Teatri Antichi nell’area del Mediterraneo

Teatri Antichi nell’area del Mediterraneo

2° Convegno Internazionale di Studi – La materia e i segni della storia

(Convegno organizzato da: Centro del Restauro Assessorato Regionale Beni Culturali e Ambientali)

Fra gli intervenuti: Scienziati ed Autorità dell’Archeologia mondiale.

Sintesi della relazione dell’On.le Alessandro Pagano – Assessore Regionale ai Beni Culturali e Ambientali e alla Pubblica Istruzione.

1) Siamo particolarmente orgogliosi di ospitare in Sicilia una manifestazione che ha il pregio di parlare della nostra storia, una storia che sottolinea, in un momento assai delicato per i rapporti internazionali tra Stati, come la cultura e i luoghi fisici della cultura hanno sempre rappresentato momento di sintesi e di coesione fra etnie, popoli e tradizioni.

La Sicilia, per la sua collocazione geografica, ma vorrei dire per la sua originale vocazione, ha rappresentato punto di unione e di contatto dei popoli più evoluti dal punto di vista culturale, luogo di incontro, palcoscenico ideale per l'elaborazione di modelli di società.

Riteniamo che ancora oggi, a secoli di distanza, la Sicilia possa proporsi come modello di accoglienza e di tolleranza, due sinonimi di cultura di cui il mondo intero oggi non deve dimenticarsi.

La nostra isola ha saputo nel tempo mantenere intatte le sue caratteristiche innovatrici nel rispetto di una tradizione che ha ispirato l'evoluzione del costume e della nostra società.

Ci piace pensare che non sia un caso che gli incontri che oggi presentiamo si svolgano in Sicilia, proprio perché nella migliore maniera possibile i siciliani si sono adoperati per considerare la cultura classica strumento indispensabile per il futuro delle generazioni avvenire.

I nostri teatri, indipendentemente dalle loro origini, sono testimonianza di come la classicità può divenire una caratteristica genetica di riconoscimento, di come la tradizione sia punto fondamentale di partenza della modernità.

Tutelare i beni culturali e allo stesso tempo saperne godere in chiave moderna significa proteggere il passato e farlo nel contempo diventare parte integrante del nostro presente.

Oggi il pensiero dominante nel campo della tutela dei beni culturali indirizza verso un percorso che noi conosciamo bene e che abbiamo favorito con una programmazione tesa a valorizzare tanto il contenitore che il contenuto.

E se Siracusa, con le sue meraviglie della storia, rappresenta la punta più avanzata di questo percorso, sarebbe ingeneroso dimenticare il ruolo che hanno avuto le altre città siciliane che possono mostrare al mondo teatri altrettanto affascinanti, scenari in cui ancora oggi si consuma il rito della classicità sia pure nelle varie rielaborazioni che tendono a far rivivere miti e leggende, culture e tradizioni.

Ci piace pensare altresì che non sia casuale che proprio in Sicilia si gettino le basi per un Documento, condiviso da istituzioni di diversi continenti, che abbia come obiettivo primario la conservazione, la fruizione e la gestione delle architetture teatrali antiche. Una maniera per affermare ancor di più il principio che la memoria rappresenta elemento di distinzione di una società moderna, perché la memoria di ciò che è stato ci consenta di essere oggi e domani cittadini di un mondo senza frontiere.

Perché la cultura e i suoi luoghi, la tradizione e i suoi riti riescono ad abbattere barriere e a creare elementi di unione, al di là delle appartenenze, delle etnie, delle religioni, al di là di ogni ostacolo che si frappone fra l'uomo e il sapere.

2) Alla "Carta di Siracusa", che sarà elaborata da questo consesso scientifico fanno riferimento quattro documenti tematici che contribuiscono alla costruzione di un protocollo condiviso di conoscenza, conservazione, fruizione e gestione:

3) Nella Commedia, Dante sulla conservazione del Patrimonio Classico recita: "che le pietre che nelle sue una stanno, siano degne di riverenza!"

Oggi la "riverenza" al patrimonio archeologico, Dante la riconoscerebbe solo con la presenza contemporanea della cultura, della tecnologia, della scienza, dell’arte e persino dell’economia. Esattamente ciò che si propone, con successo, questo convegno.