Qualche considerazione sulla libertà di coscienza invocata da alcuni parlamentari di Forza Italia a proposito dei "Grandi Temi Etici"

Uno dei temi che più hanno creato disappunto all’interno degli elettori della CDL in particolare di Forza Italia, è stato il comportamento di alcuni parlamentari sui GRANDI TEMI ETICI.

E’ ancora vivo nella memoria quanto successo in materia di PROCREAZIONE MADICALMENTE ASSISTITA e cosa potrebbe succedere in materia di EUTANASIA e TESTAMENTO BIOLOGICO, o ancora di PACS e DICO.

Molti nostri elettori hanno mostrato insoddisfazione nell’osservare che, a fronte di un programma esemplare nella chiarezza non altrettanto esemplare e coerente è stato il voto di alcuni Deputati e Senatori.

E’ bene quindi che il nostro partito approfondisca queste tematiche al fine di giungere ad un comportamento parlamentare adeguato alle esigenze dei tempi.

La prima considerazione che mi permetto di sottoporre è ricordare cos’è un partito politico.

Qualcuno potrebbe ironizzare a seguito della "lapillassiana " definizione ma io penso che in un’epoca come la nostra, caratterizzata dalle più grandi stranezze, confermare le ovvietà non è esercizio di sterile dialettica ma educazione al buon senso.

Quindi, il partito politico è " un’associazione volontaria di cittadini che si offre di gestire le strutture del potere legislativo ed esecutivo di uno Stato".

Il partito politico, qualsiasi esso sia, per raggiungere tali obiettivi organizza ed offre un programma capace di coprire l’intera durata dello spazio legislativo.

Per usare una metafora irrituale, ma penso efficace, il partito è come una impresa che partecipa alla gara di un’opera pubblica e che per non essere esclusa dall’appalto, deve presentare un’offerta capace di realizzare l’opera stessa.

La "libertà di coscienza" tanto invocata dalle nostre parti politiche equivale al "non mantenimento dell’ offerta" che si è fatto agli elettori.

Il partito politico in quanto tale non solo si sottrarrebbe al suo patto etico con gli elettori ma con la libertà di coscienza, di fatto favorirebbe - temporaneamente o congiuntualmente - la nascita di un’altra cosa: un vero e proprio partito nuovo.

I "rappresentanti del popolo", ovvero coloro che sono stati eletti infatti a questo punto non sarebbero più i rappresentanti di un popolo che li ha voluti sulla base di un programma elettorale ma sarebbero una "casta" che piuttosto che rispondere esclusivamente al sentimento popolare di chi li ha eletti, risponderebbero tutt’al più alla loro coscienza personale, che come è noto risente delle compulsazioni mediatiche e di lobbyng.

Qualcuno strumentalmente potrebbe reclamare il proprio spazio di libertà invocando la propria coscienza al fine di non affossare nell’ideologia.

Ma anche questa tesi non regge perché, la libertà di coscienza non è assolutamente negata anzi ritengo che essa sia un valore per una comunità, ma essa si esaurisce nel momento in cui un soggetto si candida e successivamente viene eletto con un programma ben identificato.

Lo spazio di libertà di pensiero individuale, giusto e sacrosanto, a questo punto di fatto deve essere sacrificato dall’aspirante senatore o deputato, sull’altare del programma politico, complessivo e senza eccezione, del popolo sovrano.

Inutile sottolineare in fine quali sono i grandi temi etici che nulla hanno a che spartire con le ideologie: l’attenzione alla vita, alla famiglia e alla coppia, all’educazione. In altre parole tutti quei valori che sono pre-sociali e pre-politici, quindi appartenenti al diritto naturale. Valori che per definizione sono con la " V " maiuscola e che non sono negoziabili.