"Agricoltura e turismo, potenzialità del Nisseno"

(Tratto da: La Voce del Nisseno) - L’assessore regionale al Bilancio e Finanze, Alessandro Pagano, traccia un consuntivo positivo dell’attività politica del Governo Cuffaro.

Un politico che sa ruggire. Un politico, per usare un’altra metafora, abile sia nel galoppo quanto nel trotto. E per vincere non ha bisogno di correre. È un politico di notevole spessore e prestigioso, che dice quel che sa e sa quel che dice. Se non sa, tace, ma sa tutto, ormai, di politica.
Alessandro Pagano, 43 anni, di Forza Italia, è l’assessore regionale al Bilancio e Finanze. In passato ha ricoperto il delicato e importante incarico di assessore regionale alla sanità. È laureato in Scienze bancarie e in Economia. L’abbiamo intervistato.

Assessore Pagano, qualè il suo personale bilancio in merito all’attività politica ed amministrativa in seno alla giunta regionale siciliana, guidata dal governatore Salvatore Cuffaro?
"Il bilancio è certamente positivo anche se c’è sempre lo stimolo a fare di più e meglio. La squadra di Governo, dopo le prime inevitabili difficoltà, ha trovato gli equilibri giusti ed è diventata unita e determinata come non mai. Sono convinto che questa sintonia che si è creata tra il Presidente Cuffaro e gli assessori inciderà in maniera produttiva sul lavoro che dovremo svolgere nei prossimi cinque anni nell’ottica di garantire lo sviluppo della Sicilia".

Quali sono a suo avviso le principali emergenze del Nisseno?
"Ce ne sono tante, tutte importanti: l’agricoltura e il turismo, ad esempio, hanno grandi potenzialità ma non riescono a decollare. È evidente, quindi, che proprio in questi settori si deve agire per renderli competitivi. Ma c’è molto da fare anche sul piano della qualità dei servizi che spesso non riescono a soddisfare le esigenze dei cittadini. Mi sembra, però, che sia arrivato il momento di compiere una riflessione complessiva e di lanciare la proposta di un confronto serio e concreto, aperto a tutti quanti hanno voglia di collaborare per il bene della provincia di Caltanissetta, per coordinare quegli interventi che possono contribuire al rilancio del territorio".

Dopo la diagnosi, la terapia: cosa propone per migliorare l’attuale situazione?
"Il Governo regionale ha dato il via, attraverso il DPEF e la Finanziaria, ad una serie di profonde riforme strutturali che si ispirano ad un principio fondamentale: la fine della logica dell’assistenzialismo. Non solo la provincia di Caltanissetta ma tutta la Sicilia non possono più vivere di ‘contributi a pioggia’; devono essere aiutati con investimenti che stimolino il sistema produttivo e mettano in moto circuiti virtuosi per produrre lavoro e quindi benessere e ricchezza".

In politica cosa fa perdere di più le staffe?
"Quella sorta di pessimismo che spesso continua ad attanagliare noi siciliani e che ha causato ritardi in settori nevralgici della nostra economia. Come è possibile che, nella nostra terra, convivano due opposte realtà? Da una parte c’è la Sicilia che si propone come punto di riferimento, mi riferisco ad esempio all’Etna Valley catanese e alla produzione di alta tecnologia; dall’altra invece c’è la necessità di colmare il divario con il resto d’Italia. Ecco perché bisogna imprimere una svolta allontanandosi dai vecchi sistemi che ormai sono superati e, allo stesso tempo, invitare i giovani ad un maggiore spirito di sacrificio, al senso del dovere e al rispetto della cultura della legalità".

La nostra classe politica è più inabile nel fare, abile nel non fare o abilissima nel disfare?
"E’ una domanda che non va posta certamente a questo Governo la cui azione è improntata ad una estrema concretezza. La nostra è la politica del fare, il nostro obiettivo è di rispondere velocemente ed in maniera fattiva alle esigenze dei cittadini promovendo lo sviluppo".

Quali sono i valori ai quali lei crede?
"Sono profondamente religioso e mi ispiro ai valori della Chiesa: credo nella vita e nella sua dignità, nella famiglia e nell’attenzione ai figli come colonne portanti, nella formazione umana e nel lavoro, nella solidarietà non demagogica, nella condivisione delle gioie e dei dolori, nel piacere dell’onestà e nella promozione di una cultura della giustizia, nell’amore della propria terra, nell’orgoglio per la propria storia civile e religiosa e nella libertà".

Dulcis in fundo, i giovani rappresentano una risorsa: quale messaggio intende consegnare alle nuove generazioni della nostra provincia?
"I giovani rappresentano il futuro, per questo motivo devono crescere avendo come punto di riferimento i veri valori della vita senza farsi influenzare dalle mode del momento. Gli educatori, le famiglie, la Chiesa, la politica hanno dunque un compito fondamentale: formare le nuove generazioni, stimolare la capacità critica e offrire loro certezze morali con lo scopo di creare una classe dirigente che sia ispirata a quei principi morali, sociali e religiosi che rappresentano i valori tradizionali per la vita sociale del nostro Paese".