VERSO LA CARESTIA ?!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Prima conseguenza di quello che sta avvenendo: «La globalizzazione che abbiamo idealizzato per anni è finita. Archiviamo da ora in avanti l’errata convinzione che l’Italia sia un giardino dove non si possa produrre più niente.


L’accentuata separazione con l’Est, innescata dalla crisi in Ucraina, determina la fine dell’ubriacatura populista artefice del concetto della “de-produzione felice”», attacca Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, la fondazione che tiene insieme una parte del made in Italy agroalimentare, la produzione agricola con la Coldiretti, i grandi marchi di trasformazione fino alla distribuzione con l’insegna Conad e Carrefour.

Seconda: «Le catene internazionali degli alimenti vanno completamente ridisegnate. Il nostro patrimonio bovino è passato da 10 a 5 milioni di capi.

Importiamo grano dall’estero per il 64% del nostro fabbisogno, il 53% del mais, necessario per latte e carne. Tutto questo non ha senso».

NEL FRATTEMPO MENTRE L’EUROPA  METTE OSTACOLI ALLA PRODUZIONE AGRICOLA, LA CINA STA STOCCANDO QUANTITÀ ASSOLUTE DI GRANO, RISO E ORZO.

…COME SE SI STESSE PREPARANDO A UNA CARESTIA.