«Doniamo l'eredità di Cocchiara a tutte le future generazioni»

Mistretta - Un cammino culturale importante, quello di Giuseppe Cocchiara, che ha lasciato "presenze letterarie importantissime" e che ieri, la sua città d'origine, ha voluto ricordare a 100 anni dalla nascita con l'Intitolazione del Museo regionale delle tradizioni silvo-pastorali che aprirà i battenti a giugno.

A qualificare ancor più la giornata di alto spessore la presenza del governatore Totò Cuffaro e dell'assessore regionale ai BB. CC., Alessandro Pagano.

L'avvenimento è stato spunto per tracciare la levatura del Cocchiara e a farlo ci ha pensato un suo discepolo, l'ex preside di Lettere dell'università di Palermo, Antonino Burtitta. «A nome di Cocchiara - ha poi detto l'ex direttore del Dipartimento BB.CC. della Regione, Giuseppe Grado - non poteva essere speso inutilmente.

“E' stata la migliore scommessa - ha aggiunto - quella di affidare a Sergio Tedesco la direzione del Museo». Un qualificato pubblico presenti sindaci ed amministratori di più di dieci paesi nebroidei e l'assessore provinciale Fosco - ha suggellato un avvenimento che sancisce - cosi si è espresso l'assessore Pagano - la nostra capacità di regalare alle generazioni future quanto abbiamo ereditato”.

Ad apertura il sindaco Enzo Provenzale ha rimarcato il concetto che il Museo di Mistretta «non sarà centro satellite di una cultura minore, ma centro di emanazione culturale». A seguire sono intervenuti il commissario del Parco dei Nebrodi, Salvatore Seminara, convinto assertore che «il Museo è un punto forte di economia» e il preside della facoltà di Lettere di Palermo, Giovanni Ruffino, che ha ricordato come Cocchiara abbia reso «più autorevole l'area umanistica».

Un "taglio" diverso l'ha voluto imprimere con il suo intervento il Prof. Antonino Buttitta - è cittadino onorario di Mistretta - considerato da tutti come «un figlio della coltura» in quanto alunno del Cocchiara. Per il soprintendente Gianfilippo Villari, invece, nel «Museo c'è la civiltà dell'uomo che ha lasciato il suo segno, ecco perché c'è cultura».

Non poteva mancare, come convinto sostenitore del progetto museo, il senatore Sebastiano Sanzarello che s'è soffermato sulla "volontà di riscoprire questa zona per una voglia maggiore di vivere".

Enzo Lo Iacono