"Breviario miniato dei Carmelitani di Sutera"
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Sabato 07 Agosto 2004 11:27
Presentazione del "Breviario miniato dei Carmelitani di Sutera"
(Incontro organizzato da: Città di Sutera)
Fra gli intervenuti: Prof. Alessandro Musco (Direttore Officina Studi Medievali Palermo); Padre Giovanni Speciale (Responsabile Beni Culturali Diocesi di Caltanissetta); Altri.
Sintesi della relazione dell’On.le Alessandro Pagano – Assessore Regionale al Bilancio e Finanze.
Régine Pernoud, docente di Storia Medievale nonché la più grande scienziata al mondo in tema di Medioevo, nel suo "Luce del Medioevo"ci spiega:
La storia così come ci viene trasmessa dalla scuola ha subito alterazioni. Infatti il Medioevo chiuso e ignorante è patrimonio della gente comune, ma non degli studiosi, perché essi sanno che tale immagine è falsa!
L’immagine del Medioevo buio e superstizioso, ormai è superata e, grazie alla ricerca dell’Officina di Studi Medievali e al Comune di Sutera che hanno riscoperto e sponsorizzato il "Breviario Miniato dei Carmelitani", viene rivelato un altro tassello:
Il male del nostro tempo: la perdita della nostra identità.
Quando le cose vanno male dobbiamo interrogarci su cosa fare.
Questo non è salotto culturale, o archeologismo culturale, ma è ricerca della nostra origine. Chi eravamo e dove stiamo andando a parare.
Noi non siamo figli di nessuno. Abbiamo un grande passato che non va guardato con l’occhio del nostalgico, ma con l’intelligenza di chi vuol trarre lezioni e indicazioni per il futuro.
Il Medioevo è una pagina della nostra storia. È la sintesi del meglio del mondo romano antico, della sapienza greca e del Cristianesimo. Perché l’identità cristiana e la cultura cristiana non è solo la storia degli ultimi 20 secoli; Cristo con la sua rivoluzione sociale prende e trattiene anche tutto ciò che lo precede a cominciare da Platone, Aristotele per arrivare al mondo romano antico.
La civiltà cristiano romano-germanica ha dimostrato di saper convertire, rettificare, integrare i "popoli altri" e i barbari.
- Conoscere la mentalità medievale aiuta pertanto a far capire ed apprezzare l’epoca e guardare a tale modello con interesse:
Il Microcosmo nel Medioevo era costituito dal nucleo familiare; esso riproduceva il macrocosmo (le Signorie e lo Stato da difendere sopra ogni cosa).
Il Senso Pratico: i nostri antenati non avevano altro criterio che l’utilità. Arte, Decorazione, Architettura dovevano essere si belli, ma anche utili.
Scoperte e Scienza si imponevano solo se appoggiate sull’esperienza.
Umorismo e Ironia. Era un’epoca gioiosa e serena.
Casa. Era intesa in senso ampio: Focolare, Feudo, Parrocchia, Gruppo.
Pellegrinaggio (viaggio quale missione) e Accoglienza del Pellegrinaggio. Era una società globalizzata. "Sappiamo misurare il lavoro che rappresenta una fortezza come Château-Caillard, o una cattedrale come quella di Albi, ma quel che è difficile da realizzare è che l’una e l’altra furono edificate da personaggi la cui vita era fatta di andirivieni: dal mercante che lascia la sua bottega per le fiere di Champagne o di Fiandra, o per trafficare sui banchi di vendita d’Africa o d’Asia Minore, fino all’abate che se ne va a ispezionare i suoi monasteri; dagli studenti in cammino da un’università all’altra, fino ai signori che visitano il loro contado, o ai vescovi in giro per le loro diocesi; dai re che partono per la Crociata, fino al popolo minuto che cammina verso Roma o San Giacomo di Compostella – tutti, chi più chi meno, partecipano di questa febbre del movimento, che fa del mondo medievale un mondo in marcia. (Régine Pernoud).
Libertà individuale. Da quando è in grado di agire (16 anni), l’uomo medievale può allontanarsi, fondare una famiglia, partire per le Crociate. I suoi beni sono amministrati dalla famiglia.
Società a misura d’uomo e secondo il Piano di Dio.
Il prossimo futuro
L’Europa rischia di non esserci più! L’Europa culturalmente e Cristianamente intesa!
La rinascita dell’Islam non avviene perché questi paesi sono ricchi ma bensì perché l’Islam offre una base spirituale per i popoli che altri modelli culturali hanno smarrito.
L’Europa ha vinto tecnicamente ma ha realizzato una società secolarizzata. Con la Tecnocrazia e l’universalizzazione del suo modello di vita nel mondo, l’Europa ha fatto morire il mondo dei Valori, la sua cultura e la sua fede su cui è basata la propria identità.
L’Europa proprio nel momento di massimo successo si è svuotata dentro. Ha perso l’anima! Non ha più voglia di futuro (crisi demografica docet).
