Immigrazione. Tyson: "Sono debole, voglio libertà"

(Tratto da "Il Giornale") - ‘Tantissimi premono per venire in Italia, la mia gente non si ferma’.

NICOSIA (Enna) - Attenti che questi non s’arrendono, continueranno ad attraversare il mare in massa a dispetto di ogni accordo tra il nostro e i loro governi, ‘sono tanti, tantissimi che vogliono venire in Italia, ad ogni costo e disposti a tutto’. E se lo dice Tyson campione analfabeta di ben 4 fughe del campo in Pian del Lago, c’è da credergli: ci vuole ben altro per arginare la marea dei profughi nord-africani.

Forse racconta molte bugie, il torello che è divenuto il simbolo di questa ondata clandestina estiva; arriva persino a schernirsi, ‘sono debole’, dice. Con altrettanta faccia tosta, al Pretore aveva detto di ‘non ricordare’ l’indirizzo di casa a Tangeri. Ma se è pittoresco ai racconti personali struggente quando gli conviene e incurante delle contraddizioni (al Pretore aveva dichiarato 4 figli, ora ne ha 5), risulta allarmante e veritiero quando parla di cose più grandi di lui, perché ne è il termometro terragno e concreto, e non sono un pericolo per lui, lo spartaco dei clandestini.

A trovarlo nel carcere di Nicosia, dove attende il processo – non per evasione, che era un ‘ospite’ come gli altri clandestini, ma per i ‘danni’ e le ‘lesioni’ causati fuggendo – fissato al 18 agosto, è andato il deputato regionale Alessandro Pagano, di Forza Italia, che è stato Assessore alla Sanità e fa parte della Commissione regionale Antimafia. Pagano dice che la Regione siciliana ‘è preoccupata dei risvolti sociali e di ordine pubblico’ causati dall’immigrazione clandestina nord-africana, e sostiene che ‘il governo nazionale non vuole risolvere il problema’ va studiato, senza nascondersi dietro un dito come fa il governo romano dell’Ulivo, dice.

Si dedica molto, l’attivo Pagano, all’analisi di questo ‘fenomeno’, chiamandolo così. E poiché Tyson, nome dichiarato Rachad El Aloui, è ormai un fenomeno nel fenomeno, ha voluto approfondirlo. Queste sono le risposte di Tyson.

Perché ti fai chiamare Tyson?

‘A me questo nome non piace, me l’hanno messo al campo perché dicono che gli somiglio. Ma io non sono così forte come sembra anzi sono un debole’.

Eppure sei pieno di cicatrici anche al campo ti tagliavi davanti a tutti. Lo fai per dimostrare qualcosa?

‘Si, anzi no. Lo facevano tutti al campo, mica solo io’.

Com’è che dopo la grande fuga, ti sei lasciato prendere proprio a Caltanissetta?

‘Si mi hanno preso ai giardini’

Vuoi raccontare come è andata?

Non risponde e sorride.

Dopo che t’hanno arrestato perchè hai dato una craniata contro il muro della cella?

‘Io sbattere la testa contro il muro non è vero. Guarda la mia testa se non ci credi. Vedi cicatrici nuove? Io non faccio queste cose’ (e mostra il cranio rasato, dove compare solo una cicatrice molto vecchia.

Se dal carcere torni al campo, provi a scappare ancora?

‘No assolutamente, non scappo più’.

Che cosa ti aspetti, adesso?

‘Non voglio tornare a casa, mi piace moltissimo l’Italia, farei qualunque cosa per restare qui, tranne rubare o spacciare hashish e droga’.

Perché vuoi restare in Italia?

‘Perché c’è la libertà, si può fare tutto. Da noi ci sono tanti divieti. È proibito bere. Per qualunque cosa ti fermano, chiedono i documenti e per un motivo qualunque la polizia ti mette dentro. Qui invece, tutto è possibile’.

Com’è la nostra polizia?

‘Buona, brava. In Tunisia no buona’.

E in carcere come ti trattavano?

‘Benissimo’

Al campo invece?

‘Polizia no buona. Noi non carcerati in campo, ma come carcerati’.

Però vi hanno dato almeno da mangiare e da dormire

‘Oh Si. Mangiare molto e bene. Sono contento del mangiare. Anche insalata buonissima’.

Perché e come siete fuggiti?

‘Prima hanno fatto uscire i negri (quelli della Sierra Leone con permesso umanitario, ndr) aspettavamo anche noi, ma noi niente. E tutti i ragazzi del campo sono arrabbiati. Perché loro si e noi no? Per questo sono scappati tutti.

E della grande fuga sei stato organizzatore e capo?

‘Io non sono capo di niente, non ho organizzato nulla. Quel giorno avevo pure mal di testa e la Croce Rossa mi aveva dato le gocce. Quando ho visto che scappavano tutti, sono scappato anch’io’. Ma non sono io l’organizzatore, assolutamente.

Che cosa conosci dell’Italia?

‘Niente. Però guardo molto la tv italiana. Mi piace molto. Mi piace il mangiare e il bere italiano’

Quale personaggio italiano ti piace?

‘Quello che canta: lasciatemi cantare…’

Toto Cutugno?

‘Si, si proprio lui’

Sei religioso?

‘Molto. Infatti non mangio mai maiale. Però mi piace il bere italiano il vino e il wisky’.

Sei stato altre volte in carcere?

‘Mai. Lo giuro. Questa è la prima volta’

La polizia è convinta che tu sei tunisino, non marocchino

‘No, non è vero. Sono marocchino, ho 34 anni faccio l’imbianchino, ho 5 figli, un fratello che non so dov’è e 4 sorelle. Papà è morto e mamma è cieca’. (e si commuove, piagnucola). Penso alla mamma, alla mia famiglia.

Come sei arrivato in Italia. Quanto ti è costato?

‘7 giorni è durato il viaggio, con tanti altri. Eravamo sul camion dal Marocco alla Tunisia. Ogni camion 30 persone almeno. Poi ci hanno imbarcato e siamo arrivati a Lampedusa alle 5 del mattino. Ho pagato un milione’.

Di lire o di soldi marocchini?

‘Un milione di vostri, in soldi tunisini’.

Ce ne sono tanti come te, credi che ne arriveranno ancora?

‘Molti, tanti. Continueranno ad imbarcarsi, perché pur di venire in Italia sono disponibili a sopportare tutto, farebbero qualunque lavoro e fatica. Ce ne sono tanti, non solo come me. Anche diplomati, che hanno studiato. Tutti vogliono venire in Italia’.

Perché?

‘Da noi non c’è lavoro, c’è tanta miseria, e siamo tanti. Da voi si sta bene, si può vivere e lavorare’.

Ma lo sai che non è più possibile. Ora c’è l’accordo anche con la Tunisia, oltre che col Marocco. Sarà molto difficile imbarcarsi, e quelli che ce la faranno saranno rimpatriati comunque

‘So che anche a casa, non solo nei campi italiani, sono tutti molto nervosi e scontenti per questo accordo. Ma continueranno a sfuggire ugualmente, niente li può fermare. Ne sono convinto, la mia gente non si ferma’.