Panther Eureka.

PALERMO – Anche l’Ambasciata americana in Italia scende in campo a fianco della Panther Eureka sulla vicenda delle trivellazioni nel Val di Noto.

Lo fa con una lettera, inviata lo scorso 26 ottobre al presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gianfranco Miccichè; ai vice presidenti Raffaele Stancanelli e Calogero Speziale; al presidente della commissione Bilancio dell’Ars, Michele Cimino; agli assessori regionali al Territorio e all’Industria, Rossana Interlandi e Giovanna Candura, e ai presidenti della Provincia di Catania, Raffaele Lombardo; di Siracusa, Bruno Marziano, e di Ragusa, Giovanni Francesco Antoci.

"Seguiamo da tempo – si legge integralmente nel testo dell’U.S. Commercial Service dell'Ambasciata – e con grande attenzione le vicende della Panther Eureka, azienda specializzata nella ricerca di gas metano, vicende balzate negli ultimi tempi alla cronaca e che continuano a rendere molto difficile il proseguimento delle attività che essa da anni svolge in Sicilia. In particolare – sottolinea ancora l’Ambasciata – ci vengono segnalati comportamenti, da parte dell’amministrazione regionale siciliana, che parrebbero discriminatori rispetto ad analoghe situazioni di altre compagnie. Consapevoli degli ottimi rapporti fra i nostri Paesi e dell’impegno profuso dal Governo italiano per la protezione degli investimenti stranieri in Italia, confidiamo nell’attenzione che le Autorità in indirizzo vorranno dedicare al caso, verificandone le eventuali anomalie ed assicurando eventualmente quel clima di massima legalità, trasparenza e certezza del diritto, che costituiscono condizioni indispensabili per ogni operatore economico e soprattutto, come è certamente nella Vostra tradizione, un corretto ed imparziale svolgimento dell’azione amministrativa. Da parte nostra – conclude la missiva – continueremo a seguire il caso e ci sarà particolarmente gradito essere informati sulle verifiche eventualmente disposte".

Il documento, firmato dal Consigliere per gli affari commerciali dell’Ambasciata americana a Roma, Thomas Moore, è stato inviato per conoscenza anche all’on. Alessandro Pagano, responsabile organizzativo di Forza Italia in Sicilia.

"Già due anni fa – ha spiegato l’on. Pagano – da assessore regionale ai Beni Culturali avevo indicato chiaramente che i cantieri per l’estrazione del metano sono in zone disabitate e fuori dalla zona cuscinetto indicata dall’Unesco come inviolabile. La Panther è un’impresa a cui è impedito di lavorare. In un Paese davvero libero e civile dove vige la legalità non dovrebbero esserci problemi per intraprendere un'attività ma evidentemente la Sicilia non è un Paese dove viene esercitata la giustizia ma si ricorre all’ideologia per fermare in mille modi un’azienda che da tre anni ha tutte le autorizzazioni per potere trivellare ma che non riesce ad estrarre neanche un grammo di gas. E intanto la nostra regione rischia di perdere la faccia e la sua credibilità a livello internazionale perché non offre le garanzia dello stato di diritto e la tutela per gli investitori. Si fa una legge, la 14 del 2000, si attraggono capitali stranieri, e poi si fanno le crociate per destabilizzare un sistema ben organizzato e all'avanguardia creando un vero e proprio caso diplomatico. Questa lobby che dice di muoversi per finalità politiche e ambientali e che non esita invece a servirsi di uno scrittore del calibro di Camilleri, strumentalizzandolo in maniera inconsapevole, per avvalorare le proprie tesi, all’inizio ha cercato di depistare l’opinione pubblica affermando che la Panther estraeva petrolio e poi che rovinava il patrimonio culturale della Val di Noto. Falsità smontate ad una ad una con un’operazione verità che ha mostrato all’Italia che i luoghi di trivellazione sono distanti chilometri dai siti Unesco e che le autorizzazioni e l’estrazione riguardavano solo ed esclusivamente metano che non provoca inquinamento, né impatto ambientale. Adesso, non sapendo cosa altro inventarsi pur di fermare un’impresa che porta ricchezza alla Sicilia, l’avvocato Fabio Granata butta "polvere negli occhi" sollevando una "questione morale" con gravissime affermazioni tese a dimostrare una commistione illegale fra politica e impresa. Se veramente fossero queste le sue idee, non possiamo che affermare che ognuno di noi è portatore di una storia, e la mia come quella di chi attacca è nota a tutti, e dunque non posso che rimandare al mittente le sue illazioni. Piuttosto perché Granata parla solo di Panther e non delle altre compagnie che continuano a lavorare indisturbate nella sua provincia dove il polo industriale di Augusta, Melilli, Priolo e Siracusa, fin dagli anni ’50, ha fatto scempio dell’ambiente inquinando una delle zone più belle della Sicilia? La disparità di trattamento – prosegue l’on. Pagano - è insomma evidente, così come è evidente che la demagogia e le azioni denigratorie mosse contro la Panther hanno creato una ritorsione a tutti i livelli nei confronti della mia persona e di tutti i procedimenti della compagnia e sulle relazioni istituzionali depistando l’opinione pubblica".

Al contrario di quanto affermano gli estensori del disegno di legge che intende bloccare le concessioni per le trivellazioni, la discussione che si è aperta nel Parlamento siciliano, come si può leggere negli atti della seduta dello scorso 30 ottobre, ha invece evidenziato opinioni e posizioni diverse.

"Granata – conclude l’on. Pagano - continua a parlare a nome di Alleanza Nazionale ma è noto che il coordinatore regionale Pippo Scalia, così come altri esponenti del partito, si sono dissociati dalla sua posizione. Infatti, in Aula, anche da parte dell’opposizione, ci sono stati interventi, come quello dell’on. Speziale e dell’on. Zago, che ritengono "miope e non condivisibile il blocco della ricerca del gas in Sicilia" e necessaria "una seria discussione sulla questione energetica che è un tema centrale per lo sviluppo della nostra regione".