Regione, crisi finanziaria. Pronti tagli per 960 milioni

(Tratto da: "Milano Finanza") - L'Assessore al Bilancio Pagano si appresta a presentare un piano in Giunta.

La spesa sanitaria lievita dal 48 al 55,13 per cento degli impegno di bilancio, toccando circa 7,5 miliardi. Minori entrate da beni culturali, dismissioni enti regionali e motorizzazione.
Guerra ai disavanzi occulti della sanità. Imbracciato lo scudo, calcato l'elmetto e sguainalo lo spadone, l'assessore regionale al bilancio e finanze Alessandro Pagano scende in campo con l'intenzione di tagliare e sforbiciare a destra e a manca. I nemici? I numeri innanzitutto, quelli della sanità che lo hanno costretto, per il bilancio del 2003, a mettere mano al portafoglio per ripianare i disavanzi del 2001, 294 milioni di euro, e del 2002, altri 124 milioni. Ma anche qualche suo compagno di squadra.

Anche per il 2003, però, dagli uffici della sanità non arrivano per niente buone nuove e, a quanto pare, il disavanzo da coprire con il bilancio del 2004 si impennerà quasi sicuramente verso i 460 milioni di euro. Una spirale inarrestabile. A tal punto da fare slittare continuamente verso l'alto il suo peso sugli impegni di bilancio della regione passati dal 48% del 2002 al 55,13% del 2003. Ben 7 miliardi e 487 milioni sui 13 miliardi e 581 milioni di impegni complessivi della regione.
L'anno scorso i volumi di spesa e la loro espansione sono stati fortemente condizionati dal ritmo di aumento della spesa sanitaria. I saldi differenziali, comprendendo la spesa sanitaria, ammontano a meno 447.235 euro, senza i maggiori oneri derivami dal ripianamento dei disavanzi precedenti si sarebbe arrivati in arca positiva a più 361.824 euro. Se la regione non avesse dovuto finanziare i maggiori oneri della sanità avrebbe fatto ricorso all'indebitamento per appena 95.193 euro a fronte dei 931.702 includendo la sanità. All'interno di una sanità al centro del l'attenzione, i fari sono, però, principalmente puntati sulla spesa farmaceutica. Anche per il 2003 essa sforerà il 13% fissato dal fondo sanitario per arrivare al 19%. Cifre crude che proiettano giocoforza la sanità sul banco degli imputati. ‘Ma, a scanso di equivoci’, precisa Pagano, ‘nessuno pensi a responsabilità dirette dell'assessore alla sanità, anzi il peso grava su decisioni di governo da prendere collegialmente che finora non sono state affrontale’.
Insomma la resa dei conti all’interno della giunta guidata da Salvatore Cuffaro è cominciata e già a partire da giovedì prossimo, primo giorno utile dopo l’attesa parificazione del bilancio della Corte dei conti, Pagano presenterà in giunta una patata bollente di una manovra da 940 milioni di euro di tagli. In cima al piano elaborato dai tecnici del bilancio circa 220 milioni dì euro di economie sulle spese di funzionamento della macchina regionale. Un intervento che, una volta deciso dal governo, può essere adottato in via amministrativa. In pericolo le spese non obbligatorie. A seguire altre economie per 720 milioni di euro. Questa volta, però, con un passaggio in assemblea regionale. Nel mirino gli stanziamenti prefissati per legge che coinvolgono tutte le amministrazioni regionali, dall'agricoltura al turismo.
‘Su questi punti occorre avere la massima compattezza della maggioranza’, dice senza mezzi termini Pagano, ‘per affrontare una vera e propria emergenza finanziaria’.
Ma a determinare la crisi finanziaria della regione non è solo la sanità. Una prima bordata Pagano la lancia verso il suo collega Fabio Granata, assessore regionale ai beni culturali. ‘Ci erano stati assicurati’, sottolinea, ‘ben 60 milioni di euro l'anno dagli introiti dei musei ma è arrivata appena qualche briciola’. Mancano, tra l'altro, ancora i decreti attuativi della legge Ronchey per la messa a reddito dei beni culturali siciliani. Aspettative deluse anche per gli incassi derivanti dalla dismissioni degli enti regionali. Ben 175 milioni iscritti in bilancio. Mancato incasso anche in questo caso.
Non sono arrivati nelle casse regionali anche i 50 milioni dei diritti di motorizzazione. A presto le scintille.

Andrea Naselli