Chi non ama i carabinieri non ama l'Italia. Un commento in margine al feroce attacco di Giorgio Bocca sui Carabinieri

Questo stanco mese di agosto è scivolato via e tra le poche cose su cui vale la pena rimuginare vi è l’attacco all’Arma dei carabinieri; una notizia questa, che ha destato indignazione e rabbia.

 

Il fondatore di "Repubblica" Giorgio Bocca ha scritto che "i carabinieri, sanno che in Sicilia un colpo di lupara puo' raggiungerli in ogni vicolo.

È naturale, allora, che si creino delle tacite regole di coesistenza, inoltre (…) i carabinieri, come la mafia, non sono qualcosa di ostile alla societa' siciliana, fanno parte fondamentale, del patto di coesistenza sul territorio, condiviso con la Chiesa e con la mafia. In ogni paese siciliano, accanto alla chiesa e al parroco, c'e' una caserma dei carabinieri e una cosca mafiosa".

Oltre che ad offendere i siciliani, la Chiesa e i Carabinieri in un colpo solo questo signore non si è accorto che in un anno e mezzo la criminalità in Italia e in Sicilia è in netta diminuzione, grazie anche all’impegno dell’Arma dei carabinieri, che tra i corpi delle forze dell’ordine, è un punto di riferimento sicuro.

Perché Bocca non legge le Agenzie di stampa che quotidianamente parlano, soprattutto in Sicilia di operazioni dei Carabinieri tese a sgominare la criminalità, specie quella organizzata ?

"È sconcertante, ha sottolineato giustamente il Comando generale dell’Arma, il modo in cui si proietta l'ombra della collusione e della pavidita' sui carabinieri che operano in Sicilia" . Un'ombra che il Comando generale respinge con fermezza e con indignazione. Per i carabinieri parlano i morti per mano della mafia, purtroppo ben 33.

Tutti, tranne Bocca, sanno che i carabinieri nel nostro Paese sono una presenza originale e irripetibile nel panorama della difesa della comunità, che svolge un’opera enorme al servizio della Giustizia, senza dimenticare la funzione di supplenza in innumerevoli ambiti, per la quale essi diventano sempre più spesso assistenti sociali, conciliatori di dissidi familiari, corrieri di missive riservate e altro ancora. (ibidem)

Ammesso e non concesso che a Bocca risulti qualche caso di corruzione, lo stesso doveva evidenziare che in ogni istituzione del Paese, qualunque essa sia, ci possono essere delle mele marce.

In altre parole doveva fare un discernimento tra onesti e corrotti, senza criminalizzare un'intera categoria.

Dire che i carabinieri sono collusi con la mafia, è come dire che nella scuola tutti gli studenti sono somari e tutti i professori ignoranti. E’ come dire che nella sanità tutti i medici sono incapaci e incompetenti.

Però se l’obiettivo del fazioso Bocca era quello di dividere Ros, Servizi segreti, Dia, e altri apparati per fare un ennesimo libro ha fallito. Nessuno l'ha seguita su questo terreno. Se avesse dignità dovrebbe restituire l’onore e la reputazione all'Arma dei Carabinieri che ha interamente criminalizzato, ma basta conoscere la sua storia personale, per capire che ciò non accadrà mai !!

Vi ricordiamo infatti che Giorgio Bocca, è stato aderente al Gruppo Universitario Fascista, nonchè firmatario del "Manifesto sulla Razza" del 1938. Nel 1971 firmò l'appello contro il commissario Calabresi (e noi sappiamo che l’odio profuso in quel periodo da intellettuali e giornalisti istigò all’omicidio del Servitore della Patria, Luigi Calabresi). Oggi è tra le punte avanzate del post-comunismo e dell’anarchismo intellettuale. Con tale coerenza e curriculum da Bocca non ci si può aspettare altro che queste "perle".

Intanto Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl, ha preannunciato un’azione legale contro Bocca. A denunciarlo saranno tutti i carabinieri e gli ex carabinieri.

Alessandro Pagano

Domenico Bonvegna

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