Intervento dell'On.le Alessandro Pagano alla Summer School Siciliana sulla Media Education II Edizione

(guarda il video) - "La Media education non è una forma di protezione, ma è una preparazione, nel tentativo di sviluppare la comprensione e partecipazione dei giovani alla cultura mediatica (Balzagette, 1989)".

L’analisi delle caratteristiche dei nuovi media porta a riflettere su alcuni capisaldi che hanno sempre fatto parte delle pratiche Media education.

Si è sempre data l’indicazione di preferire sempre un consumo condiviso dei media in modo tale che il ragazzo non fosse lasciato mai solo, cercando occasioni per stare insieme e trasformare il consumo dei media in un uso sociale. Ma la caratteristica della portabilità e la personalizzazione di molti media contemporanei rende impensabile la possibilità di creare situazioni di consumo condiviso.

Altro tema tipico della media education è stata la lettura critica, si è sempre pensato che educare ai media significasse creare nei ragazzi un senso critico, aiutati da due strumenti fondamentali per la media education: la semiotica e le tecniche di analisi testuale.

Le principali sfide educative per la ME, oggi sono la portabilità dei supporti e la scrittura o produzione. A tal proposito è diventato molto più semplice e agevole produrre video a scuola e poi pubblicarli servendosi di software per la post- produzione accessibili e di servizi gratuiti per renderli noti alla comunità virtuale. Il grosso problema è educare la responsabilità dei ragazzi, visto il loro ruolo di autori rispetto all’etica della rappresentazione.

Il nuovo modello comunicativo presume uno stretto rapporto con la categoria della mediazione vista come guida alla scoperta e alla costruzione negoziata del sapere In questo scenario l’uomo non è più visto come mezzo fruibile alla conoscenza, piuttosto come un evento umano. E’ qui che il processo educativo si identifica come costruzione di cultura e, l’alunno viene coinvolto in quel processo che interpreta e negozia i fatti; destinatario della conoscenza.

I fenomeni che i media hanno incentivato quali: de-storicizzazione, de- localizzazione, de-temporalizzazione, hanno modificato il modo di interpretare il modo e la conoscenza delle cosa. La conseguenza immediata conduce ad una presa di posizione della scuola in relazione al piano formativo perché, se vero è che le nuove generazioni vivono e crescono all’interno di questo paradigma socializzante è fuori luogo pensare che la scuola ne rimanga fuori.

Compito delle istituzioni scolastiche è quello di mediare i saperi insieme ponendo fine a quel processo di " dis-intermediazione " tra il soggetto che apprende e la istituzioni delegate in questo compito.

Possiamo sostenere che la vita non ha senso o ne ha uno diverso, preso in prestito dal cattivo maestro di turno, ma se trasmettiamo ai nostri figli che la vita non ha senso o ne ha uno diverso dal reale perchè stupirsi se arriveranno a negare la vita, la loro stessa vita. La venderanno o la svenderanno, la disprezzeranno o forse la esalteranno credendola un baccanale, consumandola in niente, ma alla fine la perderanno.

Il secondo errore è di chi ha trascurato di rinnovare il proprio impegno educativo non pensando che l’educazione viene veicolata a nuovi uomini da nuovi educatori. L’atto educativo è un atto sempre nuovo che veicola i valori di sempre connaturati all’ uomo stesso.

Parlando di educazione ho fatto riferimento al termine Realtà e Verità poiché non c’è crescita se non si adegua il compito educativo alla realtà.

Rousseau: "Colui che osa prender l‘iniziativa di fondare una nazione deve sentirsi in grado di cambiare, per così dire, la natura umana di trasformare ogni individuo".

Morelly nel suo "codice della natura" (1755) sostenne la necessità che i "bambini all ‘età di cinque anni siano tolti ai loro genitori ed educati a spese dello stato e secondo linee comuni ".

Ecco perché la verità rende liberi. La verità ci porta sul sentiero del dialogo e non su quello della intolleranza come spesso si sostiene. Cercare la verità significa cercare il senso proprio della vita in modo collaborativo e mettere in comune quanto si è compreso, questo è il senso originario della parola comunicare.

Alessandro Pagano