Perchè non decolla il CEFPAS?

"L’illusione nasce - ci dice l'On. Pagano, - quando non si sa chi, ha diffuso l'idea che il CEFPAS dovesse procedere a centinaia per non dire migliaia di assunzioni. Poi pian piano la gente si è resa conto che non ci potevano essere mai assunzioni dirette ma che invece il CEFPAS poteva diventare volano di sviluppo economico per tutto il territorio.
Vi è infatti una politica che segue logiche centraliste e una che segue il principio di sussidiarietà.

Sostanzialmente, una politica che intende accentrare tutto nelle mani dello Stato o una politica che intende invece delegare agli enti più vicini (le Aziende Sanitarie nel nostro caso) ai cittadini; quando questi enti non realizzano un buon servizio per i cittadini lo Stato li deve sostituire. La legge n. 30/93 con cui venne istituito il CEFPAS andava in una direzione centralista; una legge che guarda caso fu promulgata qualche mese più tardi del Decreto del Presidente della Repubblica n.502. Con tale decreto invece, si realizzava l'aziendalizzazione della sanità.
Dunque, mentre in campo nazionale si andava e si va verso un decentramento della sanità e verso un criterio di libera concorrenza, il legislatore siciliano di allora varava una legge che di fatto accentrava al CEFPAS tutta la materia della formazione in Sicilia. Ci si chiederà a questo punto come mai dopo 16 anni della L.833 che tanto sfascio aveva creato alla sanità e in cui il paziente non era più al centro dell'attenzione ma era stato sostituito da altri interessi e in cui i corsi di formazione sanitaria venivano fatti da chicchessia senza alcun tipo di controllo, la Regione avvertiva l'esigenza di porre fine a quella corsa allo spreco promulgando una norma che di fatto era superata dalla storia e dai tempi.
Con tutto il rispetto per il legislatore di allora, era chiaro che tale norma arrivava oltremodo in ritardo. L’aziendalizzazione infatti introdusse il criterio del libero mercato e della concorrenza, dove ogni azienda sanitaria, sia pur pubblica, doveva dare risultati in termini di efficienza.
In questo quadro si pone il CEFPAS, e su questo terreno si deve risolvere il problema formazione attorno a logiche aziendali e dunque in termini di costo-beneficio. Le aziende sanitarie infatti dovevano e sempre più dovranno fornire servizi all'interno di un concetto di economicità, efficienza e di efficacia; in altri termini, alta qualità al prezzo giusto. Affinché il Centro potesse funzionare a pieno ritmo senza diventare l'ennesima cattedrale del deserto capace di sperperare solo denaro pubblico, il CEFPAS dovrebbe di fatto assorbire tutti i finanziamenti in tema di formazione sanitaria ma ciò è assolutamente impossibile. Infatti le 26 Aziende sanitarie siciliane, per il processo di aziendalizzazione già spiegato, non invierebbero mai il loro personale al CEFPAS in almeno 3 casi e precisamente:
La formazione in corsia. Quella cioè che si realizza nelle corsie ospedaliere. Essa non potrebbe essere realizzata nel CEFPAS, in quanto il centro non è un ospedale e ovviamente non ha reparti.
I corsi di aggiornamento della durata di meno di 48 ore. Per essi è più conveniente organizzarli nella stessa azienda dove è più facile e meno costoso far venire i formatori, piuttosto che mandare magari da Trapani o Siracusa decine di persone al CEFPAS. Per le aziende costa molto meno ed è più efficiente.
