Intervento in aula sul diritto al rimborso di imposte erroneamente versate dal contribuente.

 

 

 

 

 

 


 

Seduta n° 273

Ha chiesto di parlare il collega Alessandro Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Grazie, Presidente. Mi aggiungo a questo clima positivo che sta realizzando un buon dibattito d'Aula e, soprattutto, un'ottima capacità di ascolto da parte del Governo, quando bisogna darne atto, bisogna farlo assolutamente…

PRESIDENTE. Colleghi, facciamo intervenire il collega Pagano. Prego.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Quindi, inserendomi in questo clima positivo, devo dire che, con questo ordine giorno n. 9/2220-AR/126, il Governo ha valutato positivamente, nel senso che ha dato l'opportunità a iniziative concrete, però io vorrei che il Governo rafforzasse questo parere - naturalmente questo è il mio auspicio - perché ritengo che l'argomento che stiamo trattando sia sintomatico di un malessere complessivo, quindi approfondire la tematica in pochissimi minuti risulta particolarmente utile.

Qual è l'oggetto dell'argomento? È l'articolo 38 del decreto del Presidente della Repubblica n. 602, che sostanzialmente dice che quando il contribuente si rende conto di avere versato indebitamente delle somme e viene riconosciuto in questo diritto da parte dell'Agenzia, ha diritto a chiedere il rimborso. Si specifica che il termine è di 48 mesi, quindi, facendo un esempio: oggi siamo al 6 dicembre 2019, entro il 6 dicembre 2023 ha diritto a chiedere il rimborso. Facilissima l'interpretazione della norma, è così ovvia.

I problemi vengono fuori quando c'è un pagamento rateale da parte del contribuente, che ovviamente nel corso degli anni ha pagato, perché magari ne ha avuto diritto da alcune normative. Ebbene, l'Agenzia delle entrate, che in questo momento è in pieno caos – parleremo, poi, alla fine, proprio dell'Agenzia delle entrate -, sostiene che il diritto ad avere il rimborso, praticamente, non si realizza alla compiutezza dell'obbligazione (perché l'obbligazione si compie, si completa praticamente solo quando si paga il saldo). Dice l'Agenzia che bisogna far valere questo diritto ogni volta, quindi dando autonomia ad ogni singola rata. Quindi, ciò significa che se io chiedo il rimborso oggi su rate pagate anni fa, non mi riconoscerebbe tale diritto.

Questo è un problema serio che attiene a centinaia di contribuenti che, in questo momento, sono bloccati. Ci sono pareri dell'Assonime, ci sono pareri anche di autorevoli fonti legislative, c'è anche il parere favorevole, naturalmente in camera caritatis, da parte dei vertici dell'Agenzia delle entrate. Allora, il problema dove sta? Che l'Agenzia oggi è nel pieno caos; sappiamo bene che la Corte costituzionale ha annullato le dirigenze di qualche anno fa; sono saltati qualcosa come 800 dirigenti e anche il concorso successivo è saltato (altre 200 persone che non si sono potute insediare), insomma, morale della favola, oggi sono le terze e le quarte linee che vanno lì, e che decidono anche in una logica, probabilmente, di non piena comprensione del fenomeno. Spesso ciò avviene all'interno di una logica giacobina, per cui si dice: “ma chi me lo fa fare a prendere delle responsabilità”. Ecco perché bisogna creare le condizioni per riconoscere un diritto sacrosanto che qualsiasi studente, anche al primo anno di giurisprudenza, comprende perfettamente e cioè che l'obbligazione si compie quando avviene il pagamento dell'ultima rata. Questo è diritto!

Allora, il legislatore del 1973, quando praticamente era lineare il percorso, quando non c'era il caos che stiamo vedendo adesso, non aveva bisogno di realizzare le singole fattispecie, perché questo fa parte dell'ABC del diritto. Allora, il ragionamento che oggi dobbiamo fare è che il Governo deve dare un impulso forte in questo senso, perché questa è una norma sintomatica: come avviene su questo, avviene su tutto. Naturalmente, l'auspicio più ampio - ma non è il tema di oggi - è che, prima o dopo, il Governo ci metta la testa anche perché, compiutamente, l'Agenzia delle entrate esca fuori da questo caos complessivo, che sta producendo danni enormi che si sommano a quelli legislativi a carico del contribuente. Nel caso specifico, ci aspettiamo che il Governo - quindi, onore anche al sottosegretario Baretta per la puntualità con cui ha seguito questo dibattito - rafforzi il parere anche attraverso una moral suasion nei confronti dell'Agenzia delle entrate. Grazie.

PRESIDENTE. Collega Pagano, accetta la riformulazione, è corretto?

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Presidente, ho detto in premessa che io condivido pienamente, ma il mio auspicio è che il sottosegretario tolga la parola “opportunità” e dia il suo pieno assenso.

PRESIDENTE. D'accordo. Mi pare che l'ordine del giorno rimanga così riformulato.

@alepaganotwit