La Raffineria ENI di Gela è inadempiente

Il deputato del Pdl Alessandro Pagano ed il suo partito dichiarano guerra alla Raffineria. Dice che gli investimenti su Gela è l'Eni che non li vuole fare e non ha colpe il Ministero e che è tempo di assumere provvedimenti. Prendendo spunto da un recente incidente sul lavoro verificatosi al petrolchimico l'on. Pagano punta l'indice sulla Raffineria accusandola di disattendere ai propositi dichiarati di avere rapporti di trasparenza con le Autorità locali.

"All'interno della Raffineria - dice l'on. Pagano - continuano a registrarsi ritardi negli investimenti di manutenzione e messa in sicurezza degli impianti e a verificarsi incidenti gravi. Tutto questo senza che dalla Raffineria arrivi un minimo di informativa, come da elementari protocolli di trasparenza. Non sono infatti una novità le numerose denunce delle Associazioni ambientaliste, dei Sindacati e del Consiglio comunale contro la Raffineria rea di aver causato negli anni un pesante inquinamento della costa, del suolo e, ancora più in profondità, del sottosuolo e delle falde. Nei fatti la Raffineria continua a fare di tutto per rallentare e ostacolare un processo che, seppur comprensibilmente difficile e complesso, arrivi comunque a realizzare le necessarie manutenzioni per la messa in sicurezza degli impianti, la bonifica ed il risanamento completo dell'area".
Il deputato del Pdl porta ad esempio le dichiarazioni rese dieci mesi fa al consiglio comunale dal presidente Giuseppe Ricci e dall'Ad della Raffineria Battista Grosso. Ammisero gli errori del passato e promisero che sarebbero intervenuti sugli impianti con ingenti investimenti per mitigare ulteriormente l'impatto ambientale. "Erano mosse strumentali": accusa l'on. Pagano. "Sono servite solo a calmare momentaneamente gli animi. Non è un mistero poi che Raffineria e Ministero dell'Ambiente non riescono a dialogare e non ci sono dubbi che le ragioni stanno tutte dalla parte del Ministero visto che la Raffineria non vuole insediare nuovi impianti ecocompatibili con un investimento, nel quadriennio, di 500 milioni di euro. Resta un mistero il perché la Raffineria non voglia ottemperare alle richieste del Ministero dell'Ambiente, a differenza di quanto è accaduto a Priolo. Nessun chiarimento arriva da questa multinazionale che è presente a Gela da 50 anni e che ha ricevuto miliardi di euro di utili regalando al territorio in compenso disastri ambientali di vario genere. A questo punto il PdL rompe gli indugi e chiede l'attuazione del protocollo di legalità con relativi investimenti. Il PdL da oggi porterà avanti progetti utili a garantire i cittadini e i lavoratori senza guardare in faccia nessuno". Le dichiarazioni dell'on. Pagano sembrano tracciare la via che il partito di Berlusconi seguirà nei confronti dell'Eni anche in vista della prossima campagna elettorale per le Amministrative.