"La Regione ha scialacquato tutto".

(Tratto da "La Sicilia") - Intervista con l’assessore alle Finanze Alessandro Pagano: "La Regione ha scialacquato tutto".

San Cataldo – C’è battaglia per la Finanziaria regionale. La coperta è stretta e tutti la tirano dalla loro parte. Per raschiare il fondo del barile la Regione si libererà della gestione diretta delle auto blu e affiderà il servizio a privati. Non è una novità, ma dobbiamo aggiungerci la tassa sui "guasti ambientali" che sarà pagata dalle industrie inquinanti e sul passaggio del metano. "Su questo prevediamo entrate per 250 miliardi. Purtroppo abbiamo ereditato un deficit di 4 mila miliardi dopo che in 54 anni è stato scialacquato tutto l’immagginabile" dice l’assessore alle Finanze Alessandro Pagano che troviamo nella sua casa di San Cataldo.

Come si fa a recuperare?

"La politica del rigore non piace a nessuno, ma è necessaria. Non ho firmato la finanziaria per essere stata stravolta, poi però la mia linea è stata condivisa da tutti. Il problema è ora capire cosa avverrà e quale sarà il percorso nei prossimi mesi. Il collega Fabio Granata ha ragione quando chiede attenzione per turismo e beni culturali: in una Regione che il 25 per cento delle opere mondiali catalogate dall’Unesco è chiaro che questo deve essere oggetto di valorizzazione, ed è anche vero che Sanità e Trasporti sono una voragine, ma se non si mettono dei paletti non la finiamo più. Finora è stata una Regione assistenzialista. Ci sono statistiche secondo cui l’economia siciliana viaggiava attorno all’80% che direttamente e indirettamente dipendeva dal settore pubblico. Quando una Regione raggiunge questi livelli, al punto che qualcuno l’ha definita la Regione più comunista del mondo, è chiaro che la situazione è seria".

Quali sono i margini di manovra?

"Praticamente nessuno, perché siamo una Regione che continua ad avere in larghi strati, anche delle classi dirigenti, la mentalità che tanto per risolvere i problemi c’è sempre lo Stato che deve colmare i problemi di bilancio. Oggi dopo la nostra cura che è stata corposa siamo riusciti a recuperare miliardi e questo personalmente mi inorgoglisce. Con l’Assessore alla Sanità Prof. Cittadini abbiamo fatto un grosso lavoro di limatura. Insomma, dobbiamo cancellare tutti quelli che sono gli sprechi".

Quali sono i maggiori?

"Certamente sono nell’ambito della Sanità con la Regione – unica in Italia perché ci hanno fatto pagare il prezzo dell’autonomia – impegnata a corrispondere il 42,5% della spesa, mentre al resto pensa lo Stato. Quest’anno la spesa sanitaria è di 13 mila miliardi di cui alla Regione tocca versare quel famoso 42,5%. Una cifra spaventosa. La manovra del tiket non cala dal cielo, ma è per evitare che aumentino le spese farmaceutiche e i ricoveri impropri. Le altre voragini sono quelle degli LSU, la cui spesa è senza ritorno, poi i forestali, i trasporti che non sono razionalizzati e poi la formazione che rappresenta un costo di 450 miliardi, anche questo introduttivo".

Ma visto che si è in queste ristrettezza perché non fare pagare in Sicilia le imposte di fabbricazione, migliaia di miliardi l’anno, che le nostre industrie estrattive pagano invece al nord?

"Ci sono difficoltà perché queste società hanno stabilimenti nell’Isola, altri in Liguria, altri ancora in Toscana e allora c’è la necessità che abbiano una sola sede legale, che di solito è a Milano o a Genova, o a Roma. Per i nuovi insediamenti il discorso è diverso perché, dovendo dare la Regione le concessioni, le società saranno costrette ad avere sede legale in Sicilia".

Com’è finita la tassa sul gas bocciata a suo tempo dal commissario dello Stato?

"La stiamo riproponendo con un più perfezionato strumento giuridico, e stavolta dovrebbe passare. Abbiamo fatto la previsione di 250 miliardi l’anno e ci pare giusto che i guasti ambientali siano risarciti. In conclusione finora c’è stata troppa allegria nelle finanze regionali e se non corriamo subito ai ripari rischiamo di arrivare ad un punto di non ritorno".