Nuovo allarme finanziario alla Regione. Pagano: c’è un buco da 1.200 milioni

(Tratto da "Giornale di Sicilia") - La relazione dell’assessore al Bilancio: non cala la spesa sanitaria, pochi proventi dalle privatizzazioni. Scintille sul piano di impiego di 300 disoccupati nei museo

PALERMO - Un miliardo e 200 milioni di euro: è questa, attualmente, la dimensione del buco nel bilancio della Regione. Cifra contenuta in una relazione che l'assessore alle Finanze, Alessandro Pagano, ha preparato e sottoporrà all'attenzione della giunta nel corso della prossima seduta. In quel documento ci sono i conti della Regione, appesantiti (non è una novità) dal deficit della Sanità: 400 milioni di euro nel 2003, ma il problema - rileva Pagano - è che dal trend di spesa dei primi tre mesi emerge che il comparto sanitario produrrà più o meno lo stesso «sforamento» anche nel 2004.

In più ci sono i cosiddetti «debiti fuori bilancio» delle aziende sanitarie e ospedaliere, somme erogate con copertura incerta: «La quantificazione di questa voce di deficit - dice l'assessore - non è precisa, ma dalle prime rilevazioni ammonterebbe a quasi 500 milioni di euro. Speriamo che una stima più precisa smentisca questo dato, ma intanto siamo preoccupati, è inutile nasconderlo».
Anche perché molte poste in entrata messe in bilancio nel 2003 sono risultate aleatorie: «Dalla vendita dei biglietti d'ingresso nei musei ci aspettavamo 65 milioni di euro: ne abbiamo incassati appena sette. E abbiamo fatto la stessa previsione per il 2004: obiettivamente, non sappiamo quanto incasseremo». Per non parlare degli introiti delle privatizzazioni: «Per quanto riguarda gli enti economici, la situazione, seppur lentamente, è in movimento: è stata di recente conclusa la liquidazione dell'Azasi, aspettiamo che il commissario Alessi continui rapidamente il suo lavoro. Ma dalla liquidazione delle aziende di soggiorno, dalla privatizzazione delle aziende termali, la vendita dei beni demaniali non stiamo ottenendo praticamente nulla. Si tratta di operazioni ferme e i mancati introiti ammontano a 175 milioni di euro».
Pagano è preoccupato, si, e non fa nulla per nasconderlo. Questione di clima, se volete. Alle porte ci sono, fisicamente, gli ex dipendenti di Spatafora, Miraglia, Libero Grassi, Mediconf, Solaria, Itm Contest, Privilegio: disoccupati che chiedono un posto seppure a termine. Pagano si è opposto al loro impiego nei musei, nell'ambito di un progetto portato avanti dall'assessore ai Beni Culturali Fabio Granata e appoggiato dal governatore Cuffaro: «Non si sono i soldi per queste assunzioni», taglia corto Pagano, al cento di un braccio di ferro che ormai vede da un lato Forza Italia e dall'altro An e lo stesso governatore. «E poi - continua l'assessore - che segnale daremmo? lo non ho nulla contro gli ex dipendenti di Spatafora e delle altre aziende in crisi, ma non possiamo legittimare le aspettative di un posto nella pubblica amministrazione da parte del personale di ogni società privata che chiude i battenti...». Polemica a tutto campo, con il segretario della Cgil Carmelo Di Liberto che sostiene Pagano, la Cisl che sta invece con Granata. E quest'ultimo non ci sta a far passare la sua come un'operazione clientelare: «Io delle clientele me ne sono sempre infischiato - dice Granata. L'assunzione di quei trecento lavoratori è prevista in un ordine del giorno votato dall'Ars, è un. nostro preciso impegno sociale, e il mio progetto è un laboratorio interessante per la valorizzazione dei beni culturali».
Rimane quel buco da un miliardo 200 milioni di euro, rimangono i precari alle porte dell'assessorato al Bilancio. Ma alle pone c'è anche una campagna elettorale che, dice chiaro e tondo Pagano, «non permetterà alcuna operazione di risanamento: ormai è chiaro».