindaca Roma. È stata infatti disposta nella Capitale la rimozione dei manifesti choc affissi che raffigurano due uomini, individuati come genitore 1 e genitore 2, che spingono un carrello con dentro un bambino disperato col codice a barre sul petto.

“Caro sindaco, ti diciamo noi chi è il vero offeso del manifesto” – attacca Antonio Brandi presidente di Pro Vita. “È il bambino, messo in vendita per coppie gay – prosegue - e destinato ad essere strappato dalla madre che lo ha partorito”.

Per Jacopo Coghe, presidente di Generazione Famiglia “i bambini non sono prodotti. Roma sprofonda nel degrado e le priorità del Sindaco sono le trascrizioni illegali all’anagrafe dei "figli di coppie dello stesso sesso" e la rimozione coatta di manifesti che stigmatizzano una pratica, quella dell’utero in affitto, illegale in Italia. È totalitarismo LGBT”.

“Denunciamo con forza – hanno concluso Brandi e Coghe – che _in Italia si è liberi di reclamizzare la maternità surrogata come ha fatto Vendola la scorsa settimana a Matrix, pratica vietata dall’art. 12 della legge n. 40 del 2004 e punita come reato con la reclusione fino a due anni e con la multa fino ad un milione di euro, mentre si cancellano le voci di libertà che mirano a rimettere al centro la dignità dei bambini, il loro diritto ad avere una mamma e un papà e la dignità delle donne, usate come incubatrici”.

Roma, 17-10-2018