Sabato 31 gennaio conferenza stampa sul progetto “Ne vale la pena”

Caltanissetta – "Spesso la politica si dimentica di mettere al centro dell’attenzione i valori umani e la solidarietà. Quando, invece, si presenta la grande occasione di realizzare iniziative che abbiano come principi ispiratori il rispetto e l’amore per la vita, allora non bisogna tirarsi indietro ma anzi bisogna cogliere al volo queste opportunità per mettersi al servizio di chi ha bisogno, in particolare nei confronti di quei giovani che hanno già conosciuto il carcere e che si trovano ai margini della società.

E’ questa la lezione del progetto, realizzato da padre Alessi e dall’Opera Don Calabria, il cui scopo è quello di diventare un punto di riferimento per quei ragazzi - spesso minorenni - e per le loro famiglie che, purtroppo, vivono i problemi legati all’emarginazione e al reinserimento nel tessuto sociale".

Lo ha dichiarato l’assessore regionale al Bilancio e Finanze, Alessandro Pagano, che ha partecipato oggi, nei locali della Parrocchia "San Marco Evangelista" di Caltanissetta, alla presentazione del bilancio di un anno del progetto "Ne vale la pena", realizzato da un gruppo di volontari, guidati da padre Giuseppe Alessi, coordinatore operativo della sede di Caltanissetta. Nato nel 1998 per mettere a disposizione dei detenuti una casa famiglia all’interno della quale poter scontare un permesso premio ed incontrare i propri familiari; nel 2002, sotto l’egida dell’Opera Don Calabria di Verona e con il patrocinio della Regione Siciliana, il progetto è diventato più ambizioso. "Ne vale la pena", infatti, è ora rivolto ai minori disagiati, tra i 14 e i 18 anni di Caltanissetta, Palermo, Alcamo e Termini Imprese che, nelle ore pomeridiane, vengono seguiti da un’equipe specializzata. A Caltanissetta, lo staff è formato da sei operatori (don Giuseppe Alessi, responsabile delle attività cristiane; Valentina Arcarisi, direttore responsabile tecnico amministrativo del centro "Don Pugliesi"; Francesca Agnello, attività educative e rapporti con le famiglie; Salvatore Nicolosi, attività ricreative e doposcuola; Salvatore Letizia, gestione dei volontari e Giuseppe Giacone, attività sportive) che, in collaborazione con le scuole, le amministrazioni locali e i servizi territoriali, operano nei quartieri particolarmente a rischio di disagio minorile.

Nel centro "Don Pino Pugliesi, restaurato e reso operativo il primo dicembre del 2002, sono stati sedici i ragazzi segnalati dai servizi sociali e cinque le ragazze che hanno usufruito del supporto educativo e pedagogico offerto dalla struttura. Il centro, aperto dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19, propone ai giovani attività di doposcuola, di animazione espressiva, ricreativa e culturale, sport come calcio, palestra e piscina allo scopo di favorire l’amicizia, il dialogo e il riappropriarsi dei valori familiari.

"E’ un approccio innovativo ma che deve farci riflettere – ha commentato l’assessore Pagano – perché, se da un lato, il progetto tende a salvare gli adolescenti in stato di particolare difficoltà familiare e sociale; dall’altro dobbiamo registrare il segnale del disagio di una parte della comunità giovanile. Il compito delle Istituzioni è quello di aiutare i giovani a far emergere la parte migliore della società attuale per costruire la società del futuro. In questo senso il Governo regionale ha voluto imprimere un’impronta chiara e forte in questa direzione con la creazione dell’Assessorato alla Famiglia e con la priorità data al Buono Scuola che vuole appunto tutelare il diritto e la libertà d’istruzione affinché tutti possano scegliere la scuola adatta per i propri ragazzi, sia essa pubblica o privata. Una scelta che spesso non può essere fatta a causa di problemi di ordine economico, sociale e culturale. Iniziative come quella dei volontari del Centro Padre Pugliesi sono meritorie perché chi continua a vivere ai margini non deve essere dimenticato ma, grazie anche all’impegno della parte sana della società civile, deve essere aiutato a crescere e a superare il disagio".

Dichiarazioni in perfetta sintonia con quelle di padre Giuseppe Alessi. "L’esperienza del "Ne vale la pena" nello scorso anno, per la nostra sede di Caltanissetta è stata un’autentica benedizione. Ci ha permesso di conoscere una realtà già esistente ma forse poco presa in considerazione. Fondamentale è stata la formazione mia e degli operatori presso la comunità di San Benedetto a Verona dell’Opera Don Calabria, e la conoscenza di altri centri che già operavano nel settore. Abbiamo iniziato a dare ordine alle nostre idee redigendo un vero e proprio progetto e confrontandoci con la realtà nella quale doveva essere attuato. L’avvio dell’esperienza del centro diurno non è stata senza difficoltà ma, attraverso un lavoro di abnegazione, siamo riusciti a farci forza anche nella nostra debolezza.

"E pian piano – continua padre Giuseppe - sono arrivati i primi casi segnalatici dai servizi che operano nel settore; oltre al progetto abbiamo sempre imparato " facendo" esperienza anche degli insuccessi durante il trattamento dei casi. Basilari, per il mantenimento delle attività e il rimodularsi in corsa, sono stati gli incontri settimanali di staff interni, la formazione sui metodi di osservazione nei confronti dei minori, e la supervisione sullo staff da parte di una psicologa sul monitoraggio dei vissuti di ogni singolo operatore e sulla valutazione degli interventi attuati. Abbiamo sin dall'inizio voluto dare qualità al tipo di servizio che andavamo ad espletare imponendoci delle regole forti che ordinassero tutte le attività. Non senza dimenticare la matrice cristiana che ci ha contraddistinti e orientati. Per questo motivo vogliamo ringraziare tutte le persone che sono state per noi volto umano della Provvidenza Divina".