I corsi ad alta specializzazione. Quando sono richieste attrezzature particolari e costosissime essi possono essere organizzati solo in quei centri dove sono allocate queste attrezzature ad esempio la formazione in Anatomia Patologica che può essere gestita solo dove esistono microscopi. Questo dovrebbe farci capire come sia impossibile per ovvi motivi incanalare nel CEFPAS tutti i finanziamenti regionali per il settore della formazione sanitaria. Inoltre, da uno studio che il sottoscritto ha commissionato, si evince che il punto dì pareggio e dunque l'autofinanziamento per evitare che il centro diventi un qualsiasi baraccone si avrebbe solo se esso fosse in grado di organizzare circa 200 corsi l'anno, da 5 giorni la settimana, e con almeno 12 partecipanti per corso. Per avere un'idea di quanto elevata è questa cifra rammento che il CERGAS, la scuola per dirigenti sanitari della Bocconi a Milano e che non è altro che l'omologo del CEFPAS in Lombardia e che probabilmente è uno dei migliori centri di formazione in tutta Europa organizza 70 corsi l'anno.
Dunque tranne che non si voglia fare del CEFPAS il solito baraccone per il quale c’è mamma Regione che paga il conto, è necessario trovare delle strade alternative. Del resto quello che io ho detto è stato suffragato dal parere del C.G.A. (Consiglio di Giustizia Amministrativo) che è il massimo Organo di controllo e consultivo regionale, il quale ha concordato pienamente con le mie tesi ritenendo il CEFPAS un ente economico che "deve concorrere" economicamente nel mercato della formazione al fine di evitare sprechi e assistenzialismo".
A questo punto rivolgiamo l'interrogativo di come risolvere la questione CEFPAS.
"La soluzione - continua l'on. Pagano - c'è ed è a portata di mano e consiste nel reinterpretare i compiti del CEEPAS. Il CEFPAS in attesa che decolli come ente di formazione sanitario faccia tutto ciò che il mercato, la favorevole posizione, anche geografica di Caltanissetta, e la propria strutturalità gli consente. Oltre che in campo sanitario si apra a tutti i tipi di formazione (legale, fiscale, previdenziale, tecnico etc.) collaborando con Ordini Professionali, Confindustria, Sindacati etc. Un'altra possibilità di sviluppo consisterebbe nella realizzazione di un Centro congressi ad alto livello che in Sicilia non esiste. Un'altra opzione sarebbe la realizzazione di un Centro concorsi; si pensi ad una convenzione con lo Stato o la Regione che non sanno mai dove allocare le migliaia di persone nei concorsi pubblici.
Ancora, il CEFPAS potrebbe incrementare la collaborazione con il consorzio per l'Università che è una delle poche cose che funzionano bene. Basti pensare che solo quest'anno l'Università ha contribuito a portare in città oltre 1000 persone al giorno per i corsi universitari apportando autentico sviluppo.
Un'altra chance verrebbe dalle sinergie con la Scuola di Specializzazione Veterinaria unica in tutto il meridione d’Italia, e che invece viene snobbata dal CEFPAS.
In definitiva il CEFPAS potrebbe essere istituzionalizzato quale Centro Polivalente con la finalità di creare attività che producano cultura, economia e dunque un sistema dinamico in grado di confrontarsi nel libero mercato.
Insomma dobbiamo capire che oggi al confronto di ieri lo sviluppo economico passa attraverso la realizzazione di un indotto e non più attraverso l'assunzione di qualche decina di impiegati che il sistema pagherebbe a caro prezzo come ci insegnano tutte le esperienze fallimentari degli ultimi 40 anni.
Ai nisseni importa che si produca vera ricchezza e che si porti benessere a tutti.
Il Centro Polivalente non negherebbe Io spirito iniziale della formazione sanitaria ma porterebbe a Caltanissetta altro valore aggiunto in attesa dell'eventuale decollo della formazione. Si provi ad immaginare che con questo progetto decine di migliaia di persone l'anno saranno convocate nelle nostre città e naturalmente spenderanno, consumeranno ed investiranno.
Questa sarebbe economia in grado di realizzare per la nostra comunità ricchezza, occupazione e sviluppo. Naturalmente in queste scelte ognuno in un senso o nell'altro si assumerà le proprie responsabilità cosciente che alla storia e alla propria città prima o dopo bisognerà rispondere in termini di risultati conseguiti".
Ha termine qui l'intervista.

Loris Giambrone