Potenziamento della Tenenza del nucleo dei carabinieri di Gela

Le problematiche della città di Gela sulla sicurezza destano non poche preoccupazioni e mi fanno pensare che, questa importante città, meriti un’ attenzione superiore, o forse diversa,  rispetto alle altre. Intanto ritengo che  non bisogna realizzare inutili piagnistei ne chiedere interventi con il cappello in mano. Noi siciliani siamo specialisti nelle richieste pietistiche. Ebbene queste devono finire. Non vorrei, però, che il cancro della mafia riprendesse di nuovo piede a Gela vista la cultura mafiosa e criminale difficile da estirpare e che continua a restare tale nonostante i successi indiscutibili, degli ultimi anni, da parte delle forze dell’ordine.  Ultimo, in ordine di tempo,  quello del bullo-mafioso- figlio d’arte,  Carlo Greco. 
Mi preme, poi, precisare, assolutamente, che al di là delle sterili polemiche non consentiremo attacchi gratuiti e pretestuosi.  Mi riferisco all’articolo pubblicato ieri su “La Repubblica” che definisce Gela “mafiaville”, come se questa città fosse  l’ultima del mondo. Ciò ci provoca disgusto. Un giornale serio non può permettersi di fare tali affermazioni. A meno che non ci sia un progetto politico. Siccome Gela non è l’ultima città del mondo e nemmeno l’unica ove esista il fenomeno mafioso se si continua a voler far passare un messaggio terribile, cinico di una città irrecuperabile vuol dire che c’è sotto qualcosa. Non vorrei che il messaggio subliminale, ma forse nemmeno tanto subliminale, sia quello di affermare che finita l’era Crocetta il caos sia ritornato a regnare a Gela. Ho stima dell’operato di Crocetta ed al di la degli aspetti della spettacolarizzazione della sua azione antimafia, che ritengo sterile, ma che è insita nel personaggio Crocetta,  sono concorde con quanto lui ha fatto. Molto è stato realizzato in termini di legalità negli ultimi anni. Quello che sta facendo “La repubblica va, quindi. letto nella logica di chi vuol far credere che c’è stata una stagione antimafia straordinaria ma che da oggi in poi tutto è ritornato di nuovo nella barbarie. Se dovesse essere questa la chiave di lettura non soltanto la condanno ma la denuncio. Perché Gela ha dimostrato di saper combattere la mafia.
Ritengo che  chiunque andrà a ricoprire il ruolo di primo cittadino di Gela dovrà cambiare lo stile della spettacolarizzazione e della politicizzazione ma non la sostanza dei fatti, cioè la lotta, totale, per la cultura della legalità. Sono convinto che la città abbia la possibilità di riscattarsi già a breve. la reazione della gente ne è una prova concreta  e  vi preannuncio che sin da oggi mi muoverò perché quanto già  programmato dal Ministro degli interni si possa realizzare in termini brevissimi. Mi riferisco al potenziamento del Comando dei Carabinieri a Gela. Il Ministro ha previsto da tempo la nascita di un nuovo Nucleo mediante il rafforzamento dell’esistente e prevedendo la figura di un  Tenente colonnello che possa  dirigerlo. Purtroppo la pratica langue da molti mesi al Ministero ed io ho già provveduto  a chiamare il Sottosegretario Mantovano ed il Ministro Maroni al fine di  accelerare i tempi per la trasformazione della Tenenza in  Nucleo dei Carabinieri con conseguente potenziamento di uomini e mezzi a cominciare da chi lo deve dirigere che sarà, appunto,  un Tenente colonnello. Questo è  combattere a favore della propria comunità, al di la del colore politico: chi ama Gela deve mettersi in prima linea facendo la sua parte. L’obiettivo è la lotta a questo barbaro fenomeno e tutti siamo arruolati, indipendentemente dal ruolo che si sta esercitando. La battaglia per la  nascita del Nucleo dei Carabinieri è oggi la frontiera su cui ci misureremo per riportare legalità e sviluppo, in tempi  rapidi, nella nostra città.