Dalla Riforma della Scuola ad una Scuola Riformata: ruoli, competenze e formazione

 Dalla Riforma della Scuola ad una Scuola Riformata: ruoli, competenze e formazione

(Convegno organizzato da: Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi Caltanissetta)

Fra gli intervenuti: Giovanni Villarosa (Vicepresidente Nazionale U.C.I.I.M.).

Sintesi della relazione dell’On.le Alessandro Pagano – Assessore Regionale ai Beni Culturali, Ambientali e alla Pubblica Istruzione

"Insegnanti e genitori. Quali i loro ruoli?"

1) Un primo risultato inequivocabile mette in luce l'importanza che i ragazzi attribuiscono alla famiglia. Infatti, l'82,5% considera la famiglia come l'ambiente dei veri affetti (nell'analoga indagine condotta a Roma lo stesso giudizio era stato espresso dal 68% dei ragazzi). La famiglia è giudicata positivamente soprattutto dai ragazzi che dichiarano di accettare le regole e di avere progetti per il futuro rispetto al gruppo dei ragazzi che ammettono condotte trasgressive e si focalizzano solamente sul proprio presente. Ma ciò che fa la differenza tra i due gruppi è soprattutto lo stile educativo dei genitori. Infatti, laddove i genitori tendono a concedere sono presenti maggiori tendenze trasgressive da parte dei ragazzi, che in genere si accompagnano anche ad altri segni di disagio come ad esempio la presenza di pensieri suicidi.

Anche quando i genitori impongono senza dialogare ciò sembra produrre effetti negativi in termini di depressione e disagio (l'atteggiamento di imposizione non consente, infatti, al ragazzo di costruirsi una sana autostima).

Quando, invece, i genitori dialogano con i figli ma allo stesso tempo mantengono le regole, il giudizio positivo sulla famiglia è più diffuso, sono meno frequenti i litigi, i ragazzi si sentono maggiormente spronati e stimati dai familiari ed in generale ciò determina un minore disagio ed una più scarsa incidenza di comportamenti trasgressivi.

Emerge chiaramente, quindi, la necessità che la famiglia abbia una funzione normativa oltre che affettiva. I ragazzi hanno, infatti, bisogno di punti di riferimento fermi che sappiano trasmettere loro regole e valori sui quali improntare le proprie scelte; ed allo stesso tempo è necessario che vengano sostenuti ed adeguatamente motivati nel proprio delicato percorso di crescita.

L’indagine conferma anche la relazione esistente tra disagio e disgregazione della famiglia: i ragazzi che non vivono con entrambi i genitori dichiarano più comunemente rendimento scolastico precario, minore rispetto e consapevolezza delle regole, consumo di spinelli, minora motivazione al sacrificio ed alla rinuncia.

I ragazzi con genitori separati costituiscono circa il 10% del campione siciliano (nell'indagine romana si rilevava un'incidenza del 20%).

L'atteggiamento di "fermezza e dialogo" è più diffuso nelle famiglie con i genitori che vivono insieme piuttosto che nelle famiglie con genitori "single". Si notano, però, differenze significative tra le risposte di chi vive con la sola mamma e di chi vive solo con il papà.

L'atteggiamento di "imposizione" pare più diffuso tra le mamme "single"; tra i ragazzi che vivono con la sola mamma sono più diffusi i comportamenti trasgressivi, più frequenti i litigi in famiglia e si esprimono più comunemente timori verso il proprio avvenire.

I papà "single" tendono, invece, ad assumere un atteggiamento più accondiscendente: mantengono di meno le regole e spronano di meno i propri ragazzi.

Sembrerebbe che il ruolo materno (maggiormente volto all'accudimento fisico ed affettivo) e quello paterno (importante per la trasmissione delle regole e del senso del dovere) vengano a snaturarsi nel momento in cui non sono più rivestiti in maniera complementare dai due genitori, ma assunti entrambi da un'unica persona. In ambo i casi si ha una ricaduta negativa sull'educazione dei figli.

2) Ci sono dati incoraggianti.

Il legame affettivo con i familiari è saldo, e lo è, "provvidenzialmente" quasi per tutti.

Laddove questo legame viene a mancare si apre piuttosto, un pericoloso varco verso lo smarrimento.

Proprio tra i ragazzi che confidano di pensare frequentemente al suicidio, si evidenziano significative difficoltà di rapporto in famiglia e si rilevano anche preoccupanti sintomi di disagio; è l'aspetto più problematico che viene evidenziato dall'inchiesta.

Tale conclusione era emersa anche nella precedente indagine condotta a Roma; ma rispetto alla indagine capitolina ci sono anche delle differenze.

Nel confronto con la situazione romana: i genitori siciliani appaiono un po' più risoluti con i propri figli; sono più rari i genitori "single" ed i figli unici; i ragazzi siciliani frequentano di più le funzioni religiose; il profitto scolastico è mediamente migliore; le consuetudini trasgressive sono meno diffuse; c'è un minor consumo di spinelli e soprattutto minore incidenza di pensieri suicidi. In sintesi, sembra un’adolescenza meno problematica. Non è soltanto un luogo comune, dunque, il fatto che in Sicilia alcuni valori siano più profondamente radicati rispetto ad altri contesti culturali. E ciò, naturalmente, si ripercuote in maniera positiva sugli stili di vita degli adolescenti.

3) Le criticità.

Sono confermate alcune preoccupanti conclusioni dell'indagine romana, anche se in misura più contenuta.

La nuova famiglia abdica di fronte alla sua funzione culturale e finisce con il non ritenere proprio compito il presiedere alla nascita sociale dei figli. E ciò ovviamente ha effetti nefasti sul processo di crescita dei figli, così come effetti negativi si notano laddove le relazioni tra i genitori sono critiche.

Manifestazioni trasgressive, come consumo di spinelli ed abuso di alcolici, forniscono indicazioni di malessere piuttosto che indicare normali espressioni di divertimento o di sperimentazione adolescenziale. Ciò si evince dal fatto che tali comportamenti sono presenti laddove emergono anche altri segni di disagio e la pedagogia familiare è improntata ad un'eccessiva accondiscendenza o alla mancanza di dialogo.

Un'ombra temibile che traspare dall'indagine è la solitudine sociale della famiglia, come è testimoniato dal fatto che la metà dei ragazzi non ha una persona adulta di cui si fida o a cui confiderebbe un segreto al di fuori del nucleo familiare.

In questo scenario la responsabilità dei genitori diventa determinante. L'ambiente familiare, la solidità delle relazioni, la pedagogia praticata dai genitori, la consapevolezza del processo di maturazione hanno un ruolo decisivo nello sviluppo dei ragazzi.

Tale indicazione è importante non soltanto per i genitori ma anche per tutte le Istituzioni che, a vario titolo, sono deputate a supportare la famiglia nel suo delicato compito educativo.