Progetto legalità. In memoria di Paolo Borsellino

 Progetto legalità. In memoria di Paolo Borsellino

(Convegno organizzato da: Associazione Nazionale Magistrati Sez. Distrettuale di PA)

Sintesi della relazione dell’On.le Alessandro Pagano – Assessore Regionale ai Beni Culturali, Ambientali e alla Pubblica Istruzione

II radicamento della legalità può ripartire, a livello diffuso, solo dal recupero e dal rispetto di una morale autentica, fondata su una corretta concezione dell'uomo, su una antropologia adeguata.

La cultura dell’illegalità, non parliamo poi della pratica della stessa, dobbiamo convincerci, che fa male non solo a quanti ufficialmente la patiscono, ma la patiscono anche quanti la praticano, la lambiscono, ne respirano socialmente l'aria. Fa del male a tutti.

Il progetto che viene da lontano, progetto secolarizzante, preparato culturalmente negli anni "cinquanta" e "sessanta", ha mostrato i suoi effetti dirompenti a partire dagli anni "settanta", quando si è visto colpito e dissipato un patrimonio di moralità, ancora presente in larghi stati della popolazione. Tutto questo è avvenuto sotto l'occhio poco vigile di cosiddetti "benpensanti" che non pensavano in realtà nulla di buono, forse perchè non pensavano più nulla di grande, non erano in grado di pensare in grande. Anzi plaudivano allo sfacelo chiamandolo "progresso", alla caduta di valori chiamandola "evoluzione", alla illegalità ritenendola da una parte esuberanza giovanile e dall'altra fine del dogmatismo morale.

L'educazione alla legalità parte dalla vittoria siila cultura permissiva che tanto male ha fatto a tutti, specie ai giovani, che a quanto si vede, ed è sotto gli occhi di tutti, non hanno ottenuto la felicità, dalla pratica della stessa.

L'educazione alla legalità è inscindibilmente legata alla educazione al bello autentico, al giusto, è educazione della sensibilità. Per questo è trasversale a tutto il sapere.

Non c'è mito più nocivo -ha insegnato il filosofo belga Marcel De Corte - che la convinzione di essere portati avanti da un movimento irresistibile: questa convinzione uccide l'intelligenza, perché essa ha bisogno di una specie di pausa, ha bisogno di tirarsi indietro di un passo, prima di giudicare; le impedisce di distinguere il bene dal male, la realtà dall'apparenza. Persuasa che non si può far nulla per risalire il corso della storia, si abbandona, come un cadavere alla corrente, a tutti i sofismi purché siano strombazzati abbastanza dall'alto per soffocarla. Diventa incapace di discernere la salute dalla malattia, e di constatare che guarire non significa affatto ritornare all'età che si aveva all'inizio della malattia. Rifiuta la salute, e arriva perfino a chiamare beni i mali che la schiacciano, e felicità la sua disgrazia. E' prigioniera dell'opportunismo, del conformismo.

La cultura della legalità, a scuola come nella vita, non può essere racchiusa in un ambito disciplinare ma deve essere l'aria stessa che si respira in ogni ambito della scuola

A partire dalle cose apparentemente più piccole. Scrivere sui muri dei bagni o delle classi, come spesso avviene, "drogarsi è bene, drogarsi è bello" è un atto gravemente illegale. Non solo perché il muro di tutti viene sporcato, ma anche perché il messaggio veicola disvalori che fanno male a tutti ed inducono a convincimenti errati i più deboli, che invece sono affidati alla nostra cura. A quella di tutti.

Momento importante dell'educazione dell'uomo è la memoria che non deve essere ridotta a valore puramente romantico. Si, dobbiamo andare a visitare spesso, e con le nostre scuole, e da soli, e con le nostre famiglie, le tombe di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, per quel motivo straordinariamente profondo insegnateci da UgoFoscolo: "A egregie cose il forte animo accendono l'urne de' forti, o Pindemonte; e bella e santa fanno al peregrin la terra che le ricetta" (I Sepolcri).

Le urne dei grandi accendono gli spiriti forti, educano l'animo di tutti e rendono grandiosa al passante la terra che pietosa custodisce tali ceneri. Non è sentimentalismo romanticheggiante, è insegnamento religiosamente laico che può servire a costruire il futuro traendo alimento dalla memoria.

Cosa fa l'Assessorato in dirczione della diffusione della cultura della legalità nelle scuole:

A) Attraverso una sottomisura del P.O.R.( 3.21) viene promossa la campagna di educazione alla legalità, che è finalizzata alla promozione dei valori della legalità attraverso interventi rivolti agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado con particolare riferimento alle aree del territorio regionale a più alto rischio di dispersione scolastica e di devianza minorile; la sottomisura in questione è inserita nell'Accordo di programma quadro "sicurezza e legalità per lo sviluppo della Regione Siciliana ", alfine di assicurare maggiore sinergia con gli altri interventi nazionali e regionali in materia di sicurezza e legalità.

Nello specifico sono finanziate attività di documentazione, di approfondimento, di studi e di ricerca. Sono inoltre previsti 1) percorsi formativi per genitori di alunni che si trovano in particolari situazioni di rischio socio-educativo, finalizzati alla promozione di una cultura della legalità, da sviluppare principalmente all'interno dei contesti familiari 2)reti tra istituzioni scolastiche, anche appartenenti a zone colpite da fenomeni di criminalità organizzata, alfine di favorire i gemellaggi, gli scambi e le iniziative culturali comuni 3) attività di formazione rivolte ai docenti e agli operatori delle scuole sull'educazione alla legalità, con particolare riguardo agli interventi finalizzati a prevenire atteggiamenti e comportamenti contigui alla criminalità mafioso.

B) L'assessorato annualmente pubblica una circolare finalizzata a diffondere attività per la formazione civile degli alunni (ART. 14 DELLA LEGGE REGIONALE 13 settembre 1999 n. 20) : lo scopo è quello di contribuire alla legalità e consolidare una nuova coscienza democratica finalizzata alla lotta contro le organizzazioni mafìose e i poteri occulti.