Il vivere intensamente questi valori, permette di rendere feconde e ridenti anche le zone deserte

Prefazione al volume "L'uomo che piantava gli alberi"

La lettura, che mi ha particolarmente entusiasmato, del volume di Jean Giono, ha evocato in buona parte, due autori che sono stati maestri determinanti nella mia formazione e che auguro a tutti di leggere. Si tratta del grande contadino-filosofo francese Gustave Thibon e dell'eminente professore-filosofo belga Marcel De Corte.

L'accostamento, tra l'opera di Jean Giono ed alcuni loro scritti, troverebbe molteplici aspetti se si potesse analizzarli nel dettaglio.

Non si tratta in questo caso, e neanche in quello della prospettiva del volume che presentiamo, di una sterile nostalgia nei confronti di una passata civiltà contadina e ancor meno di un ecologismo, alla stregua di quello oggi talvolta propagandato da certi ambienti politici, che vorrebbe annullare e fermare il legittimo progresso.

Si tratta invece del richiamo a quei Valori senza i quali è impossibile la stessa sopravvivenza della società: la pazienza, la perseveranza, il sacrificio, la cultura del lavoro, l'amore per il creato, il rispetto per l'ordine naturale, l'attenzione al bello, il senso del dovere, la capacità di seminare, saper attendere il risultato ed essere consapevoli che molto dipende da noi e molto dalla Provvidenza.

Il vivere intensamente questi valori, permette di rendere feconde e ridenti anche le zone deserte. E lo stesso protagonista,
Elzéard Bouffier ribadisce tra le righe di trovare il piacere e la felicità nell'aver adempiuto al proprio compito.

Qui ho visto il riferimento al pensiero di De Corte, là quando in "Fenomenologia dell'autodistruttore", sottolinea come ogni uomo ricerca la felicità, in una prospettiva naturale, classica e cristiana. Per dirla con Cicerone " beatos nos esse volumus".

L'uomo che piantava gli alberi, trova nel fare il proprio dovere, con sacrificio certo, con qualche fallimento certo, il piacere e la felicità insieme.

Se sapremo incarnare questi Valori e se sapremo trasmetterli alle future generazioni, avremo mille ragioni in più di speranza per il futuro del mondo e dei nostri figli.

Alessandro Pagano

Assessore regionale ai Beni Culturali, Ambientali

e alla Pubblica Istruzione