Ronde si? Ronde no? - Qualche considerazione per fugare i dubbi su una buona legge

Da alcune settimane si discute sul problema della sicurezza nelle nostre città. Taluni, specie di un certo orientamento politico, hanno cercato di sminuire il problema che però è fortemente avvertito dalla popolazione, tant’è che il governo Berlusconi ha appena varato un Decreto Legge che prevede le cosiddette ronde, che sarebbero un corpo di cittadini volontari che si presteranno a sorvegliare alcuni punti delle città durante gli orari notturni.

La Sinistra, forse perché continua ad avere una visione del mondo distorta dalle lenti deformate dell’ideologia, continua a demonizzare quest’iniziativa, un po’ come già fece qualche mese fa, quando criticò l’uso dei militari a fianco delle forze di Polizia. Gli italiani invece apprezzarono molto quell’iniziativa, basta ascoltare i commenti della gente comune su questo tema.

Del resto, a proposito dei militari, avevamo già scritto che le proteste arrivano " non quando i cittadini vedono una divisa di qualunque tipo essa sia, ma quando non ne vedono o ne vedono poche. Soltanto una piccola parte della popolazione non gradisce le divise: i delinquenti". Nei giorni scorsi il sempre attento Sottosegretario degli Interni, Alfredo Mantovano ha spiegato il nuovo Decreto Sicurezza, emanato per contrastare la criminalità e garantire la sicurezza. Come di consueto, il governo agisce su due fronti: prevenzione e repressione. Per la prevenzione, vengono stanziati 100 milioni con i quali saranno assunti 2.500 poliziotti entro il 31 marzo e viene dato il via ai "volontari per la sicurezza", quelle che tutti ormai chiamano "ronde" , per dare modo ai cittadini di partecipare al controllo del territorio, in sinergia con le forze dell'ordine.

Sul fronte della repressione dei reati, é previsto: l'ergastolo per i violentatori omicidi; il carcere per chi commette violenza sessuale su minori; l'arresto in flagranza che dà accesso al processo per direttissima; il patrocinio gratuito a spese dello Stato per tutte le vittime; nessun beneficio carcerario per gli autori di violenza sessuale.

Mantovano in particolare ha rilevato l’importanza della figura del sindaco che grazie all’elezione diretta dai singoli cittadini, è chiamato a rispondere direttamente alle loro richieste. Ovviamente ogni sindaco risponde alle esigenze del proprio territorio: il sindaco di Cortina d’Ampezzo non ha gli stessi problemi di quello di Reggio Calabria.

Qualche media ha scritto che il Decreto sicurezza del Governo Berlusconi è stato criticato anche dalla Chiesa. Il sottosegretario Mantovano ha confutato, dati alla mano, questa favola metropolitana, sostenuta ormai solo dal settimanale Famiglia Cristiana, che però politicamente è più a sinistra del Manifesto.

Praticamente con il Decreto sicurezza non si sono legittimate le ronde, ma solo regolamentato quello che già c’è in moltissime città, amministrate sia dalla destra che dalla sinistra, specie del Nord: "il contributo di privati cittadini, peraltro qualificati, alla sicurezza, non significa – ha continuato il Sottosegretario degli Interni - l’abdicazione dello Stato di Diritto, semmai un suo rafforzamento".

Perché non bisogna scandalizzarsi delle ronde ed invece essere favorevoli?

Il testo di legge e le dichiarazioni del Sottosegretario sono piuttosto chiari: "i gruppi di volontari non saranno armati, saranno selezionati prevalentemente fra ex poliziotti ed ex militari, saranno addestrati con cura, servirà l’autorizzazione del prefetto".

Al di là dell’ ideologia questa iniziativa serviva anche all’integrazione etnica del nostro Paese. Non è una novità infatti, che la quasi totalità degli immigrati sono bravi e pacifici; pertanto vivono con disagio le malefatte dei loro conterranei (i rumeni per esempio) e hanno positivamente approvato l’idea delle ronde.

Fra l’altro questa non è una novità per il nostro Paese: negli anni settanta per lottare contro la violenza sessuale, gruppi di femministe organizzavano pattugliamenti notturni delle strade, con l’intento di "riprendersi la notte rendendola, semplicemente, un po’ meno buia e deserta".

Le ronde, quelle femministe di trent’anni fa e quelle di oggi - scrive la stampa di Torino, giornale certamente non vicino al Governo - sono come lampioni accesi nelle nostre strade. Una strada deserta è molto più pericolosa di una strada dove ogni tanto passa, o potrebbe passare, qualcuno. Dobbiamo riprenderci la notte tutti insieme e organizzare in ogni città cento, mille ronde multietniche, allegre, colorate e chiassose. (Fabrizio Dondolino, Buona ronda, mala ronda, 27.2.09 La Stampa)

Alessandro Pagano

Domenico Bonvegna

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