Incontro “Legge 40, per o contro l’uomo?”

Caltanissetta – "La Legge 40 del 2004 in materia di procreazione medicalmente assistita è certamente migliorabile e da perfezionare, ma ha sicuramente ribadito dei punti fermi sulla dignità della persona umana e sulla questione dell’importanza della vita ai suoi primi stadi. Questa legge, che è giudicata da più parti la migliore d’Europa, ha fissato delle regole e dei paletti che dovrebbero finalmente porre fine al disordine che in materia ha regnato negli ultimi trent’anni in Italia.

La legge è stata approvata in parlamento con una maggioranza più ampia rispetto a quella che sostiene il governo in carica dopo anni di riflessione e di approfondimento per porre fine a quella sorta di "procreazione selvaggia" che negli ultimi decenni si è sviluppata nel nostro paese e di cui patiamo pesantemente le conseguenze: decine di migliaia di embrioni crioconservati di cui non si conosce ancora il destino, migliaia di donne devastate da pratiche di fecondazione pericolose, coppie che vagano nei centri di riproduzione assistita senza trovare una vera soluzione ai loro problemi, e la moltiplicazione di figure genatoriali (come ad esempio la madre genetica o il padre biologico) che hanno generato soltanto confusione anche negli apparati legislativi".

Lo ha dichiarato l’assessore regionale ai Beni Culturali ed Ambientali e alla Pubblica Istruzione Alessandro Pagano, a margine dell’incontro dal tema "Legge 40: per o contro l’uomo? Per un confronto critico sulla procreazione medicalmente assistita" che si è svolto oggi presso la Cripta della Cattedrale di Caltanissetta.

"I referendum di abrogazione parziale della legge – ha ribadito l’assessore Pagano - ammessi dalla Consulta, vanno contrastati con fermezza perché se dovessero passare si tornerebbe di fatto ad una procreazione senza limiti ma garantita a norma di legge, che consentirebbe qualsiasi fantasia procreativa.

Bisogna quindi moltiplicare gli sforzi perché attraverso la scelta dell’astensione si ribadisca il no al contenuto dei quesiti referendari e all’uso distorto dei referendum in materia di fecondazione".