Una nuova pedagogia per cancellare i cattivi maestri. Un commento in margine al programma dei campi scuola voluti dal Ministro Meloni.

 



La cultura dell’impegno in alternativa alla cultura dell’indifferenza; l’educazione alla cittadinanza da contrapporre al bullismo o al nichilismo; il volontariato, la disciplina e la meritocrazia vincenti rispetto all’assenza dei valori e all’anarchia.


Sono questi in sintesi gli obiettivi, neanche tanto velati, che si è prefissata Giorgia Meloni, intraprendente e valoriale Ministro delle Gioventù del Governo Berlusconi.
L’intelligente e giovane Giorgia con lo slogan "questa estate fai la cosa giusta" ha lanciato un programma educativo per 1340 ragazzi reclutati tra i più meritevoli in età compresa fra i 16 e i 22 anni, che frequentano le scuole superiori o i primi anni di università e che risponderanno al bando ministeriale entro il 21 Maggio 2009.
La Meloni la definisce una vacanza per giovani scelti sulla base del rendimento scolastico e all’insegna del merito al fine di realizzare una mentalità positiva e costruttiva. I ragazzi infatti saranno ospiti di Vigili del Fuoco, Guardie Costiere, Accademie Navali e Forestali, e impareranno a condividere con i professionisti dei vari corpi cosa significa amare la natura e la persona, nonché contribuire alla ricostruzione del martoriato Abruzzo.
Si sveglieranno presto come i loro tutor, saranno rispettosi degli orari e della disciplina, capiranno cosa significa prevenire incidenti e, dulcis in fundo, acquisiranno una cultura della legalità e del sacrificio.
Insomma un’esperienza di vita che manca al sistema educativo italiano ormai sempre più in piena emergenza.
Come è stato sottolineato da tutti gli educatori è diventato normale in questa società pensare che tutto sia uguale e che nulla abbia valore se non il denaro, il potere, la posizione sociale.
La cultura del desiderio e della trasgressione ormai la fanno da padrona in ogni programma televisivo mentre è stata negata la speranza e la positività della vita.
Sta crescendo in questa Italia post-sessantottina una generazione di ragazzi che si sentono orfani: senza padri, senza maestri, senza Dio.
Costretti a camminare come sulle sabbie mobili, sono annoiati, senza ideali ed in balia alle mode del momento.
Ma la loro noia ha una responsabilità. Chi doveva educare (cioè la generazione degli attuali 50-60enni) dove era? Cosa faceva? Che testimonianza dava?
Educare significa soprattutto valorizzare il patrimonio che viene dalla nostra tradizione culturale ecco perché occorrono nuovi maestri; i cattivi hanno fallito e i frutti sono sotto gli occhi di tutti.
Per far ripartire la nostra società è necessario insegnare alle nuove generazioni che devono stimare e amare se stessi, gli altri e le cose.
Per far ripartire la nostra società è necessaria una nuova pedagogia che sappia dare risposte alle grandi domande dell’uomo, che sono le stesse sin dalla nascita dell’umanità: Qual è il senso che devo dare alla mia vita? Verso cosa la devo orientare? Cos’è il bene? e quindi le cose che devo fare! E cos’è il male? e quindi ciò che non devo fare per non danneggiare me stesso e gli altri.
Con questo programma la Meloni prova ad invertire la deriva diseducativa.

Non fosse altro per questo va incoraggiata e premiata.

Alessandro Pagano

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