@alepaganotwit in aula ricorda Piersanti Mattarella in occasione del 40° anniversario della sua uccisione

 

 

 

 


ALESSANDRO PAGANO(LEGA).

Grazie, Presidente. Era il 21 marzo 1978, si vivevano i momenti drammatici del rapimento Moro e il Governo Andreotti-Berlinguer era appena nato – con il compromesso storico, da un paio d'anni a quella parte - e contemporaneamente, però, proprio in quella data, appunto il 21 marzo 1978, Piersanti Mattarella presentava all'Assemblea Regionale Siciliana il primo governo di unità autonomistica, con il PCI che dava l'appoggio esterno: un fatto altrettanto storico non solo per la Sicilia ma anche, in generale, per l'Italia. Un progetto che poteva nascere solo ed esclusivamente con la presenza di Piersanti Mattarella, che evidentemente aveva delle caratteristiche per cui non era soltanto un riformatore, come bene è stato detto nella premessa fatta dal Presidente di questa nostra Assemblea, ma bensì un uomo che, da un punto di vista tecnico, aveva tratti e competenze fuori dal normale e questo lo rendeva particolarmente credibile a tutti i livelli. Io stesso, mi ricordo, ebbi l'onore e la fortuna di sedere nella sua scrivania di Assessore al Bilancio e mi vantavo regolarmente - ogni volta che venivano ospiti che non erano siciliani - che quella era stata la scrivania di Piersanti Mattarella, assessore al bilancio. Insomma, egli sommava delle caratteristiche uniche in un momento in cui la Sicilia era particolarmente difficile; erano gli anni Sessanta e Settanta, quelli in cui il potere mafioso era al massimo livello, era realmente infiltrato nelle istituzioni e aveva la capacità di incidere pesantemente nella vita di tutti i giorni e lui era l'uomo che aveva la capacità di saper resistere a questi elementi.

Lo stesso Presidente ha detto poc'anzi che Piersanti Mattarella era l'uomo delle carte in regola. Questo modo di fare non era abituale nella Sicilia precedente. “Carte in regola” significava concretamente essere rigorosi, seri, lungimiranti, avere la capacità di andare a battere i pugni a Roma non col cappello in mano ma, appunto, chiedendo diritti, soprattutto per le caratteristiche fondamentali di una regione che aveva una dignità e una storia millenaria ma che certamente in quegli anni non brillava per queste caratteristiche.

Cito lo storico Pasquale Hamel, secondo il quale la Sicilia di Piersanti Mattarella era “perfettamente omogenea, socialmente e culturalmente, al resto del Paese, con energie umane e professionali che la ponevano in linea e ai livelli dell'Europa a cui apparteneva”. Questa era la Sicilia cui aspirava il Presidente Mattarella e nella quale si svilupparono una serie di fatti, anche da un punto di vista legislativo, interessantissimi, come la legge urbanistica, per esempio. Era la Sicilia degli anni Sessantotto nei quali il caos ideologico si associava alla presenza della mafia e si creavano le condizioni perché anche urbanisticamente le cose non andassero bene. Ma lui fu, da questo punto di vista, assolutamente unico e innovatore.

Mi avvio alle conclusioni, Presidente.

Piersanti Mattarella muore nel 1980 e muore anche perché c'è un Governo diverso e si è trovato in un isolamento - anche culturale - che certamente non ha fatto bene, da questo punto di vista. Nel ricordo di questo impegno civile, di questo rigore morale e di questa forza, unica nel suo genere, la Lega si unisce alla famiglia e, ancora una volta, lo pone come punto di riferimento morale per la Sicilia tutta.