Dalle macerie dell'Abruzzo, un motivo di speranza

294 morti, migliaia di feriti, 28 mila famiglie senza casa, danni per decine di miliardi di euro, il patrimonio storico-culturale praticamente azzerato: è questo uno dei primi bilanci della tragedia del terremoto in Abruzzo.

E’ una tragedia che ha prostrato gli italiani e che li ha svegliati diversi rispetto a prima.

Per anni tutti gli opinionisti, in una sorta di autoflagellazione, si sono dilungati nel mostrare un’Italia carica di difetti e di carenze, di vizi e di negatività, ma stavolta no !

Stavolta dal terremoto del centro Italia è emersa un’Italia che ha offerto il meglio di sé (e che è superiore alle cose negative), un’Italia che ha sofferto per i fratelli aquilani e che mai come adesso è stata in autentica solidarietà nei confronti delle sfortunate popolazioni abruzzesi.

E’ successa anche una cosa nuovissima: per la prima volta i partiti politici non se le sono date accusandosi a vicenda, ma stanno collaborando per la rinascita.

Per la prima volta le Istituzioni guidate, come da un efficiente e amorevole padre di famiglia, dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, hanno reagito con una rapidità che ha destato stupore pure all’estero.

Ma soprattutto è dalla nostra gente che è arrivata la conferma di un’Italia straordinaria e che nulla ha da invidiare agli altri paesi.

Il nostro volontariato della Protezione Civile ha dato prova di efficienza, ma anche di generosità ed altruismo. Un volontariato dall’altissimo valore sociale che da Torino a Caltanissetta ha dimostrato di saperci fare e di essere pronto ad intervenire con competenza.

Il mio ricordo va a quando ero bambino nel ’68 quando ci fu il terremoto del Belìce, tutt’oggi sono stampate nella mia mente l’inadeguatezza dei soccorsi che i "grandi" raccontavano con sconforto e sfiducia. Ricordo anche il terremoto dell’80 in Irpinia, soccorsi imbottigliati in autostrada, ospedali da campo inesistenti e soprattutto le Istituzioni che non c’erano! Istituzioni che arrivarono nei luoghi del disastro dopo settimane e che si nascosero per mesi. Salvo poi elargire spaventose somme di denaro "a pioggia" (60.000 mld di lire di quei tempi pari a 3 Leggi Finanziarie); il tutto in nome di una ricostruzione che nascondeva, assieme alle case anche clientele, assistenzialismo e affarismo della peggiore specie.

Questa volta invece il volontariato (cioè la gente comune che si vuole donare) sta funzionando, le Istituzioni sono percepite come àncora di salvataggio e di sicurezza, la politica si muove non per accusare ma donare pace, e il popolo d’Italia ha tirato fuori quelle risorse interiori e quella solidarietà che sembravano smarrite. E’ anche quello che dice, per altre questioni Piero Gheddo, "la rinascita di un popolo parte dall’interno, dallo spirito, dagli ideali che un popolo condivide".

Per questo oggi da un disastro intravediamo qualcosa di buono. Per la martoriata gente d’Abruzzo sarebbe una ulteriore consolazione.

Alessandro Pagano

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