Il ponte di Messina

Caltanissetta - Perché Ligabue non prova a venire in Sicilia per i suoi concerti attraversando lo Stretto con il traghetto? Se, così come afferma, "non vede la necessità di costruire il Ponte" perché la prossima volta non si mette in coda come gli altri automobilisti, magari facendo dieci chilometri di coda?

Credo che la sua sensazione che "non sia utile unire l’isola alla terra ferma" perché "la natura ha deciso che la Sicilia sia forte nella sua autonomia" potrebbe essere facilmente smentita dalle migliaia di persone che in questo weekend hanno atteso cinque ore per passare dalla Calabria alla Sicilia o da quei pendolari che ogni giorno sono costretti a fare la spola da una parte all’altra dell’Italia sobbarcandosi enormi sacrifici. No, caro Ligabue, è troppo comodo parlare quando si arriva comodamente in aereo, non tutti possono permettersi di viaggiare in questo modo. La realizzazione del Ponte è una battaglia prioritaria per lo sviluppo della Sicilia, per farla crescere in competitività e per migliorare i collegamenti automobilistici e ferroviari attraverso un sistema moderno e più veloce.

La peculiarità e l’autonomia della Sicilia non viene certo messa in discussione dal Ponte, né s’intende rinnegare l’identità dell’Isola ma anzi rivalutarne le potenzialità creando le condizioni per un autentico sviluppo sociale.

E si registra un altro e più clamoroso paradosso, la presa di posizione del sindaco di Messina che ritiene offensiva una manifestazione che ha tra gli scopi principali anche quello di restituire vivibilità alla sua città.

E’ un insulto alla logica, un tradimento verso la comunità che Genovese rappresenta. Tutto questo sa tanto di una difesa d’ufficio di posizioni retrograde e incomprensibili, l’ennesima contraddizione di chi si dichiara progressista solo a parole ma è poi incapace di progettare lo sviluppo della nostra terra.

Sul tema delle grandi opere e del rispetto per il Meridione, questo è il loro biglietto da visita. Ma se Ligabue è perdonabile perché fa il cantante e forse parla d’istinto, censurabile è invece il comportamento di amministratori locali e del Governo Prodi che dovrebbero sapere attraverso quali opere e quali strumenti si sviluppa l’economia di una regione. Ma forse l’unico vero scopo del centrosinistra è mantenere il Sud, e in particolare, la Sicilia sempre un passo indietro rispetto al resto del Paese.

Mentre nel mondo, basti pensare a New York o a Londra, la costruzione di ponti di grandi dimensioni è stata la leva per determinare le condizioni per una crescita sociale ed economica, in Italia Prodi e il suo Governo da una parte predicano interventi per la ripresa, dall’altra tagliano quelle iniziative che potrebbero favorirla e tra tutte il Ponte di Messina è certamente la più importante ed ambiziosa

 

Alessandro Pagano

Assessore regionale ai Beni Culturali e Ambientali e alla Pubblica Istruzione.