Due diagnosi per il futuro
Oswald Spengler: "Nelle espressioni culturali esiste una legge naturale: c’è un inizio, c’è una fine". La sua tesi è che l’Occidente sarebbe giunto alla sua epoca finale.
Arnold Toynbee: "Se si conosce la causa della crisi, si può indicare anche la via della guarigione: deve essere nuovamente introdotto il fattore religioso, di cui fa parte l’eredità religiosa di tutte le culture, ma specialmente quello che è rimasto del cristianesimo occidentale. Alla visione biologistica si contrappone qui una visione volontaristica, che punta sulla forza delle minoranze creative e sulle personalità singole eccezionali". La sua tesi è che esiste un progresso materiale tecnico e un progresso reale che è la ricerca e il ritrovamento del Sacro. L’Occidente è in crisi perché è passato dal Sacro al tecnicismo, al nazionalismo, al militarismo, al secolarismo. Una minoranza salverà però il mondo. Noi sappiamo che ha ragione Toynbee:
Perché l’identità cristiana è fondata su un vero Dio e vero uomo che si è sacrificato per noi, quindi capace di imprimere una identità fortissima, che è anche umana.
Perché alla visione biologistica si contrappone quella visione volontaristica che è tipica della storia dell’umanità. Quella storia che non è mai stata segnata o scritta da milioni di individui ma da "èlite" (Pio XI e Plinio Correa de Oliveira ce lo confermano). La forza di "minoranze creative" e da "singole personalità eccezionali" (Toynbee) è garanzia e speranza per rigenerare un ordine naturale.
Perché il bisogno di Sacro è insito nella natura dell’uomo. Dice Joseph Ratzinger "Il rispetto nei confronti di ciò che per l’altro è sacro, e particolarmente il rispetto per il sacro nel senso più alto, per Dio, cosa che è lecito supporre di trovare anche in colui che non è disposto a credere in Dio. Laddove questo rispetto viene infranto, in una società qualcosa di essenziale va perduto. Nella nostra società attuale grazie a Dio viene multato chi disonora la fede di Israele, la sua immagine di Dio, le sue grandi figure. Viene multato anche chiunque vilipendia il Corano e le convinzioni di fondo dell'Islam. Laddove invece si tratta dì Cristo e di ciò che è sacro per i cristiani, ecco che allora la libertà di opinione appare come il bene supremo, limitare il quale sarebbe un minacciare o addirittura distruggere la tolleranza e la libertà in generale. La libertà di opinione trova però il suo limite in questo, che essa non può distruggere l'onore e la dignità dell'altro; essa non è libertà di mentire o di distruggere i diritti umani. C’è qui un odio di sé dell’Occidente che è strano e che si può considerare solo come qualcosa di patologico; l’Occidente tenta sì in maniera lodevole di aprirsi pieno di comprensione a valori esterni, ma non ama più se stesso; della sua propria storia vede oramai soltanto ciò che è deprecabile e distruttivo, mentre non è più in grado di percepire ciò che è grande e puro. L’Europa, per sopravvivere, ha bisogno di una nuova – certamente critica e umile – accettazione di se stessa, se essa vuole davvero sopravvivere. La multiculturalità, che viene continuamente e con passione incoraggiata e favorita, è talvolta soprattutto abbandono e rinnegamento di ciò che è proprio, fuga dalle cose proprie. Ma la multiculturalità non può sussistere senza costanti in comune, senza punti di orientamento a partire dai valori propri. Essa sicuramente non può sussistere senza rispetto di ciò che è sacro. Di essa fa parte l’andare incontro con il rispetto agli elementi sacri dell'altro, ma questo lo possiamo fare solamente se il sacro, Dio, non è estraneo a noi stessi. Certo, noi possiamo e dobbiamo imparare da ciò che è sacro per gli altri, ma proprio davanti agli altri e per gli altri è nostro dovere nutrire in noi stessi il rispetto davanti a ciò che è sacro e mostrare il volto di Dio che ci è apparso - del Dio che ha compassione dei poveri e dei deboli, delle vedove e degli orfani, dello straniero; del Dio che è talmente umano che egli stesso è diventato un uomo, un uomo sofferente, che soffrendo insieme a noi da al dolore dignità e speranza. Se non facciamo questo, non solo rinneghiamo l'identità dell'Europa, bensì veniamo meno anche ad un servizio agli altri che essi hanno diritto di avere. Per le culture del mondo la profanità assoluta che si è andata formando in Occidente è qualcosa di profondamente estraneo. Esse sono convinte che un mondo senza Dio non ha futuro. Pertanto proprio la multiculturalità ci chiama a rientrare nuovamente in noi stessi".
Note Bibliografiche:
Régine Pernoud – Luce del Medioevo – Ed. Giovanni Volpe. Roma, 1978;
S.E. Card. Joseph Ratzinger – Europa. I suoi fondamenti spirituali, ieri, oggi e domani – Nuova storia contemporanea.