Chirurgia

CALTANISSETTA – "Da circa sei mesi assistiamo ad una sistematica opera di distruzione di quanto di buono vi era nella nostra sanità pubblica, ad un sempre più valido tentativo di renderla inefficiente a tutto svantaggio della povera gente, dei ceti più bisognosi, di quelli che non possono rivolgersi a strutture pubbliche o private che siano poste al di fuori della nostra provincia".

Lo ha dichiarato l’on. Alessandro Pagano, responsabile organizzativo di Forza Italia in Sicilia.

"Ecco il tentativo di non realizzare o di ritardare quanto più possibile la radioterapia a San Cataldo ed il conseguente dipartimento oncologico, di rallentare quanto necessario per la creazione del dovuto e necessario dipartimento oncologico a Gela, di frenare l’apertura dell’ospedale di Niscemi, di attuare la chiusura di sale operatorie, l’impoverimento delle sale parto, gli spostamenti di radiologi e anestesisti con il risultato di rendere più ospedali inutili, incapaci di rispondere ai livelli essenziali di assistenza. A questo punto è chiaro a tutti che vi è una regia occulta che vuole impoverire sempre più il nostro territorio a vantaggio di altri, che ci vuole emarginare e rendere totalmente dipendenti da altri in quello che è uno dei principali diritti sanciti dalla Costituzione e cioè il diritto alla salute".

"La vicenda che ha riguardato il dottor Arcangelo Lacagnina – ha continuato l’on. Pagano - al quale va tutta la mia personale stima e solidarietà, ne è un altro esempio. Essa mostra indubbiamente due cose: le due aziende non si capiscono e non dialogano, il management dell’Azienda ospedaliera " S. Elia", non segue alcun programma e soprattutto non tiene conto dei bisogni della nostra gente. Se le due aziende si parlassero sicuramente il dottor. Lacagnina avrebbe avuto il rinnovo del contratto, visto che nessuna maggiore spesa si sarebbe realizzata per il sistema sanitario. La sola differenza è che ora ad avere due costi sarà l’azienda sanitaria locale, ma l’una e l’altra siamo noi, è la Regione, è lo Stato, non sono due entità distinte a se stesse che non devono dare conto a nessuno. Se l’Azienda " S. Elia" seguisse un qual si voglia programma sanitario avrebbe dovuto fare due cose: espletare il concorso per primario di chirurgia, già bandito da più di un anno e conseguentemente nominare un vincitore. Ma non avendo fatto tutto ciò, aveva l’obbligo morale nei confronti del dottor Lacagnina e della cittadinanza di consentire il rinnovo fino a quando non fosse stata indetta la procedura concorsuale. Invece non è accaduta né l’una né l’altra cosa con il risultato che si è lasciata l’unità operativa senza guida e l’organico si è impoverito ulteriormente".

"Ma ancora di più – prosegue l’on. Pagano - è stato dimostrato di non avere alcun rispetto umano e professionale né nei confronti del Dr. Lacagnina, il cui nome è da alcuni giorni sulle prime pagine delle maggiori testate regionali, con accanto il titolo di "licenziato"; né tanto meno del dottor. Morini, ponendo a tutti il dubbio: cosa succederà adesso? Nessun rispetto quindi per quelle che oggi sono forse le figure professionali più importanti della nostra provincia".

L’on. Pagano si chiede cosa succederà adesso: "Finalmente avevamo, con tanto sacrificio, due chirurgie che coprivano quasi tutte le esigenze territoriali, occupandosi l’una dell’emergenza e l’altra dell’elezione. Erano quasi finite le migrazioni sanitarie ed anzi si stava manifestando una tendenza inversa: la regia occulta non poteva permettere che ciò accadesse e dunque occorreva ancora una volta distruggere secondo la logica dei "cattivi", di quelli che non amano, ma sfruttano la nostra terra. Non posso e non può la politica demandare tutto a tecnocrati che non hanno la visione del territorio non fosse altro perché non cittadini di questa provincia. Pertanto ho già chiesto ed ottenuto da parte dell’Assessore Regionale alla Sanità un tavolo politico alla presenza dei due Direttori Generali, da tenersi dopo le elezioni amministrative per evitare facili strumentalizzazioni, allo scopo di risolvere le problematiche inerenti le divisioni di chirurgia del nostro territorio, evitare qualsiasi sperpero di danaro pubblico, dare le risposte sanitarie di cui ha bisogno il nostro territorio e soprattutto nel rispetto del fattore umano e professionale".