La partita per il Sud

NESSUNO AVVERTIVA L’ESIGENZA DI UN NUOVO PARTITO DEL SUD, MENTRE TUTTI SENTONO IL BISOGNO DI GIOCARE UNA VERA PARTITA PER IL SUD.

Dopo aver tenuto banco per qualche settimana, il tormentone della nascita del Partito del Sud, a fronte della vecchia questione meridionale, è stata definitivamente superata.

A buttarla nel cestino ci ha pensato lo stesso Silvio Berlusconi, il quale parafrasando l’antica patristica ha dichiarato  “extra ecclesiam nulla salus”, in altre parole, chi esce fuori dal PDL, che vada pure per la sua strada, tanto nessuno lo piangerà e lo voterà.
Da quel momento in poi, tutti coloro che avevano dichiarato di  aspirare ad un ruolo  politico di natura meridionalista, hanno dovuto fare una precipitosa marcia indietro  anche perché, antiche e datate rivendicazioni a parte, nessuno aveva saputo spiegare all’opinione pubblica quali fossero i riferimenti culturali, le strategie da adottare e i sistemi di alleanza.
“Certamente la questione meridionale esiste, ma per aiutare il Mezzogiorno – afferma il sindaco di Roma, Gianni Alemanno – non servono strumenti vecchi come il Partito del Sud, bensì nuove politiche e nuove strategie”.
Intanto  il Paese si deve rendere conto che il ritardo del sud rispetto al nord, non è scritto nel DNA  dei nostri popoli;  la questione meridionale è nata dopo l’unificazione del 1861 quando il Piemonte utilizzò le ricchezze del sud appena conquistato per colmare i propri debiti strutturali. Fu quella una guerra militare che bloccò par quasi cento anni il Sud, il colpo di grazia lo diedero poi l’assistenzialismo e il clientelismo partitocratico degli anni 1950 - 1990. Tutto ciò ci ha condizionato culturalmente, tanto è vero che possiamo affermare che oggi al sud non mancano più le risorse finanziarie, ma le idee e i progetti.
Molti di quanti sostengono le ragioni dei partiti autonomistici o di un Partito del Sud infatti continuano a proporre le solite vecchie ricette: più soldi, più rivendicazioni, più lamentele. Ma poi se andate a chiedere a molti sindaci meridionali notizie in merito ai loro parchi-progetti e alla loro qualità vi sentirete rispondere che i loro cassetti sono vuoti. Nel periodo 2000/2006, onore al merito, tutte le risorse assegnate al Sud furono spese (cosa fino a quel momento mai accaduta)  ma a parte questo innegabile successo, il sistema Paese in verità aveva subito un arretramento competitivo. In quel periodo infatti, il Mezzogiorno cresceva 3 volte meno della Spagna, 4 meno dell’Irlanda, 5 meno della Grecia. È la prova più che evidente che il problema non erano i soldi spesi ma le strategie adottate.
Berlusconi oggi si è impegnato ad essere il regista della spesa e degli investimenti del Sud, e a lui abbiamo chiesto ricette semplici quanto efficaci: risorse solo per le grandi opere infrastrutturali (ponte sullo stretto, autostrade, ferrovie, porti, aeroporti, interporti, metropolitane), affamare il cavallo assistenzialistico-clientelare-partitocratico, tolleranza zero alla criminalità organizzata specialmente con il sequestro dei patrimoni dei criminali, finanziamento alla ricerca scientifica, fiscalità di vantaggio per far competere le vere aziende private, innovazione tecnologica e piano antifuga di cervelli, modernizzazione della P.A. Tutto questo, se sarà realizzato, cambierà la mentalità corrente della gente del Sud facendola diventare propositiva e corretta piuttosto che lamentosa e speculativa come purtroppo invece lo è in moltissimi casi.
Inoltre la battaglia per il Sud non va giocata contro il resto del Paese (attaccare Tremonti o Bossi questo significa) ma utilizzando bene le risorse a nostra disposizione. L’altro giorno un mio caro e stimato amico imprenditore del nord che ha investito parecchi milioni di euro in un villaggio turistico in Sicilia, mi raccontava  di come avesse difficoltà a trovare camerieri per la sua struttura, perché coloro che venivano contattati gli spiegavano che facendo i precari alla forestale e incassando l’assegno di disoccupazione nel restante periodo dell’anno, di fatto guadagnavano poco meno dell’importo previsto dal contratto di lavoro. Giustamente il mio amico era deluso perché tutto ciò complicava e rendeva meno attraente il suo investimento. Non mi sono sentito di fargli torto e confermo che il nostro meraviglioso Sud oggi deve vincere soprattutto una battaglia culturale.
Di tutto ciò Silvio Berlusconi  ha preso coscienza e con questa forte volontà ha finalmente preso in mano la cabina di regia del Mezzogiorno. Sarà questa la grande PARTITA che nei prossimi anni si giocheranno il Sud e il Paese.

Alessandro Pagano

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