Siamo sulle strade di un Sud finalmente liberato dalla dittatura camorristico-mafiosa

La recente visita a Caltanissetta del Sottosegretario al Ministero degli Interni con delega alla Pubblica Sicurezza Alfredo Mantovano e la sua splendida relazione davanti oltre 1200 persone affascinate ed entusiaste per le sue parole mi hanno convinto a parlare su questo argomento e sullo straordinario momento che sta attraversando il Sud nella sua lotta di liberazione verso la dittatura mafiosa e camorristica.

Ritengo che in quest’opera di risanamento gli artefici principali siano proprio il ministro degli interni Maroni e il suo sottosegretario Alfredo Mantovano. Qualche cifra non vi deluderà: dal 1 maggio 2008 al 2 giugno 2009 (esattamente il primo anno del governo Berlusconi) sono state realizzate 270 operazioni di polizia giudiziaria (più di due ogni tre giorni) con l’arresto di 2.894 persone. Inoltre sono stati catturati ben 207 latitanti. Fra Caserta e Napoli addirittura operano 400 unità in più di forze di polizia altamente specializzate e 350 militari della Folgore che stanno dando un aiuto molto rilevante.

Bisogna considerare anche l’enorme quantità di beni che è stata sequestrata (3 miliardi e 343 milioni di euro) nonchè la confisca di 535 milioni di euro.

Quest’ultima è una strategia che a suo tempo avevano immaginato Giovanni Falcone e Pio La Torre, per togliere "ossigeno alle organizzazioni criminali". Intaccare i patrimoni e i capitali dei mafiosi, per farli restare senza risorse e metterli a mal partito è operazione intelligente ed efficace..

In pratica, senza troppo enfatizzare, questa volta lo Stato ha dichiarato guerra alla criminalità; la differenza rispetto al passato è che oggi ha preso l’iniziativa per primo. Non ha aspettato che magari i criminali compissero qualcosa di eclatante come fu nel 1992 quando la mafia compì le stragi.

Ma vediamo nel dettaglio alcune delle nuove norme con cui lo Stato ha dichiarato guerra alla mafia: impossibilità assoluta per i capi mafiosi di comunicare con l’esterno; assegnazione veloce alla pubblica utilità dei beni sequestrati ai mafiosi grazie all’intervento dei prefetti; obbligo di denuncia delle grandi imprese che hanno vinto appalti pubblici e che subiscono estorsioni. Su questo punto qualcuno ha criticato l’Esecutivo affermando che in questa maniera si rischia di colpire le vittime ma Mantovano, lunedì 15 giugno a Caltanissetta ha così replicato: "Se non mostrano la forza di resistere ai taglieggiatori le grandi imprese, non possiamo chiedere che a farlo siano i piccoli imprenditori. In questa lotta al crimine tutti stanno facendo la loro parte: carabinieri, poliziotti, magistrati. E’ giusto che anche politici e imprenditori facciano la stessa cosa". Mantovano ha invece puntato il dito su quelle amministrazioni locali e su quei mass media, che celebrano l’antimafia parlata, quella per intenderci, auto-celebrativa.

Quest’ultima azione è sterile e negativa anche perché dove non sono garantiti i diritti individuali e collettivi, e comanda l’anti-Stato, tutte le energie migliori della popolazione risultano annichilite. Il Sud d’Italia è ricchissimo di bellezze ambientali, artistiche e culturali, che però vengono soffocate dal regime camorristico e mafioso che tra le altre cose, distrugge e devasta anche il territorio.

"Quando sento accusare il nostro Governo che vuol favorire solo il Nord – conclude Mantovano – mi cadono le braccia. Da uomo del meridione rivendico con orgoglio i risultati di questo Governo e di questo ministero. E vorrei dire a tutti che un Sud liberato dalla criminalità mafiosa sarà un formidabile motore di sviluppo e di crescita sociale per tutta l’Italia".

E’ inutile sottolinearvi lo standing-ovation che Mantovano ha ricevuto alla fine del suo intervento.

Alessandro Pagano