Sicilia, sui conti pesa la sanità

(Tratto da "Italia Oggi") - L'allarme dato dall'assessore Pagano

La sanità pesa come un macigno nel bilancio della regione siciliana. A tal punto da farlo sballare. Questo è quanto è successo con il bilancio del 2003 e questo è quanto potrebbe accadere, con ulteriori maggiorazioni, nel bilancio del 2004. Ne è assolutamente convinto l'assessore regionale al bilancio e finanze, Alessandro Pagano, che ieri, nel corso di una conferenza stampa, ha lanciato un vero e proprio allarme. Destinatario lo stesso presidente della regione, Salvatore Cuffaro.

Anche per il 2003, infatti, la sanità è riuscita a far crescere ulteriormente il suo peso nel bilancio regionale, passando da circa il 48% del 2002 a qualcosa come il 55,13%. Uno scatto che ha portato l'assessorato guidato da Ettore Cittadini a spendere 7 miliardi e 487 milioni di euro a fronte dei 13 miliardi e 581 complessivamente impegnati da tutte le amministrazioni regionali. Da varare al più presto una manovra correttiva da 940 milioni di euro. «Noi porremo il problema», afferma Pagano, «a partire dai prossimi giorni a tutta la giunta regionale affinchè le decisioni dei tagli possano essere prese collegialmente». Da dove cominciare? Innanzitutto con il blocco immediato, in tutti i settori, delle disponibilità dei capitoli di spesa corrente. Si potrebbero così recuperare cifre per 220 milioni attraverso il congelamento di tutte le spese di funzionamento che riguardano la macchina regionale. Si passerebbe poi alla riduzione degli stanziamenti prefissati per legge in modo da ritagliare economie per circa 720 milioni di euro. Per questa manovra, invece, occorrerà passare dall'assemblea regionale. «Naturalmente», sottolinea Pagano, «per far questo occorre che la maggioranza di governo sia fortemente compatta nell'affrontare una vera e propria emergenza finanziaria». Oltre alla maggiorazione della spesa sanitaria (pari a 1 miliardo 345 milioni di euro determinata dalla copertura dei disavanzi del 2001 e 2002), hanno contribuito alla crisi finanziaria regionale anche i mancati introiti per la messa a reddito dei musei (60 milioni); le dismissioni delle partecipazioni regionali (175 milioni) e i diritti della motorizzazione (50 milioni).

Andrea Naselli