Sanità, Pagano frena Cittadini

(Tratto da "La Repubblica") - "Inutile ridurre le guardie mediche, vanno tagliati gli sprechi"

La pressione fiscale non sarà aumentata per sanare il deficit della sanità. Per il semplice fatto che «i siciliani non lo capirebbero e le entrate finirebbero con l'essere assorbite dal disavanzo sempre crescente». L'assessore al Bilancio Alessandro Pagano stoppa la proposta che il suo collega alla Sanità Cittadini aveva indicato per far fronte al buco che quest'anno toccherà una quota senza precedenti.

Assessore Pagano, Cittadini lancia l'allarme sul deficit della sanità siciliana che a fine 2003 sarà pari a 500 milioni di euro. Dice: o tagliamo i servizi o aumentiamo le tasse. Che farete?

"Condivido il suo grido di allarme. Ma non è certo una novità, lo sollevai il caso nel dicembre 2001. Dopo quattro mesi di governo feci già presente che eravamo sull'orlo del precipizio. Rimasi inascoltato. E cosi, in Sicilia abbiamo continuato a stanziare risorse in un settore che era decotto".

Un anno fa il presidente Cuffaro e l'assessore Cittadini hanno ideato il decreto cosiddetto taglia spese, che a conti fatti ha invece riaperto i cordoni delta borsa in favore dei centri privati.

"Ma io non l'ho supportato affatto. In ben quattro giunte di governo mi sono opposto: dissi che il decreto faceva lievitare la spesa di 250 milioni di euro. Cittadini, era l'11 dicembre, disse che Pagano non doveva fare ingerenze nella sanità. Il nostro contributo purtroppo non è stato ritenuto utile: volevo solo aiutarlo, facendo notare che prima di spendere biso¬gna rendersi conto di quanto si ha in cassa".

Ancora adesso la sanità è a caccia dei 70 milioni rivendicati dai convenzionati esterni e dai privali. È cosi?

"I soldi non ci sono. Per trovarli bisognerà tagliare in al tre voci della sanità, non c'è alternativa."

Dunque non pensate a nuove tasse o ad aumentare le imposte esistenti?

"Il governo regionale non ha alcun programma di questo tipo. Per due motivi. Primo, perché siamo in una fase di stagnazione complessiva e se aumentassimo la pressione fiscale salterebbe tutto il sistema. Secondo, perché è troppo semplicistico dire nuove tasse se non si coprono le falle esistenti. Qui siamo alle prese con una sanità che in tre anni ha prodotto deficit di 500 milioni, 400 milioni e, quest'anno, altri 500 se In tre anni è stato bruciato un miliardo e mezzo di euro. Chi ha il coraggio di dire ai cittadini: vi aumentiamo le tasse per coprire un buco sempre crescente?"

Allora taglierete i servizi?

"Ma come si fa? Quando oggi il 50 per cento de i ricoveri in chirurgia risulta superfluo, cioè inutile, facendo perdere 600 euro al giorno a degenza. Quando la spesa farmaceutica È fuori contrai lo per l'Inerzia nella riscossione dei ticket: tutti si dichiarano esenti e non si fa nulla per combattere l'evasione. E infine ai nuovi accreditati, i convenzionati, è stato assegnato da quest'anno un budget che parte da 55 mila euro ciascuno. Come si fa ad andare avanti così?"

E allora che si fa?

"Bisogna risolvere il problema riformando la sanità sotto il profilo strutturale. Il buco si sana eliminando le tante disfunzioni esistenti. Ha ragione Miccichè quando indica 1 esempio del presidente pu¬gliese Fitto: lui ha eliminalo gli sprechi e ha trasformato i costi improduttivi in produttivi."

L'assessore Cittadini sembra voler cominciare tagliando più di cento guardie mediche.

"Ma è come prendersela con il muro più basso. Quelle postazioni costano 100 mila euro l'anno ciascuna. Non è così che si risolve il problema. Il deficit e fruito di una impostazione culturale sbagliata, che ha prodotto appunto un buco da un miliardo e mezzo senza il quale saremmo la regione con i conti più floridi Ciascuno a questo punto tiri le sue conclusioni".