"Canzoni semplici tour" concerto di Aida Satta Flores

 "Canzoni semplici tour" concerto di Aida Satta Flores

(Manifestazione organizzata da: Assessorato Regionale ai Beni Culturali, Ambientali e alla Pubblica Istruzione)

Sintesi della relazione dell’On.le Alessandro Pagano – Assessore Regionale ai Beni Culturali, Ambientali e alla Pubblica Istruzione

E' con piacere che presento il concerto "Canzoni semplici tour"di Aida Satta Flores, artista nota al pubblico siciliano per la sensibilità delle sue composizioni, dove il gusto per la sperimentazione del nuovo si armonizza sapientemente con la tradizione musicale della propria terra.

Il concerto, pensato prima di tutto per gli studenti dei Licei palermitani, trova un suo primo importante significato nella data stessa della sua rappresentazione, il 21 marzo, giorno dell'equinozio di Primavera, e vuole dunque essere un Benvenuto alla stagione della rinascita ed anche un segno di particolare attenzione rivolto ai giovani che. nelle stesse parole dell'artista, come la Primavera contengono più acquazzoni che fiumi, più fiorì che frutti, più rugiada che pane, con le loro esuberanze non portate a termine e le loro voci simultanee e non sincrone.

Il concerto si propone come un suggerimento dove la musica marca l'inizio di un auspicato e lungo percorso il più possibile vicino ai giovani siciliani, invitandoli a recuperare un sapere antico e profondo, contenuto nel nocciolo della memoria folklorica del territorio, di cui la musica è stata al tempo stesso strumento narrativo e fine estetico, specialmente nel momento storico in cui la trasmissione orale ne costituiva l'unico modo, allora noto, di conservazione di un Bene culturale primigenio.

In circa due ore la cantante, con l'energia e la generosità artistica che da sempre anima le sue esibizioni dal vivo, spazierà dalle atmosfere più melodiche a quelle più propriamente etniche.

Un ultimo segno significativo che si può cogliere è dato dal titolo stesso del concerto "Canzoni semplici", che trae la sua ispirazione più forte da un singolo contenuto nella performance: "...alzo il volume della Vita, perché la Vita è un'altra cosa e una canzone non lo sa."

La musica accompagna ogni momento della vita umana, e in particolare quelli più importanti: le feste, le nozze, gli addii... Condivide con la parola d'essere lieve e impalpabile, e insieme foltissima, capace di convincere, di muovere sentimenti e di provocare passioni. Può farlo perché è molto simile alla persona umana, inscindibilmente fatta di corpo e di spirito, di materia e di immateriale. Lo stesso termine "persona" deriva da per-sonare, risuonare, e ha origine nella maschera teatrale, dove un corpo fisico, uno strumento - la maschera - veniva fatto suonare, prendeva vita grazie all'attore.

C'è molto di straordinario nella musica, come nelle persone umane.

La musica, propriamente, non serve a nulla. Condivide con il gioco l'essere libera, è insieme atto d'intelligenza e non casualità (non a caso in alcune lingue si usa lo stesso verbo per "suonare" e per "giocare", per esempio in inglese "to play", e in tedesco "spielen") Questo ben esprime la nostra superiorità rispetto ai puri bisogni materiali, il fatto che siamo - per citare il filosofo Platone - le uniche piante con le radici in ciclo o, per citare una suggestiva canzone contemporanea, che "siamo fatti di terra, di fuoco, di vento, di sangue, di musica e parole"!

È vero, il mercato del divertimento ha cercato di mercificare anche la musica, riducendola a prodotto delle mode programmate (quelle per cui tutti sono "anticonformisti" allo stesso modo e nel medesimo periodo...), ma la musica non si lascia racchiudere lì. Non vi si lascia certamente chiudere la musica popolare.

La musica è poi sempre - in qualche modo – "corale": sempre un suonare e cantare insieme, scoprendo che la vera armonia non è mono-tona, ma la composizione di un ricco e variegato intreccio di personalità e di contributi individuali. E corale è in particolar modo la musica popolare, in cui risuona, anche negli assoli, il sentimento e la tradizione di un popolo, la sua capacità di vivere, di gioire e di soffrire.

La sua capacità di mostrare sempre, anche cantando, che la vita e il mondo sono di più di quello che si vede e si tocca. A noi saperlo cogliere, e salperei unire, con creatività, a questo canto. A noi saper produrre, cioè, autentica cultura.

Un caro saluto, buon ascolto e buon canto!