Perché il voto cattolico è andato al PDL e Lega

Il popolo italiano si è dimostrato molto più maturo rispetto a quanto affermavano i media e certi soloni della politica: mentre parlavano di ingovernabilità, di pareggio, di grandi intese, gli elettori, nonostante una legge elettorale non perfetta, hanno fatto una scelta precisa di governabilità e di semplificazione del sistema".

Uno dei più grandi sociologi europei, Massimo Introvigne, scrive "che i cattolici praticanti non si sono distribuiti uniformemente tra tutti i partiti, come prevedeva qualcuno. I Cattolici hanno privilegiato il Popolo della Libertà e la Lega, e in misura assai minore l’UDC. Il popolo che va a Messa non ha dunque seguito quella stampa cattolica che faceva il tifo, spesso neppure troppo velatamente, per il PD e l’UDC".

Indicativo a questo proposito il commento di Rosy Bindi: "Una parte del voto cattolico è finito alla Lega e non si capisce perché".

Invece si capisce benissimo: tranne una minoranza sempre più ridotta di "cattolici adulti" (li potremmo definire di cultura sessantottina), il mondo cattolico italiano è stato sistematicamente educato da Giovanni Paolo II, da Benedetto XVI e dai cardinali Ruini e Bagnasco a privilegiare i "valori non negoziabili" – vita, famiglia e libertà di educazione – e a mettere le altre questioni, pure importanti, in secondo piano rispetto a questi tre valori fondamentali.

"Tra i movimenti cattolici e su Internet - scrive Introvigne - per la prima volta circolavano ampiamente studi – simili a quelli che i cattolici e i protestanti evangelical diffondono negli Stati Uniti a ogni elezione – dove, con dovizia di dettagli e con analisi che si spingevano fino al singolo parlamentare, si mostrava come su applicazione della legge sull’aborto, eutanasia, riconoscimento delle unioni omosessuali, tentativi di modificare la legge sulla fecondazione assistita, scuole non statali l’unico modo di bloccare proposte di legge incompatibili con i valori non negoziabili fosse un saldo successo della coalizione di Berlusconi".

Qualcuno si era illuso che il rifiuto di Berlusconi di non mettere all’ordine del giorno nella campagna elettorale i temi riguardanti i valori non negoziabili potesse essere scambiata da alcuni per una "equivalenza" con Veltroni su questi temi. Invece non è così perché nel programma del Pd esplicitamente si dichiarava di volere fare approvare il testamento biologico (anticamera dell’eutanasia, come anche Zapatero in Spagna in questi giorni ci sta insegnando) e le leggi sulle unioni di fatto, senza contare la irremovibilità a modificare, anche parzialmente, la legge sull’aborto.

Fra l’altro il voto alla Lega e al PDL non è stato soltanto un voto di protesta contro gli sprechi dello statalismo e del centralismo, ma i leghisti hanno costantemente fatto appello, al motto "tradizione, famiglia, proprietà", con una speciale attenzione all’identità, alle radici e alla consapevolezza del pericolo rappresentato dall’islam.

L’UDC è sparita dal Senato; il voto in Sicilia è tutto del Sen. Salvatore Cuffaro piuttosto che dell’onorevole Pier Ferdinando Casini.

La scommessa politica dell’UDC, fondata sulla sua possibilità di condizionare la formazione di qualunque futuro governo con una significativa presenza al Senato, è dunque fallita.

All’UDC restano due milioni di elettori, che certamente non coincidono con i cattolici praticanti italiani. Un certo numero di questi voti proviene da sinistra, cioè da quei cattolici che non apprezzano Berlusconi ma che non se la sono sentita di votare un PD sempre più espressione politica del "relativismo etico" oggi più che mai il vero problema di questo XXI secolo. Ritornando all’UDC dopo il sostanziale insuccesso, il suo futuro è molto incerto. I suoi elettori rappresentano però, insieme al successo della Lega, un monito al partito di maggioranza relativa in quanto espressione dell’identità cristiana, a prescindere dalla stessa credibilità e coerenza del personale politico che lo agita. Vanno a comporre questo promemoria per il PDL vittorioso anche gli oltre ottocentomila elettori de La Destra, che in larga parte si identificano nei valori della tradizione cristiana.

Alessandro Pagano

Domenico Bonvegna